Claudia Galimberti, Il Sole 24 Ore 17/6/2012, 17 giugno 2012
I TINBERGEN, GARA IN FAMIGLIA PER VINCERE LA STATUETTA
Forse è un vizio di famiglia: Jan e Nikolaas Tinbergen, due fratelli, hanno ricevuto entrambi il premio Nobel, in due discipline totalmente diverse, economia e fisiologia. Ma siamo sicuri che non ci siano collegamenti? Jan è un econometrista e quindi studia i numeri in funzione dell’economia, mentre Nikolaas è un etologo che studia gli istinti degli animali in funzione del loro comportamento. C’è differenza? Sembra che ci sia un abisso che divide gli studi dei due fratelli, ma a guardare bene si possono associare i comportamenti istintivi degli animali a quelli umani, i numeri dell’economia agli stimoli innati del mondo animale.
Vediamo di capire qualcosa di più. Mentre le idee di Sigmund Freud dominavano e l’influenza della società, a partire dalla famiglia, diventava l’unica responsabile delle azioni, giuste o sbagliate, degli uomini, Nikolaas Tinbergen gettava un sasso nell’acqua: individuava le origini del comportamento degli animali in meccanismi costitutivi, genetici, tramandati di generazione in generazione. Ecco che le scienze naturali interferivano nel terreno di caccia della psicologia portando le solide basi della scienza sperimentale nel dibattito tra natura e cultura, tra innato e appreso. L’uomo, il più nobile degli animali, agisce in base agli insegnamenti che gli sono elargiti dal contesto sociale, o secondo stimoli genetici innati?
Andiamo avanti: secondo Jan ci deve essere simmetria fra obiettivi e strumenti della politica economica: le "variabili O", variabili obiettivo, devono essere nello stesso numero delle "variabili S", variabili strumenti, e questa è la base della regola di politica economica di Tinbergen. Nikolaas propone simili corrispondenze attraverso i suoi esperimenti sul gabbiano reale e le oche selvatiche. Ci sono stimoli chiaramente legati all’istinto: le oche selvatiche, per poter "camminare" usano moduli motori innati, che preesistono all’interno della specie; i nuovi nati del gabbiano reale, per potersi nutrire, usano istintivamente il piccolo becco per cercare, nel grande becco della madre, il cibo. Ma se costruiamo artificiosamente uno stimolo "supernormale", come lo chiama Tinbergen, gli uccelli reagiscono in maniera più intensa che di fronte allo stimolo naturale: che cosa li spinge? L’avidità, l’attrazione cromatica, il gusto del diverso? Non lo sappiamo ma possiamo sostenere che agli umani succede la stessa cosa.
Forse Nikolaas doveva studiare anche il comportamento dei corvi di Grimilde o di Malefica, le streghe cattive delle nostre fiabe, per farci capire la logica di chi è dietro alle crisi economiche che si susseguono. Per esempio quale uccello è dietro la spalla di Angela Merkel e della politica economica europea? Speriamo sia l’aquila reale che in un batter d’ali può scatenare un provvidenziale tuono e fare la differenza.