Questo sito utilizza cookies tecnici (propri e di terze parti) come anche cookie di profilazione (di terze parti) sia per proprie necessità funzionali, sia per inviarti messaggi pubblicitari in linea con tue preferenze. Per saperne di più o per negare il consenso all'uso dei cookie di profilazione clicca qui. Scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie Ok, accetto

 2012  giugno 17 Domenica calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. IL VOTO IN GRECIA


REPUBBLICA.IT (ORE 20.00)
ATENE - I primi exit poll diffusi dalle tv greche inquadrano un duello serratissimo in corso tra i conservatori di Nea Dimokratia e la sinistra radicale di Syriza, ma propongono un esito opposto e speculare delle nuove elezioni legislative. Quello di Mega Tv vede i conservatori di Antonis Samaras, favorevole al rispetto di accordi con la Ue "ammorbiditi", tra il 27,5 e il 30,5 per cento dei consensi, in vantaggio di mezzo punto su quella di Alexis Tsipras, che vuole ridiscutere da zero le misure fissate dalla Trojika, data tra il 27 e il 30 per cento. Secondo l’exit poll diffuso da Skai tv, è Syriza a godere di mezzo punto di vantaggio, con il 28% dei voti contro il 27,5 di Nea Dimokratia. In ogni caso, mezzo punto è vantaggio risicato ma fondamentale per ottenere i 50 seggi del premio di maggioranza.
Mega Tv vede al terzo posto il Pasok (pro euro) di Evangelos Venizelos (10-12%, a seguire gli indipendisti greci (6-7,5%), i neonazisti di Alba Dorata (6-7,5%), la sinistra democratica Dimar (5,5%), i comunisti del Kke (5-6%). Tutti supererebbero lo sbarramento del 3% ed entrerebbero in Parlamento. Secondo i calcoli sul sito del quotidiano Kathimerini, chiunque vinca con le percentuali indicate dagli exit poll (attorno al 30%) avrà circa 130 seggi in Parlamento. Per questo, spiega il commentatore politico Nick Malkoutzis, l’alleanza col Pasok diventerebbe fondamentale per qualsiasi coalizione: per governare serve una maggioranza di 151 seggi su 300.
Da rilevare che sia Nea Dimokratia che Syriza guadagnerebbero
oltre il 10% dei consensi rispetto alle elezioni del 6 maggio. La sinistra radicale, dal 16,8% passerebbe a una forbice tra il 27 e il 30. Anche i conservatori crescerebbero di una decina di punti. Punito, invece, il Pasok, proprio il partito, secondo Malkoutzis, decisivo per formare una vera maggioranza. A maggio i socialisti godevano di 13,2 per cento del consenso, dovrebbero perdere qualcosa, essendo dati in una forbice tra il 10 e il 12.
I primi exit poll hanno iniziato a circolare prima che le urne chiudessero alle ore 18. La tv belga Rbtf (ripresa dall’agenzia Agi) ha dato Nea Dimokratia con il 29,6%, seguita da Syriza al 27,9%. A seguire i socialisti del Pasok (pro austerity) di Evangelos Venizelos al 10%, la sinistra democratica (Dimar) al 6,3%; Indipendentisti Greci al 5,4%; i comunisti al al 5,4% (determinati ad abbandonare l’euro); l’estrema destra filo nazista di Alba Dorata 5%.
Dall’esito di questo voto dipende non solo il futuro del Paese ma anche le prossime mosse dell’Eurozona. I greci sono infatti chiamati a scegliere tra "il rispetto degli impegni" 1, come ha detto ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel, o la rinegoziazione dei termini del prestito di salvataggio che ha comportato l’imposizione di severe misure d’austerità. Urne aperte dalle 7 di stamani (le 6 in Italia) fino alle 19 (le 18 italiane). Gli aventi diritto sono quasi 10 milioni, su una popolazione di circa 11 milioni.
Le elezioni sono state convocate dopo il fallimento del voto del 6 maggio 2, che non ha garantito a nessun partito una maggioranza sufficiente per formare il governo. In quell’occasione l’astensione era stata altissima: non aveva votato 40% degli aventi diritto.
