Laura Cesaretti, il Giornale 14/6/2012, 14 giugno 2012
Mal di pancia a «Repubblica» per la festa del giornale - Repubblica delle Idee , in cerca di un’idea risolutiva per sopravvivere senza Cav
Mal di pancia a «Repubblica» per la festa del giornale - Repubblica delle Idee , in cerca di un’idea risolutiva per sopravvivere senza Cav. Non è un caso che il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari e diretto da Ezio Mauro abbia deciso di lanciare la Festa di Repubblica (da oggi a domenica a Bologna) proprio quest’anno, il primo dell’era post Berlusconi. Il primo senza la gallina dalle uova d’oro per le tirature del giornale, una fucina di meravigliose storie piene di sesso soldi e presunti reati, e di campagne rutilanti e redditizie: da Noemi a Ruby, dalle intercettazioni libidinose da pubblicare in pagina e far ascoltare sul sito alle«dieci domande»sparate contro il premier ai post-it gialli sulla prima pagina bianca. Che fare senza di Lui? Intanto una festa, si sono detti. Causando però un po’ di problemi interni: il corpo redazionale, a parte poche eccezioni, ha scoperto della propria festa leggendone il banner e il programma sul sito del giornale.E naturalmente il gioco del chi c’è e chi non c’è ha seminato irritazioni e amarezze tra gli «esclusi» dai dibattiti, fitti di grandi firme (Concita De Gregorio, Rampini, Merlo, Tito, Giannini, Ilvo Diamanti con ben tre presenze, etc etc). Il direttore, tutto concentrato nell’impresa, si è accorto solo negli ultimi giorni del nervosismo in redazione, e ha pensato di rimediare con una affettuosa mail collettiva: «È la festa di tutti noi, siete tutti invitati a partecipare ». La pezza è stata però giudicata peggiore del buco: «E a fare il giornale chi resta, secondo lui?». Ai piani alti di largo Fochetti il problema del grande vuoto da riempire se lo sono posto da subito: «Finché Berlusconi è stato al centro della scena noi siamo riusciti a incarnare il vero polo antagonista, e questo dava un’identità ai nostri lettori», è il ragionamento che più volte il direttore ha fatto ai suoi. Ora con che si può rimpiazzarlo? La Festa è nata così: un po’ per ragioni di marketing, per ridare un orizzonte e un’identità alla «community di Repubblica », formula che Mauro usa quasi ossessivamente, e rimotivarla a comprare la propria copia quotidiana, invertendo l’emorragia in corso. Un po’ per ragioni politiche: la crisi dei partiti, è l’assunto da cui si parte,è anche«crisi della sinistra », che ha perso riferimenti e valori. Repubblica vuol diventare il «giacimento culturale» cui la sinistra attinga per rifondarsi. Insomma, per parlare come si mangia, Rep vuol dettare la linea ( e la leadership) del futuro centrosinistra di governo. Bersani leader non piace, ma di qui a dire che a largo Fochetti abbiano individuato il nuovo «papa straniero » da investire ce ne corre. Mauro, Scalfari e De Benedetti, novelli Diogene, lo cercano con la lanterna: Barca? Troppo acerbo e di sinistra. Saviano? Troppo ingenuo e poco di sinistra. Nel frattempo, hanno operato una virata (ricambiata dal Prof, in fredda col Corriere ) in direzione Monti, che non a caso sarà la star della festa, intervistato da direttore e fondatore. «Monti è la migliore soluzione possibile »,è il recente endorsement dell’Ing. «Non si può non vedere la solitudine in cui i partiti della maggioranza, che hanno perso ogni spirito riformatore, stanno lasciando Monti», arringava ieri Mauro nella riunione di redazione. Scalfari poi randella una domenica sì e l’altra pure il Pd e il suo segretario, ed esalta il premier. Bersani non ne può più, e pure nel suo intervento parlamentare di ieri si è sfogato contro la «politica salottiera» di Rep: «Vorrei dire a qualche facile commentatore che qui non ci sono palle al piede per il governo ma persone che si stanno caricando di una mediazione difficile nel paese. Vengano con me in giro per l’Italia,e vedrannoquant’èdifficile ». Poi però - ramoscello d’ulivo - ha offerto sostegno agli eventuali candidati di Libertà e Giustizia (leggi De Benedetti) al Cda Rai.