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 2012  dicembre 16 Domenica calendario

SULLE DISMISSIONI SI INIZIA CON 350 BENI DA 1,5 MILIARDI

Al via il piano Grilli-Scalera per la dismissione degli immobili pubblici. Il Consiglio dei ministri di ieri ha approvato, accanto al Dl sviluppo, un decreto legge che dà il via a un maxi-fondo per la gestione dei migliori beni di Stato ed enti locali. Si parte con 350 cespiti dal valore inventariale di 1,5 miliardi ma è una dote che sul mercato potrebbe anche triplicarsi. A completare il tris di strumenti sulla cessione degli asset pubblici intervengono poi i due "contenitori" – uno immobiliare, l’altro mobiliare – da 1 miliardo ciascuno contestualmente annunciati dalla Cassa depositi e prestiti.
Delle quattro norme che compongono il Dl le prime due sono dedicate alle dismissioni. L’articolo 1 riguarda l’acquisto di partecipazioni di Sace, Simest e Fintecna (su cui si veda altro articolo a pagina 11); il 2 si concentra sulle alienazioni di beni. Lo strumento utilizzato è il fondo immobiliare previsto dall’articolo 33 del decreto 98/2011. Che viene però modificato in più punti per realizzare il progetto messo a punto dal viceministro dell’Economia e dal direttore Demanio. E proprio Mef e Agenzia saranno i protagonisti principali della vicenda. La società di gestione del risparmio (Sgr) che governerà il maxi-contenitore sarà infatti partecipata al 40% dal primo e al 60% dalla seconda. Il suo compito sarà quello di valorizzare e mettere a reddito i migliori edifici che verranno conferiti dallo Stato e dagli enti territoriali.
La lista di partenza dovrebbe contenere 350 voci per un valore di 1,5 miliardi. Ma grazie alla valorizzazione degli enti locali e alla trasformazione edilizia eventualmente decisa dai futuri soci privati questa dote potrebbe anche triplicare. Per formare l’elenco si attingerà innanzitutto ai 13mila beni che con il federalismo demaniale sarebbero dovuti passare dal centro alla periferia. Ma le porte della Sgr saranno aperte anche alle carceri inutilizzate, agli immobili ex Difesa, ad alcuni beni culturali e agli altri cespiti che Regioni, Province e Comuni decideranno di alienare. All’interno del veicolo principale potrebbero essere poi creati dei sotto-fondi in base alla tipologia di appartenenza (castelli, caserme eccetera) o di destinazione (ad esempio alberghi).
Per far partire l’operazione servirà un decreto attuativo dell’Economia che potrebbe arrivare già la prossima settimana. Il Dm dovrebbe anche precisare come verranno ripartiti gli introiti prodotti dal conferimento dei beni. Lo schema dovrebbe essere il seguente: per gli immobili statali i proventi andranno direttamente all’abbattimento del debito centrale; per quelli locali il 75% tornerà all’ente proprietario sotto forma di quote del fondo e il restante 25% come liquidità (compatibilmente però con la pianificazione economico-finanziariadella Sgr); per quelli individuati nel l’ambito del federalismo demaniale il 75% andrà alla riduzione del debito locale e il 25% a quello centrale.
Sempre in tema di dismissioni va sottolineata l’intenzione della Cassa depositi e prestiti, di attivare un veicolo deputato alla «valorizzazione/trasformazione» degli immobili degli enti locali. Il contenitore conterà su un plafond iniziale di 1 miliardo e sarà partecipato al 100% dalla Cassa. Che sarà presente sia a monte del processo di valorizzazione, attraverso la propria direzione immobiliare, sia a valle con la gestione affidata a Cdpi Sgr..
Soddisfatto per le scelte del l’esecutivo il presidente dell’Anci, Graziano Delrio, che ha ricordato come già due anni fa l’associazione dei sindaci «propose la costituzione di due fondi, uno immobiliare e l’altro mobiliare». Certo, ha aggiunto, bisognerà ora leggere il Dl. Nella convinzione che «per giocare questa partita al meglio è essenziale la collaborazione e il coinvolgimento di tutte le istituzioni, a cominciare dall’Agenzia del Demanio e dalla Cdp».