Le operazioni di voto nei 20.560 seggi allestiti in tutto il Paese si sono svolte con qualche incidente. Un giovane ha sparato in aria davanti a un seggio nell’isola di Zakynthos, ed è ora ricercato. A Exarhia, un quartiere di Atene, un commando di una decina di persone in motocicletta, con i caschi in testa e armato di martelli e bastoni, ha fatto irruzione in un seggio ferendo due agenti di polizia e dando fuoco all’urna, quindi si è dato alla fuga. L’episodio si è verificato mezz’ora prima della chiusura del seggio. Exarhia viene descritta come una zona tradizionalmente vicina alla sinistra e al movimento anarchico.
"Da oggi comincia una nuova epoca per la Grecia" ha detto Antonis Samaras, il leader di Nea Dimokratia (centro-destra), subito dopo aver deposto la propria scheda nell’urna in un seggio di Kalamata, città di cui è originario, nel Peloponneso meridionale. Anche il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha già votato stamani: "Da domani la Grecia deve avere un governo di corresponsabilità nell’ambito dell’Unione europea", ha detto. "I greci possono e devono salvaguardare la coesione sociale e la nostra unità nazionale...".
Dopo aver votato, Fotis Kouvelis, il leader del partito Sinistra democratica, ha dichiarato: "Oggi i greci voteranno senza paura per un futuro migliore per il loro Paese". ’’Abbiamo sconfitto la paura e abbiamo aperto la strada alla speranza’’ è stata la dichiarazione di Alexis Tsipras, leader del partito Syriza (sinistra radicale). Il seggio dove Tsipras ha votato, ad Atene, era strapieno di giornalisti e troupe Tv straniere.
L’ex premier socialista George Papandreou, al voto stamani in un seggio di Kalentzi, nel Peloponneso, ha invitato il popolo greco a votare in modo ’’da non sprecare i sacrifici che ha già fatto né le difficili decisioni e le dure battaglie fatte dal governo di Atene’’ quando egli era primo ministro. Parlando con giornalisti, Papandreou ha detto che ’’dobbiamo andare avanti con fede e onestà, e per fare questo, il Pasok è l’unica garanzia’’.
’’Spero che il voto di oggi porterà a un governo stabile che immediatamente possa mettersi al lavoro alla ricerca di soluzioni ai problemi che affliggono il popolo greco’’, ha dichiarato il presidente della Repubblica ellenico, Karolos Papoulias.
Risultato incerto. Circa il 40% degli elettori che ha preso parte alla inconcludente consultazione dello scorso 6 maggio, alle elezioni odierne hanno intenzione di votare per un altro partito a sole sei settimane di distanza. È questo il sorprendente risultato di un sondaggio effettuato dalla società Metron Analysis e riferito stamani dalla Tv privata Antenna. Se le previsioni si rivelassero fondate, ha notato Antenna, e con quasi metà dell’elettorato che cambia preferenza di voto, le elezioni odierne potrebbero riservare parecchie sorprese.
Calderon: "Scenario peggiore uscita da euro". "Lo scenario peggiore sarebbe quello di vedere Atene fuori dalla moneta unica. Il migliore, quello di trovare una soluzione affinché la Grecia trovi un mondo per restare nell’Eurozona". Così il presidente messicano Felipe Calderon parlando da Los Cabos, dove lunedì e martedì ospiterà il G20. Secondo Calderon è fondamentale che il governo greco sia in grado di formare una maggioranza e di adottare tutte le misure necessarie per risanare i conti pubblici, anche grazie all’appoggio degli altri Paesi europei, che dovrebbero fare il possibile per sostenere Atene. Il presidente messicano ha inoltre sottolineato la necessità di intervenire per risollevare le sorti anche di Spagna e Italia, gli altri Paesi della zona Euro più colpiti dalla crisi.
(17 giugno 2012)

REPUBBLICA.IT (ORE 21)
ATENE - Arrivano dal ministero dell’Interno i primi risultati ufficiali del voto in Grecia. Quando è stato scrutinato il 34% dei seggi, Nea Dimokratia, favorevole al rispetto di accordi con la Ue "ammorbiditi", è oltre il 31%, mentre Syriza, che vuole ridiscutere da zero le misure fissate dalla Trojika, è poco oltre il 25%, terzo il Pasok con il 12,8. A seguire i Greci Indipendenti 7,26 %, Alba dorata 6,83 %, Sinistra democratica 5,92 %, partito comunista Kke 4,41 %. La proiezione dell’istituto di sondaggi Public Issue, basata su risultati reali, assegna a Nea Dimokratia il 29,5% dei voti (margine di oscillazione +/- 1%), a Syriza il 27,1, al Pasok il 12,4.
