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 2012  giugno 15 Venerdì calendario

L’unico vero posto fisso? Quello del parlamentare - C’è chi sostiene che l’Italia sia ostaggio da anni di una gerontocra­zia inchiodata alle proprie poltrone, schiava della logica della cooptazio­ne e dell’appartenenza

L’unico vero posto fisso? Quello del parlamentare - C’è chi sostiene che l’Italia sia ostaggio da anni di una gerontocra­zia inchiodata alle proprie poltrone, schiava della logica della cooptazio­ne e dell’appartenenza. E chi ribatte che se ci sono così tanti sessantenni, settantenni e ottantenni nei posti di potere dipende semplicemente dal fatto che questi ultimi sono più bravi. Punti di vista. Di certo nessuno può affermare che il nostro Paese sia campione del mondo di ricambio generazionale, considerato che l’età media dell’at­tuale governo è di 64 anni, quella dei senatori è di 57 anni e quella dei depu­tati 54. Ma al di là dell’aspetto anagra­fico, l’altro elemento che colpisce è il costante tentativo di trasformare un’elezione in Parlamento in una sor­ta di assunzione a tempo indetermi­nato. Sì, perché nonostante lo tsuna­mi rappresentato da Tangentopoli e il forzato ricambio per via giudiziaria di buona parte della nostra classe poli­tica, non mancano i deputati e i sena­tori dalla infinita militanza, politici che hanno dimorato nei palazzi più di 20 o 30 anni e non hanno nessuna intenzione di avviare le pratiche per la pensione. «Il parlamentare? Un bellissimo la­voro, peccato che sia un po’ precario, ci vorrebbe una bella regolarizzazio­ne » scherzava qualche giorno fa un deputato in Transatlantico, nel corso di una discussione sul classico argo­mento da fine legislatura: il computo delle possibilità di rielezione. In effet­ti mai come questa volta il timore di un ampio turnover è forte e sentito nella compagine degli eletti. Questi ultimi mesi rischiano, infatti, di rap­presentare il passo d’addio per molti parlamentari e le percentuali di ricon­ferma - molto elevate negli anni pas­sati- sembrano destinate a un drasti­co calo. Ci sono alcuni dati da tenere in con­siderazione. Nell’attuale legislatura solo 251 deputati su 630 e 103 senato­ri su 315 siedono in Parlamento da meno di cinque anni, rispettivamen­te il 39,9 e il 32,7 per cento. La maggior parte dei parlamentari, invece, ha al suo attivo due o più mandati: sono 12 i deputati che sono parlamentari da oltre 20 anni, 82 quelli che ci hanno passato dai 15 ai 20 anni, 107 tra i 10 e i 15. Stessa situazione per i senatori: in 13 sono in parlamento da più di 20 an­ni, in 45 dai 15 ai 20 anni, in 67 da 10 a 15 anni. Nell’elenco dei recordman di Mon­tecitorio­in base ai dati elaborati me­ritoriamente dall’associazione Openpolis­figura al primo posto Gior­gio La Malfa che tra tre giorni compi­rà­i 38 anni di per­manenza. Il figlio di Ugo La Malfa, milanese, classe ’39, è professore ordinario di Poli­tica economica nell’Università di Catania, in peren­ne aspettativa per mandato par­lamentare. È deputato sin dalla sesta legislatura, riconfermato quasi inin­terrottamente fino a oggi. È stato mini­stro del Bilancio nei primi anni Ottan­ta. Nel suo percorso una sola defail­lance : quella della dodicesima legisla­tura - dal 1994 al 1996 - quando non venne rieletto.Dopo di lui c’è il centri­sta Mario Tassone, parlamentare da oltre 33 anni, con trascorsi nella Dc, nel Ppi, nel Cdu e poi nell’Udc. Dopo di lui figura Francesco Colucci, parla­mentare Pdl, l’unico ad essere stato eletto per quattro volte questore di Montecitorio (dal 1992 al 1994 e dal 2001 a oggi). E poi due leader di parti­to, veri e propri professionisti della po­litica: il presidente della Camera, Gianfranco Fini e il numero uno del­l’Udc, Pier Ferdinando Casini. En­trambi sono quasi a quota 29 anni e nel 2013 varcheranno la soglia dei 30 anni di presenza continuativa nelle assemblee degli eletti. Niente male. Con loro, nel lontano 1983, entrò in Parlamento per la prima volta anche Francesco Rutelli. Il leader dell’Api, però, nella classifica è fermo a 19 anni e 276 giorni, a causa dei due mandati da sindaco di Roma. E poi ancora: Li­via Turco e Teresio Delfino, da più di 24. Massimo D’Alema da più di 22 (si vocifera che potrebbe non ripresen­tarsi e puntare a un incarico da Com­missario euro­peo). Umberto Bossi da più di 20. A Palazzo Mada­ma la palma del più «longevo» va a Beppe Pisanu con i suoi 38 anni e 29 giorni. Classe 1937, con le sue dieci legislature (come La Malfa), Pisanu è in assoluto il parlamentare di più lungo corso, esclusi i senatori a vita. Il suo ingresso in Parlamento risale a quattro decen­ni fa. Da allora ha saltato solo il bien­nio dal ’ 92 al ’94.A seguirlo Altero Mat­teoli, Filippo Berselli e Carlo Vizzini, sopra i 28 mentre Anna Finocchiaro ha più di 24 anni di militanza. C’è poichifa un campionato a par­te come Giulio Andreotti. Senatore a vita dal ’91 su nomina di Francesco Cossiga, sette volte presidente del Consiglio, è da 64 anni in Parlamen­to, in pratica ininterrottamente in ca­rica dall’Assemblea costituente. Una vera icona e un modello di vita per tut­ti coloro che aspirano a conquistare il posto fisso in Parlamento.