Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 27/05/2012, 27 maggio 2012
RIGATTIERE E FALSARIO: UN PITTORE
Rigattiere, falsario, pittore. Angelo Caroselli fu soprattutto un artista irriverente, come lo definisce Daniela Semprebene, nel suo bellissimo libro appena uscito dall’ editore Gangemi. La studiosa ricostruisce la vita e le opere del pittore caravaggesco, nato nel 1585 nel rione all’ epoca chiamato dei Quattro Cantoni, intorno alla chiesa di San Carlo al Corso, e morto sessantasette anni dopo, nella stessa zona. Vi abitò per tutta la vita, a parte il breve soggiorno a Napoli, tra il 1617 e il 1625. Di lui sono rimaste un centinaio di opere, tutte rintracciate da Semprebene, che le riproduce nel libro con le relative schede. Raffigurano mezzane e prostitute, suonatori e negromanti. E qualche Madonna con bambino da appendere a capo del letto, ché Caroselli fu soprattutto «pittore da stanza». Opere che sono conservate in alcune chiese di Roma, come «La messa di San Gregorio» e l’ «Ascensione» (copia da Jacopo Zucchi) nella chiesa di Santa Francesca Romana; il «Viso di donna orante» e il «Viso del Cristo» custoditi nel convento nuovo dei Cappuccini. Altre presso antiche Gallerie romane, come quella dei Colonna, dei Pallavicini, dei Corsini, dei Barberini, dei Chigi. O presso prestigiosi musei stranieri, come la National Gallery di Londra o il Kunsthistorisches di Vienna. Tantissimi in collezioni private, tra cui il bellissimo «Ritratto di attore», in cui pare che il pittore abbia raffigurato se stesso, con una maschera in mano e il berretto rosso fermato da un medaglione. Il viso, tracciato in punta di pennello, ha un’ aria sensuale e malinconica. Restano altri autoritratti, che pare eseguisse di frequente per far colpo sulla prima moglie, Maria Turca, della quale era molto invaghito. Ritraeva anche lei. Si può vederne il volto nelle prime «Vanitas» come quella conservata alla Galleria Corsini, mentre è forse un’ altra ragazza quella che compare nella «Vanitas» acquistata nel secolo scorso da Roberto Longhi. Chissà se Caroselli avrebbe mai immaginato di finire nella collezione del più raffinato conoscitore del Novecento, lui che ebbe tra i suoi committenti soprattutto sarti, barbieri, macellai, speziali. Amico del celebre stupratore Agostino Tassi - che vestiva in modo elegante, girava a cavallo con il cameriere dietro, era amico dei papi - Caroselli non ebbe mai un cavallo né abitò mai in un palazzo, ma solo in case povere dalle quali veniva regolarmente cacciato per morosità. Pare fosse un grande amante e un grande traditore. Era stato completamente dimenticato. Ora Semprebene ce lo restituisce in pagine documentate, scritte con una passione e divertimento.
Lauretta Colonnelli