Dati che rafforzano il vantaggio dato ai conservatori dagli exit poll diffusi dalle tv, che inquadravano un testa a testa più ravvicinato con Syriza. Vincendo le elezioni, i conservatori otterrebbero i 50 seggi del premio di maggioranza. In base al secondo exit poll, Nea Dimokratia avrebbe 127 seggi nel nuovo parlamento, Syriza 72, mentre i socialisti del Pasok ne avrebbero 32. Insieme, Nea Dimokratia e Pasok avrebbero così la maggioranza dei seggi in Parlamento: 159 sui 300 disponibili. Ai Greci indipendenti andrebbero 21 seggi, all’estrema destra di Alba dorata 19, alla Sinistra democratica 16 e ai comunisti del Kke 13.
Da rilevare che sia Nea Dimokratia
che Syriza guadagnerebbero oltre il 10% dei consensi rispetto alle elezioni del 6 maggio. Seppur punito, il Pasok sarebbe decisivo per formare una vera maggioranza. Dora Bakoyannis, dirigente di Nea Dimokratia, ex ministro degli esteri ed ex sindaco di Atene, ha rivendicato dopo le prime proiezioni la vittoria del suo partito. Lo hanno riferito radio di Atene. "Siamo il primo partito - ha detto la Bakoyannis - è venuta l’ora di formare un governo di unione nazionale per uscire dalla crisi".
Dall’esito di questo voto dipende non solo il futuro del Paese ma anche le prossime mosse dell’Eurozona. I greci sono infatti chiamati a scegliere tra "il rispetto degli impegni" 1, come ha detto ieri il cancelliere tedesco Angela Merkel, o la rinegoziazione dei termini del prestito di salvataggio che ha comportato l’imposizione di severe misure d’austerità.
Le elezioni sono state convocate dopo il fallimento del voto del 6 maggio 2, che non ha garantito a nessun partito una maggioranza sufficiente per formare il governo. In quell’occasione l’astensione era stata altissima: non aveva votato 40% degli aventi diritto. In base ai dati del ministero dell’Interno di Atene, nella tornata odierna ha votato il 60,34% degli aventi diritto, quindi ancora alto l’astensionismo.
Gli aventi diritto sono quasi 10 milioni, su una popolazione di circa 11 milioni. Le operazioni di voto nei 20.560 seggi allestiti in tutto il Paese si sono svolte con qualche incidente. Un giovane ha sparato in aria davanti a un seggio nell’isola di Zakynthos, ed è ora ricercato. A Exarhia, un quartiere di Atene, un commando di una decina di persone in motocicletta, con i caschi in testa e armato di martelli e bastoni, ha fatto irruzione in un seggio ferendo due agenti di polizia e dando fuoco all’urna, quindi si è dato alla fuga. L’episodio si è verificato mezz’ora prima della chiusura del seggio. Exarhia viene descritta come una zona tradizionalmente vicina alla sinistra e al movimento anarchico.
"Da oggi comincia una nuova epoca per la Grecia" ha detto Antonis Samaras, il leader di Nea Dimokratia (centro-destra), subito dopo aver deposto la propria scheda nell’urna in un seggio di Kalamata, città di cui è originario, nel Peloponneso meridionale. Anche il leader del Pasok, Evangelos Venizelos, ha già votato stamani: "Da domani la Grecia deve avere un governo di corresponsabilità nell’ambito dell’Unione europea", ha detto. "I greci possono e devono salvaguardare la coesione sociale e la nostra unità nazionale...".
Dopo aver votato, Fotis Kouvelis, il leader del partito Sinistra democratica, ha dichiarato: "Oggi i greci voteranno senza paura per un futuro migliore per il loro Paese". ’’Abbiamo sconfitto la paura e abbiamo aperto la strada alla speranza’’ è stata la dichiarazione di Alexis Tsipras, leader del partito Syriza (sinistra radicale). Il seggio dove Tsipras ha votato, ad Atene, era strapieno di giornalisti e troupe Tv straniere.
L’ex premier socialista George Papandreou, al voto stamani in un seggio di Kalentzi, nel Peloponneso, ha invitato il popolo greco a votare in modo ’’da non sprecare i sacrifici che ha già fatto né le difficili decisioni e le dure battaglie fatte dal governo di Atene’’ quando egli era primo ministro. Parlando con giornalisti, Papandreou ha detto che ’’dobbiamo andare avanti con fede e onestà, e per fare questo, il Pasok è l’unica garanzia’’.
