Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 21/05/2012, 21 maggio 2012
DALLA CINA AL PERU’. QUEI RESTAURI
Mentre al piano terra del Complesso del San Michele si lavora senza sosta al restauro della Resurrezione di Lazzaro di Caravaggio, negli uffici ai piani superiori fervono i preparativi per la partenza verso la Libia, da dove è arrivato l’ incarico di rimettere a posto l’ antica villa romana di Selene, poco lontana da Leptis Magna. Siamo nei laboratori dell’ Iscr (Istituto superiore per la conservazione e il restauro), che dopo le penose vicende di due anni fa ha ripreso la sua attività a pieno ritmo. All’ inizio del 2010, infatti, dopo un lungo contenzioso con i Frati Minimi di San Francesco di Paola, l’ Istituto dovette lasciare Palazzo Borgia, dove risiedeva dal 1939, quando aveva iniziato la sua attività sotto la direzione di Cesare Brandi. Per un po’ di tempo si temette addirittura la chiusura di questo centro noto in tutto il mondo per la sua eccellenza. Poi il ministero dei Beni culturali concesse finalmente una nuova sede. «Ma nel frattempo - racconta la direttrice Gisella Capponi - abbiamo dovuto interrompere per quattro anni i corsi di formazione e di aggiornamento. E sospendere l’ accettazione di nuovi lavori, anche perché tutto il 2010 se n’ è andato nel trasloco». Tra gli appuntamenti che incombono c’ è la mostra a Palazzo Braschi, il 13 giugno, per presentare il restauro dell’ opera di Caravaggio, arrivata da Messina cinque mesi fa con estesi sbiancamenti e microfratture. Vi stanno lavorando Emanuela Ozino Caligaris e Carla Zaccheo, sotto la direzione di Anna Marcone. Dopo l’ esposizione romana, finanziata dall’ associazione culturale Metamorfosi, la tela tornerà al museo regionale di Messina. Negli archivi dell’ Iscr resteranno i campioni dei materiali usati per il restauro, a disposizione degli esperti che dovessero intervenire in futuro. «In questo modo - spiega Marcone - il loro compito sarà facilitato. Sapranno come hanno reagito le vernici di protezione e come sostituirle senza andare per tentativi». Imminente la partenza per la Libia di un gruppo di restauratori che dovranno intervenire sugli splendidi affreschi e mosaici di Villa Selene. La costruzione ha conservato il peristilio, il triclinium, le camere, la terrazza sul mare. Tutti gli ambienti sono decorati con figure di uccelli, scene di caccia, acrobati che danzano sulle corna dei tori. Stupefacente il mosaico costruito con sassolini di appena due millimetri di lato, che raffigura Anfitrite, la sposa di Nettuno, con il figlio Tritone. Le richieste di restauri, corsi di formazione e consulenze arrivano quasi più dall’ estero che dall’ Italia. L’ Istituto è impegnato in tutti i paesi del medio oriente, oltre che in Cina, Perù, India. Sette mesi fa, dopo una questione durata decine di anni, il ministero dei Beni culturali ha finalmente equiparato il diploma dell’ Istituto a una laurea abilitante alla professione. Durante i corsi si interviene direttamente sulle opere da restaurare. Pezzi minori, conservati nei depositi dei musei. Ma può succedere che, durante i lavori, qualcuna di queste opere riveli una fattura raffinata. Come è capitato alla Madonna in trono col bambino, una statua di legno policromo proveniente dai deposti di Castel Sant’ Angelo, la cui origine è stata individuata nell’ Umbria del Trecento e che con la ripulitura si è conquistata l’ onore dell’ esposizione a Palazzo Venezia. O come è avvenuto con l’ affresco strappato nel 1963 dalle pareti della chiesa di Sant’ Agostino a Gallese, nei pressi di Viterbo. Il dipinto, risalente alla prima metà del Cinquecento e raffigurante una pregevolissima Deposizione, fu staccato in malo modo da un vandalo che lo frantumò in varie parti. Lui fu denunciato. L’ opera, sequestrata dal tribunale, è rimasta fino ad oggi presso l’ Iscr, che alla fine dei lavori la restituirà alla chiesa.
Lauretta Colonnelli