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 2012  giugno 17 Domenica calendario

A proposito di mode, che fine hanno fatto le cravatte? Ormai quasi nessun uomo le indossa più! Carla Gandolfi, Lecco Caro Signora, P referisco rovesciare il suo giudizio e constatare piuttosto che il declino delle cravatte è molto più lungo e lento di quanto i sociologi avessero previsto

A proposito di mode, che fine hanno fatto le cravatte? Ormai quasi nessun uomo le indossa più! Carla Gandolfi, Lecco Caro Signora, P referisco rovesciare il suo giudizio e constatare piuttosto che il declino delle cravatte è molto più lungo e lento di quanto i sociologi avessero previsto. Qualche tempo fa il presidente di un club londinese, in cui la cravatta era assolutamente obbligatoria, ritenne giunto il momento di proporre ai soci una regola più tollerante, almeno per alcune ore del giorno. Vi fu un referendum e la maggioranza si oppose. Nel frattempo il numero delle cravatte in circolazione è crollato, ma quelle che si trovano nei negozi sono più belle, meglio confezionate con tessuti pregiati e, naturalmente, più care. Esistono addirittura negozi di cravatte che sono diventati luoghi di culto. Francesco Cossiga, salvo errore, fu il primo presidente della Repubblica che adottò, per certi colloqui con la stampa di fronte alle telecamere, uno stile d’abbigliamento molto disinvolto. Ma non passava da Napoli senza visitare uno di questi negozi. Non è escluso quindi che la sorte della cravatta sia destinata a essere alquanto diversa da quella di un altro ingrediente della eleganza maschile molto in voga fra la fine del Settecento e gli inizi dell’Ottocento: il codino. I nobili, gli alti funzionari, gli ufficiali dell’esercito e della marina avevano capelli lunghi, ma raccolti dietro la testa in una piccola treccia, ornata di nastri e fiocchi, che scendeva dalla nuca sino alle spalle. Il codino fu considerato risibile e politicamente scorretto durante la rivoluzione francese, ma riapparve dopo la Restaurazione del 1815 e fu ostentato soprattutto da coloro che volevano manifestare in tal modo il loro attaccamento ai valori della tradizione. «Codino» divenne allora sinonimo di reazionario, retrivo, retrogrado. Da qualche anno la treccina sulla nuca è tornata di moda, ma serve soprattutto ai veterani del ’68, ragazzi che conquistarono i capelli lunghi sulle barricate studentesche e che, ormai invecchiati, non intendono rinunciare a quella pagina gloriosa della loro gioventù. Anch’essi sono, a modo loro, dei tradizionalisti. La cravatta invece non ha ancora interamente perduto la sua funzione e appare in certe occasioni persino intorno a colli giovanili. Come tutti gli ingredienti della moda è destinata a scomparire, ma potrebbe resistere ancora per qualche tempo. Per darle una idea, cara Signora, di come sia cambiata la moda nel corso del Novecento, ricorderò che nella prima metà degli anni Venti il notiziario radiofonico della Bbc veniva letto da un annunciatore che indossava lo smoking. L’azienda riteneva che occorresse, per parlare alla nazione, vestirsi particolarmente bene.