’’Spero che il voto di oggi porterà a un governo stabile che immediatamente possa mettersi al lavoro alla ricerca di soluzioni ai problemi che affliggono il popolo greco’’, ha dichiarato il presidente della Repubblica ellenico, Karolos Papoulias.
Risultato incerto. Circa il 40% degli elettori che ha preso parte alla inconcludente consultazione dello scorso 6 maggio, alle elezioni odierne hanno intenzione di votare per un altro partito a sole sei settimane di distanza. È questo il sorprendente risultato di un sondaggio effettuato dalla società Metron Analysis e riferito stamani dalla Tv privata Antenna. Se le previsioni si rivelassero fondate, ha notato Antenna, e con quasi metà dell’elettorato che cambia preferenza di voto, le elezioni odierne potrebbero riservare parecchie sorprese.
Calderon: "Scenario peggiore uscita da euro". "Lo scenario peggiore sarebbe quello di vedere Atene fuori dalla moneta unica. Il migliore, quello di trovare una soluzione affinché la Grecia trovi un mondo per restare nell’Eurozona". Così il presidente messicano Felipe Calderon parlando da Los Cabos, dove lunedì e martedì ospiterà il G20. Secondo Calderon è fondamentale che il governo greco sia in grado di formare una maggioranza e di adottare tutte le misure necessarie per risanare i conti pubblici, anche grazie all’appoggio degli altri Paesi europei, che dovrebbero fare il possibile per sostenere Atene. Il presidente messicano ha inoltre sottolineato la necessità di intervenire per risollevare le sorti anche di Spagna e Italia, gli altri Paesi della zona Euro più colpiti dalla crisi.
(17 giugno 2012)

CORRIERE.IT (ORE 20)
Se i primi dati saranno confermati, è di nuovo stallo in Grecia al secondo giro di consultazioni elettorali. Un testa a testa tra i conservatori pro-euro e la sinistra radicale in Grecia, entrambi usciti dalle urne, almeno pare, con quasi il 30%. I primi exit poll hanno dato in vantaggio di un soffio Nea Dimokratia , il partito a favore del memorandum, l’accordo sulle misure di austerity previste dal piano di salvataggio da 130 miliardi di euro della troika Bce-Ue-Fmi, di Antonis Samaras (27,5-30,5%), tallonata dall’estrema sinistra Syriza di Alexis Tsipras (27-30%). La sinistra radicale vorrebbe restare nell’euro ma ritrattando sul rigore che ha messo in ginocchio il paese. Pochi minuti più tardi l’emittente privata Skai tv ha annunciato il sorpasso: la sinistra sarebbe passata avanti con il 31%. Chi vince ha un premio di maggioranza di 50 deputati, ma la formazione di un governo di coalizione non è scontata.
Al terzo posto, i socialisti (pro euro) di Evangelos Venizelos (10-12%). Gli indipendentisti greci (6-7,5%), neonazisti di Alba Dorata (6-7,5%) che restano così in Parlamento, sinistra democratica Dimar (5,5%), Comunisti Kke (5-6%).
BALZO DI 10 PUNTI - Il vero dato è il balzo in avanti del 10 % dalle elezioni del 6 maggio sia dei conservatori guidati da Antonis Samaras, che erano 16,8% poco più di un mese fa, sia dei radicali di Alexis Tsipras.
L’EUROPA E IL MONDO COL FIATO SOSPESO - I primi risultati definitivi si avranno intorno allo 20.30. È stata annunciata un conference call tra i ministri delle finanze dell’ Eurozona, mentre la cancelliera Angela Merkel ha posticipato la sua partenza
BOMBA CONTRO TV - Non sono mancati nel giorno del voto episodi che hanno dato il segno della tensione che sta vivendo il Paese. Domenica mattina due persone in moto hanno lanciato una bomba (che non è esplosa) contro la sede diSkai ad Atene, subito evacuata. Skai fa parte di un gruppo editoriale della destra di proprietà dell’armatore Alafouzos. Una seconda granata, annunciata telefonicamente da un anonimo, è stata trovata dalla polizia nel cortile dell’edificio di Atene che ospita la tv Skai. Anche questo ordigno non è esploso. Non è la prima volta che la tv privata viene presa di mira: il 5 giugno furono lanciati almeno tre ordigni incendiari contro l’edificio nel quartiere di Neo Faliro. Nell’isola di Zakynthos un giovane ha sparato in aria davanti a un seggio ed è ricercato. Infine, nella notte, alcuni hacker hanno attaccato il sito del Partito Comunista (Kke), inserendo nella prima pagina l’appello a votare per Syriza.
