Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 04/06/2012, 4 giugno 2012
TESORI DALLE MARCHE. LA MOSTRA DELLE MERAVIGLIE
Tra le opere di Raffaello, Tiziano, Lorenzo Lotto, Sebastiano dal Piombo, Guido Reni, Guercino, Rubens e altri maestri dal Trecento al Novecento, spicca un piccolissimo dipinto di Carlo Crivelli, una tempera su tavola di appena ventuno centimetri per quindici. Raffigura una Madonna con Bambino e incanta per la delicatezza del viso della Vergine, la leggerezza della mano che gioca con il piedino del figlio, la precisione miniaturistica dei dettagli, la raffinatezza del mantello in velluto tempestato di perle e pietre preziose, la profusione d’ oro. Sullo sfondo, un paesaggio che sembra uscito dai sogni, con le montagne color pervinca in lontananza, il giardino turrito, i viali e le siepi dove si affaccendano giardinieri abbigliati all’ orientale, il cielo attraversato da ogni varietà di uccelli, il cardellino legato a un filo e trattenuto dal bambino. Il dipinto, che proviene dalla Pinacoteca civica «Francesco Podesti» di Ancona e varrebbe da solo una mostra, si può ammirare al Braccio di Carlo Magno in Vaticano, nella rassegna organizzata in occasione della chiusura temporanea della Pinacoteca anconetana per importanti lavori di ristrutturazione. Anziché parcheggiare le opere in un deposito, la regione Marche e la direzione del museo hanno scelto di presentare le più importanti in una esposizione che raccoglie anche altri capolavori del patrimonio artistico marchigiano, provenienti dai musei civici e diocesani di tutto il territorio. Curata da Costanza Costanzi, Giovanni Morello e Stefano Papetti, la mostra vaticana a giugno raggiungerà Buenos Aires. Organizzata secondo un percorso cronologico, si può leggerla anche seguendone i temi iconografici, che sono in maggioranza religiosi e in particolari mariani. D’ altronde le Marche conservano il santuario mariano più importante d’ Italia, la casa di Nazareth, che la leggenda vuole trasportata in Italia dagli angeli. Secondo una recente ipotesi storica sarebbe stata smontata pietra su pietra e trasferita sulle rive dell’ Adriatico dalla nobile famiglia degli Angeli, originaria di Costantinopoli. Tra le meraviglie da non perdere, l’ Annunciazione di Guido Reni, proveniente dalla Pinacoteca di Fano e ritenuta dal pittore pesarese Simone Cantarini, forse con una punta di campanilismo, «la più bella tavola del mondo». Sorprende la scena, completamente avulsa dal canone iconografico della Controriforma, che voleva la Vergine sottomessa e spaventata davanti all’ irruzione dell’ angelo. Qui Maria è una fanciulla consapevole, che osa guardare Gabriele dritto negli occhi, soltanto un po’ incredula che la prescelta sia proprio lei. Così come è stupefacente la scena dello sposalizio, nelle «Storie della vita della Vergine», dipinte da Paolo Veneziano agli inizi del Trecento. Il racconto, fin troppo umano, fa sorridere e commuovere. Maria, adolescente col volto da contadinella, tiene il capo basso piena di vergogna, la mano sinistra sul grembo in stato di avanzata gravidanza. Giuseppe, fili bianchi tra la barba e i capelli, la guarda con gli occhi pieni di sospetto. Al centro, il gran sacerdote ha l’ aria irritata di chi deve porre rimedio a una situazione incresciosa. Alle spalle degli sposi, gli invitati sussurrano pettegolezzi. Tra i dipinti di carattere laico, la celebre «Veduta di Ancona», che secondo gli storici dovrebbe essere una delle «parti buone» della grande pala con «L’ incoronazione di san Nicola da Tolentino» di Andrea Lilli, ritagliata nel 1929 perché «troppo avariata». E l’ espressivo ritratto di Francesco Arsilli, dipinto a Roma nel 1522 da Sebastiano dal Piombo, che per l’ occasione ritorna nella città in cui venne realizzato. Arsilli, che era il medico dell’ artista, ottenne forse il quadro come ringraziamento e lo portò con sé rientrando nella città natale, Senigallia, dove restò in possesso dei suoi discendenti fino al 1975, quando venne donato alla Pinacoteca di Ancona.
Lauretta Colonnelli