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 2012  giugno 15 Venerdì calendario

GIANFRANCO MICCICHÈ IO INFLUENZO, CHE MALE C’È?

Signor presidente, signor ministro della Giustizia, (...) mi riferisco a questo incredibile – secondo me – reato di traffico di influenza. Non so se voi conoscete bene qual è il lavoro che normalmente fanno i politici, specialmente in alcune zone del Paese: posso dire che noi, deputati di Grande Sud, passiamo la giornata a cercare di “influenzare” – mi posso costituire – nel senso che abbiamo tutti i giorni a che fare con qualche impresa che viene a chiederci un aiuto perché sta per chiudere, mandando a casa decine di persone perché non riesce a ottenere 10 mila euro di prestito da una banca; io cerco di influenzare il direttore di quella banca. Abbiamo gente che viene tutti i giorni da noi perché cerca di ottenere una visita da un primario, non il 12 settembre prossimo, come gli dicono, ma con urgenza perché ha una malattia grave; io cerco di influenzare quel primario. Tutti i giorni viene da me un pescatore cercando un aiuto e una mano perché – giorno dopo giorno – gli sequestrano i tonni che pesca perché l’Europa dice che i tonni non si possono pescare in Italia, ma dobbiamo aspettare che li vengano a prendere i giapponesi, appena girano l’angolo di Trapani. Io cerco tutti i giorni di influenzare, dalla Guardia di finanza fino a tutti i commissari europei, per evitare che questo accada. Io sto tutto il giorno a cercare di influenzare qualcuno perché possa dare lavoro a un disoccupato siciliano, pugliese, calabrese o campano. Signor ministro, il combinato disposto tra le intercettazioni e il reato di traffico di influenza ci mette nelle condizioni di essere, noi di Grande Sud, matematicamente tutti indagati. Allora, siccome siamo in un momento di crisi e dobbiamo anche risparmiare, le dico sinceramente che tanto vale che ci costituiamo tutti e si faccia un maxi-processo a noi politici del sud, perché passiamo la giornata a cercare di influenzare qualcuno per ottenere quel minimo di aiuto che oggi lo Stato ci può dare (...). La invito, seriamente, a rivedere l’articolo sull’influenzabilità nella Pubblica amministrazione perché è un errore realmente grave di cui tutti noi ci pentiremo – lo dico a tutti quelli che voteranno questo provvedimento – tra qualche anno amaramente.