Paola Pica

CORRIERE.IT - ORE 21
I conservatori pro-euro di Nuova democrazia passano in testa e avrebbero, in base alla prima proiezione sui dati reali il 29% dei consensi. Insieme ai socialisti della formazione Pasok, i conservatori avrebbero la maggioranza dei seggi in Parlamento e sarebbero dunque in grado di formare un governo. La proiezione sembra aver diradato la nebbia sul voto anche se l’incertezza resterà alta fino al completamento dello spoglio previsto a notte fonda.
«SIAMO IL PRIMO PARTITO» - Dora Bakoyannis, dirigente della destra conservatrice greca ed ex sindaco di Atene, ha rha già rivendicato la vittoria. Lo hanno riferito radio di Atene. «Siamo il primo partito - ha detto - è venuta l’ora di formare un governo di unione nazionale per uscire dalla crisi».
SECONDI EXIT POLL - L’ultimo exit poll aveva indicato Nea Dimokratia tra il 28,6 e il 30 per cento dei consensi; Syriza tra il 27,5 e il 28,4. I socialisti del Pasok si collocavano tra l’ 11 e il 12,4; gli indipendentisti greci tra il 6,8 e il 7,8; i neonazisti di Alba dorata tra il 6,5 e il 7,1; la sinistra moderata (Dimar) tra il 5,8 e il 6,6; il partito comunista (KKE) tra il 4,8 e il 5,6. Con questi risultati, secondo Reuters, a Nea Dimokratia otterrebbe 127 seggi (inclusi i 50 del premio di maggioranza), Syriza 72 seggi, ai socialisti Pasok 32, agli indipendentisti greci 21, ad Alba Dorata 19, alla Sinistra democratica 16 e ai comunisti 13
PRIMI EXIT POLL -Le prime proiezioni avevano già dato in vantaggio, ma di di un soffio Nea Dimokratia , il partito guidato da Antonis Samaras e a favore del memorandum sul piano di salvataggio da 130 miliardi di euro della Troika formata da Bce-Ue-Fmi. L’estrema sinistra Syriza di Alexis Tsipras, che vorrebbe restare nella moneta unica rinegoziando sull’ austerity aveva anch’essa sfiorato il 30%. .
BALZO DI 10 PUNTI - La tornata elettorale segna il balzo in avanti del 10 % dalle elezioni del 6 maggio, sia dei conservatori , sia della sinistra radicale.
RIUNIONE ALL’EUROGRUPPO - È stata annunciata un conference call tra i ministri delle finanze dell’ Eurozona, mentre la cancelliera Angela Merkel ha posticipato la sua partenza
LA TENSIONE, GLI ATTENTATI FALLITI - Non sono mancati nel giorno del voto episodi che hanno dato il segno della tensione che sta vivendo il Paese. Domenica mattina due persone in moto hanno lanciato una bomba (che non è esplosa) contro la sede diSkai ad Atene, subito evacuata. Skai fa parte di un gruppo editoriale della destra di proprietà dell’armatore Alafouzos. Una seconda granata, annunciata telefonicamente da un anonimo, è stata trovata dalla polizia nel cortile dell’edificio di Atene che ospita la tv Skai. Anche questo ordigno non è esploso.

L’APPELLO DI IERI DELLA MERKEL
ATENE - Gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla Grecia dove domani, per la seconda volta in poco più di 40 giorni, si torna alle urne per le elezioni legislative. Il responso sarà decisivo per il futuro del Paese e probabilmente per la sua permanenza nell’euro. Ma sarà carico di conseguenze anche per tutti i Paesi dell’Eurozona e oltre, tanto da essere la prima preoccupazione del vertice del G20 in programma da lunedì a Los Cabos, in Messico.
L’appello di Berlino - Anche oggi il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, ha ripetuto che l’uscita della Grecia dall’euro e dall’Unione europea avrebbe un "effetto devastante" perché metterebbe a rischio la coesione dell’intera Eurozona. Anche più diretto e ai limiti dell’ingerenza l’intervento di Angela Merkel. La cancelliera, citata da Bloomberg, ha auspicato che i greci eleggano un governo che onori i termini del salvataggio concordato con la comunità internazionale e la troika dei creditori istituzionali (Bce, ue e Fondo monetario internazionale): "È molto importante che nelle elezioni di domani il risultato sia la formazione di un governo che dica ’Ok, terremo fede agli accordi’ ".
