Davide Frattini, Corriere dell Sera 18/6/2012, 18 giugno 2012
DAL NOSTRO INVIATO
ATENE — Dolcevita nero, niente cravatta. Trentotto anni fa il socialista Andreas Papandreou aveva scioccato i conservatori in parlamento per dimostrare che l’etichetta e la politica stavano cambiando. Alexis Tsipras si è presentato in camicia bianca aperta sul collo anche al colloquio con il presidente della Repubblica. Nato nel luglio del 1974, quattro giorni dopo la caduta dei Colonnelli, il leader della sinistra radicale è il più giovane tra i capi di partito ed è riuscito a scardinare l’alternanza quarantennale tra Pasok e Nuova democrazia.
Debutta adolescente, quando un gruppo di studenti più grandi lo sente parlare in assemblea e capisce che quel ragazzino con il ciuffo nero alla Elvis Presley ha talento. Reclutato nella gioventù del partito comunista, guida pochi anni dopo le rivolte contro le riforme universitarie e nelle notti dell’occupazione conosce quella che è ancora la sua compagna: Betty Baziana, laureata in ingegneria al Politecnico come lui; hanno un figlio, aspettano la nascita del secondo fra un mese.
Tsipras fa parte del comitato ristretto incaricato di condurre i negoziati con il ministero dell’Educazione. «A quell’età — ricorda Matthaios Tsimitakis, un amico dei tempi ribelli, alla rivista Businessweek — vuoi solo combattere. Alexis manteneva invece il realismo: la politica è soprattutto mediare — diceva — e trovare il compromesso migliore». Da giocatore di poker, ha scommesso per un mese di campagna elettorale che la cancelliera tedesca Angela Merkel non possa permettersi di lasciar fallire la Grecia: l’uscita dall’euro e il ritorno alla dracma potrebbero causare un contagio devastante in tutta l’Unione.
Lo ha ripetuto nell’ultimo comizio ad Atene, giovedì scorso. No al Memorandum, l’intesa firmata con la Troika (Unione Europea, Banca centrale europea, Fondo monetario internazionale) che garantisce il piano di aiuti al Paese in cambio dei tagli e delle misure di austerità. Sì a restare dentro la moneta unica ma «con un progetto di ristrutturazione dell’economia nazionale che protegga la gente»: «Perché gli investimenti privati ritornino in Grecia — ha spiegato alla National Public Radio americana — non servono tasse più alte. Ci vogliono la trasparenza e la stabilità. Basta con la corruzione e i soldi passati sotto al tavolo».
La strategia e gli slogan — i critici, anche da sinistra, lo accusano di essere populista — gli hanno permesso di innalzare Syriza dal 4 per cento di due anni fa al secondo posto del 6 maggio, ripetuto ieri con un’ulteriore crescita. I suoi elettori sono soprattutto i giovani: tra i 18 e i 34 anni raccoglie il 33 per cento. Sono loro i più colpiti dalla crisi economica, oltre la metà non ha un lavoro.
La sede di Syanspismos, il partito più importante nella coalizione della sinistra radicale, sta in una vecchia zona operaia di Atene. Davanti all’ufficio di Tsipras una foto esalta la rivoluzione cubana, un altro poster celebra le manifestazioni al G8 di Genova, è un omaggio dei Giovani comunisti italiani. Alexis si è formato con il movimento alter mondialista, a Genova non ci è mai arrivato perché la polizia italiana lo ha respinto al porto di Ancona. «È allora che abbiamo assimilato — spiega l’amico Tanos Koronakis — il linguaggio e i simboli giovanili della protesta». È stata quell’esperienza a portarlo fino alla sfida per diventare primo ministro.
D.F.