Lauretta Colonnelli, Corriere della Sera 15/05/2012, 15 maggio 2012
MEMORANDUM PER IMMAGINI
Migliaia di fotografie, scattate in un arco di tempo lunghissimo che va dal 1851 agli anni ’ 70 del Novecento, rimaste fino ad oggi in undici archivi privati e in cinque di proprietà pubblica. Appaiono ora in due grandi mostre allestite presso l’ Istituto centrale per il catalogo e la documentazione (al Complesso di san Michele in Trastevere) e presso il Museo preistorico etnografico «Luigi Pigorini» all’ Eur, in occasione di Memorandum, festival della fotografia storica ideato da Fabrizio Lava e Alessandro Perna (fino al 15 giugno). Si va dai precursori dei reportage di guerra, come Felice Beato, Roger Fenton e James Robertson, al grande fotoreporter milanese Gianfranco Moroldo, che entrò a L’ Europeo nel 1954 e per mezzo secolo seguì gli inviati del settimanale in giro per il mondo. In mostra, frammenti della sua vasta attività: dalle testimonianze sul disastro del Vajont e sui combattimenti in Vietnam all’ immagine dell’ ex forzato Roger Dufay (il celebre Papillon), affacciato alla finestra della sua baracca, dove aveva avviato, una volta scontata la pena alla Caienna, un commercio di rettili imbalsamati e farfalle. Le stampe all’ albumina di Beato e Robertson e le carte salate di Fenton raccontano la guerra di Crimea (1855-56). Eccezionali le immagini di James Anderson, fotografo inglese operante a Roma dal 1840 in poi, che immortalò la città preunitaria. Qui si può osservare una stampa che ritrae il Colosseo, con la fontana della Meta Sudans ancora in piedi e, in primo piano, i terreni sul Palatino coltivati a vigne. Chi ama i reportage di viaggio, può incantarsi davanti alla veduta di Pechino con l’ infinita distesa di tetti a pagoda su casette a due piani, inserita nei quattro album di Giulio Grazioli Lante della Rovere, che tra il 1878 e il 1879 esplorò insieme al fratello Mario l’ Asia e l’ America del Nord. Si scoprono paesaggi inusuali e scene di vita quotidiana di centocinquant’ anni fa in India, Giappone, Canada, Australia, Paraguay e piccole Hawaii. Ma anche un meridione d’ Italia quasi sconosciuto, che emerge dagli scatti ritrovati poco tempo fa dai nipoti nello studio del medico calabrese Randolfo Fauci, un diario fotografico che documenta le battute di caccia del barone Barracco e le fiere di bestiame, i volti dei propri pazienti e le feste di matrimonio. Agli appassionati di fotografia sono offerte in questo periodo anche altre occasioni. Al Macro (fino al 10 giugno) Marco Delogu cura la rassegna del primo nucleo della nuova collezione di fotografia del museo: 35 opere scelte tra i ritratti che artisti italiani e stranieri hanno dedicato negli ultimi dieci anni alla città di Roma. Al Museo civico di zoologia (fino al 31 luglio) è in corso la mostra «Le emozioni dei mari del mondo», con ottanta scatti di Alberto Muro Pelliconi, soprannominato «l’ artista del mare» per la sua capacità di catturare le immagini dei fondali di Polinesia, Caraibi, Ocecano Atlantico, oltre che del Mediterraneo. Infine, alla British School (via Gramsci 61, fino al 31 maggio) si può vedere la rassegna «Transitions. Tre fotografi a Delhi», scelti dallo storico dell’ arte Deepak Ananth per illustrare i cambiamenti subiti dalla capitale indiana negli ultimi sessant’ anni. Notevole il contrasto tra le nitide foto in bianco e nero di Madan Mahatta, che ritraggono gli edifici del centro creati nella metropoli ancora coloniale dall’ architetto Edwin Lutyens, e i mostruosi conglomerati che continuano a svilupparsi nella periferia, ripresi da Bharat Sikka.
Lauretta Colonnelli