Il monito degli Usa - Anche il presidente americano, Barack Obama, ha rivolto un monito ai dieci milioni di elettori greci sulle conseguenze del voto, per loro stessi e per l’euro. Insomma, tutti sperano che vincano gli eurofili, ma l’incertezza è grande sotto il cielo di Atene. I sondaggi non indicano un chiaro vincitore, ma registrano un’altalena tra Nuova democrazia di Antonis Samaras, lo storico partito conservatore greco, e Syriza, la sinistra radicale del giovane leader Alexis Tsipras. È possibile persino che le urne confermino la stessa situazione di stallo del 6 maggio scorso 1, quando nel parlamento neo eletto i partiti non riuscirono a formare una maggioranza e un governo. E ciò magrado la legge elettorale in Grecia attribuisca un consistente premio di maggioranza (50 seggi) al partito vincitore in un parlamento con 300 seggi.
Le forze in campo - Samaras si presenta come il garante della permanenza di Atene nell’Eurozona, anche se per conquistare elettori ha ripetuto più volte di voler rinegoziare alcuni capitoli del cosiddetto "memorandum", il piano di rigore negoziato con la troika in cambio dei prestiti. Molto più popolare fra i greci, molto meno all’estero e soprattutto sui mercati finanziari è il suo avversario Tsipras che, pur esprimendo la volontà di restare nell’euro, vuole fare piazza pulita del "diktat dei creditori". Se vincitore, Tsipras si è dato dieci giorni di tempo, all’indomani delle elezioni, per condurre "negoziati duri e puri" con l’Ue, in tempo per il vertice Ue del 28 e 29 giugno.
Il debito. Tutto ruota intorno al debito di Atene. Negli ultimi due anni i greci hanno ricevuto prestiti per 347 miliardi di euro, due tranche da 110 e 130 miliardi fino al 2015 e la cancellazione di un debito per 107 miliardi, l’equivalente di una volta e mezzo il suo Pil. Malgrado questa iniezione di liquidità, il Pil è sceso del 6,5%, la disoccupazione è salita al 22,6% e le banche stanno vivendo una vera e propria emorragia di prelievi da parte dei loro clienti, mentre le casse pubbliche potrebbe essere completamente vuote a metà luglio.
L’avviso di Juncker - Il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, in un’intervista al quotidiano austriaco Kurier, giudica dannoso per tutta l’Eurozona l’eventuale uscita della Grecia dall’euro: "Bisogna impedirlo. Avrebbe un effetto devastante. I greci devono esserne consapevoli", ha detto. "Se vincerà la sinistra radicale... le conseguenze sull’unione monetaria sono imprevedibili". Juncker ha voluto ricordare che l’Ue dovrà discutere con il futuro governo greco, qualunque esso sarà, ma che non è possibile "negoziare sul contenuto del programma di austerità per la Grecia" e che "questo dev’essere chiaro per i greci". Juncker ha annunciato che domani sarà in contatto con il presidente della Bce, Mario Draghi, e col commissario europeo per gli Affari economici e monetari Olli Rehn, anche se una posizione ufficiale non sarà resa nota prima di lunedì.
Berlino: "Ulteriori aiuti solo con austerità" - Da Berlino, il vice cancelliere tedesco, Philipp Roesler, citato dal Bild am Sonntag, aggiunge il suo carico, ricordando che ulteriori aiuti economici alla Grecia dipendono dal futuro impegno del governo nell’applicare le misure di austerità imposte dal prestito internazionale: "Qualsiasi futuro governo dovrà continuare le misure di austerità concordate e il corso delle riforme. Senza di esse, non ci potrà essere altro denaro". Roesler, anche ministro all’Economia della Germania, ha ripetuto che "la solidarietà non è una strada a senso unico".
Telefonata Hollande-Merkel. Il presidente francese Francois Hollande ha avuto oggi un colloquio telefonico ’fruttuoso’ con la cancelliera tedesca Angela Merkel, sulle ’’prospettive della situazione in Grecia’’ e per la preparazione del G20 e del prossimo Consiglio europeo. Lo comunica l’Eliseo in una nota.
(16 giugno 2012)