Carlo Antonio Biscotto, il Fatto Quotidiano 17/6/2012, 17 giugno 2012
LA CRISI VISTA DA SPETSES, LA MONTECARLO DELL’EGEO
Anche i ricchi piangono? Non esageriamo, ma almeno quando scoppiano a ridere si mettono la mano davanti alla bocca in segno di pudore. In Italia chiude il Billionaire: una icona del Cafonal italico spazzata via dalla crisi economica. E in Grecia, il paese più colpito dallo tsunami finanziario, come se la passano i super-ricchi? Lo racconta la blogger Helena Smith sul Guardian.
Certo è un’impresa andarli a scovare tra le isole greche, ma nelle acque turchesi del golfo Argo Saronico, a tre anni dall’inizio della crisi, nulla sembra cambiato. Si possono ancora vedere le spiagge private con la sabbia fatta venire apposta dall’Asia mentre i super-ricchi affollano in particolare l’isola di Spetses. La fauna è sempre la stessa: industriali, yachtmen, cantanti, divi della televisione, star del cinema. Luogo d’incontro l’Hotel Poseidonion dove il piatto più gettonato è il pasticcio di foie gras. Tra loro anche un signore di mezza età sulla cui T-shirt campeggia la scritta “More is less”. Davvero spiritoso. Oggi si vota e il Paese non è mai stato così lacerato e diviso. Eppure sull’isola di Spetses non si parla della crisi, che invece monopolizza l’attenzione di quasi tutti i greci e alimenta conversazioni a non finire, litigi, polemiche, disperazione, rabbia e ben poche speranze. Da Spetses, Atene con la sua povertà sembra talmente lontana da apparire irraggiungibile, quasi inesistente. “I greci se la sono voluta”, dice un distinto signore in divisa d’ordinanza da perfetto yachtman. Vive a Londra, ma preferisce conservare l’anonimato.
A QUASI cento anni da quando lo fece costruire un ricco mercante di tabacco, l’elegante Poseidonion resta la meta preferita dell’alta società ateniese. Tra i suoi frequentatori uno dei piu’ assidui è l’ex re Costantino. Dinanzi alla terrazza dell’albergo, nel porticciolo turistico, il personale di bordo tira a lucido le imbarcazioni, gli yacht da 50 milioni di euro, i velieri con 25 stanze lussuosamente arredate. E gli abitanti di Spetses? I miliardari portano denaro e lavoro, ma i locali temono che Spetses, già ribattezzata “la Nuova Montecarlo”, finisca per diventare un “club per soli ricchi”. Sono passati i tempi di Stavros Niarchos e Aristotele Onassis con le loro leggendarie fortune. Ma la Fondazione Niarchos di recente ha donato 100 milioni di euro ad una organizzazione umanitaria che aiuta le persone maggiormente colpite dalla crisi: bambini, nuovi poveri, senzatetto. A parte questo bel gesto, dall’inizio della crisi i ricchi si sono fatti notare per lo più per la loro assenza. Si calcola che in Grecia 900 famiglie gestiscano il remunerativo settore del commercio marittimo con la più grande flotta mercantile del mondo. Si sono arricchiti enormemente grazie anche alla favorevolissima legislazione fiscale. Questo settore negli ultimi dieci anni ha prodotto utili, esentasse, per 175 miliardi di euro. Una enormità se si pensa che al momento il debito greco è di 280 miliardi di euro. Ma nei loro rifugi dorati i Paperon dei Paperoni non se ne sono stati con le mani in mano. Secondo stime attendibili dall’inizio della crisi la fuga di capitali verso altri lidi ammonterebbe a circa 20 miliardi di euro e numerose sono le mogli inviate in missione “speciale” nelle banche svizzere e cipriote per prelevare i “tesoretti ” e investirli nel settore immobiliare in giro per il mondo. Amaro il commento del professore di economia dell’Università del Pireo, Theodore Pelagidis: “In un momento in cui la Grecia avrebbe bisogno di gesti simbolici da parte dei cittadini più fortunati, i ricchi nulla fanno per dare una mano al Paese in difficoltà”.
NESSUNO ostenta più la ricchezza, specialmente nella capitale dove povertà e disperazione si toccano con mano. Il professor Pelagidis descrive una spaccatura tra ricchi o poveri che ha dell’inverosimile: “Sono tagliati fuori dalla realtà. Nulla sanno di come vive la gente. Negli ultimi anni io e molti colleghi siamo stati invitati nelle loro ville lussuose per tenere conferenze sulla crisi. Forse lo facevano per noia o per sentirsi a posto con la coscienza. Ma io ho retto solo una volta e ho avuto la netta sensazione che per loro fosse una forma di psicoterapia a buon mercato”. I greci una cosa la sanno: il sistema corrotto che ha messo in ginocchio il Paese ha fatto la fortuna di molti super-ricchi che ora si apprestano, come i topi, ad abbandonare la nave che affonda.