Giovanni Caprara, Sette 15/6/2012, 15 giugno 2012
SENTINELLE MADE IN ITALY PER PROTEGGERE LA TERRA
«Le Sentinelle cambieranno il nostro modo di aver cura della Terra, ci aiuteranno a gestire meglio l’ambiente, a conoscere e a mitigare gli effetti del cambiamento climatico, e ci garantiranno anche quella sicurezza civile di cui abbiamo bisogno». Così Volker Liebig spiega l’importanza di un piano con il quale l’Europa vuol guidare l’operazione di salvaguardia (o di salvezza?) del Pianeta. Liebig dirige da anni i programmi di osservazione della Terra dell’Agenzia spaziale europea Esa e il centro Esrin di Frascati dove sono elaborate le conoscenze ambientali raccolte dai satelliti. Qui, tra i colli e le imponenti ville papali, pioveranno i dati che i cinque satelliti “Sentinel” rileveranno dallo spazio secondo il “Piano Gmes” (da Global Monitoring for Environment and Security). E ogni cinque giorni forniranno un completo scandaglio dell’intera Europa. Ma che differenza ci sarà rispetto alle altre osservazioni fin qui compiute dall’orbita?
Lavoro di routine. «Sarà un cambio decisivo» precisa Volker. «Finora si spedivano lassù degli osservatori che controllavano in maniera specialistica, ma ristretta, alcuni aspetti ambientali. Compivano delle indagini per capire alcuni fenomeni o indagare i diversi aspetti. Le Sentinelle, invece, primo sistema del genere al mondo, effettueranno un lavoro di routine, di costante osservazione, mostrandoci ciò che accade sulla terra, sui mari, nell’atmosfera. Saranno, insomma, degli strumenti di servizio convenzionale come i satelliti meteorologici che ci regalano le previsioni quotidiane del tempo». Vale a dire che si passa dall’indagine scientifica alla fornitura di un prodotto. Proprio per questo la costellazione delle Sentinelle sarà sempre doppia in modo da garantire ai centri produttori di questo genere di servizi ambientali una continuità. Al pari di quanto accade per le telecomunicazioni via satellite.
Ma che cosa ci trasmetteranno per essere tanto utili e necessari? «Nei mari», spiega Volker, «misureranno senza sosta il loro livello in aumento, tanto da prevedere che entro la fine del secolo salirà di un metro». Ma nello stesso tempo controlleranno la qualità delle acque (compresi gli scarichi inquinanti lasciati dalle navi che lavano le stive, consentendone così l’individuazione) e le loro temperature, aiutando a gestire la produttività e quindi la pesca.
Sulla terra sono numerosi gli interventi previsti. A cominciare dalle città. Gli occhi spaziali sorveglieranno edifici e monumenti soprattutto in quelle aree soggette a modifiche del suolo capaci di compromettere la stabilità delle strutture. Altrettanto si effettuerà con il territorio in genere per monitorare cambiamenti rischiosi. «Per esempio, con questi metodi abbiamo misurato un abbassamento di circa dieci centimetri di una pista dell’aeroporto di Fiumicino» aggiunge Volker. «Rilievi del genere sono importanti nella costruzione di metropolitane ma anche per collocare condotte elettriche, sistemare impianti eolici o solari, installare gasdotti». Il monitoraggio costante delle caratteristiche del territorio, inoltre, è una premessa per consentirne una migliore amministrazione. Il mondo agricolo potrà trovare nelle Sentinelle uno strumento efficace nel governare le coltivazioni sotto i diversi aspetti. Seguendone la crescita e lo stato di “salute” (calibrando eventuali interventi protettivi) e amministrando l’irrigazione, la quale dipende dalle condizioni del suolo ma anche dalla meteorologia. Una simile valutazione combinata sarà possibile proprio grazie ai differenti tipi di “occhi cosmici” a disposizione. Alcune Sentinelle, infatti, scruteranno l’atmosfera valutando le sue caratteristiche, incluso l’inquinamento, sfornando mappe degli inquinanti nelle diverse zone ma estraendo pure quei dati utili alle coltivazioni.
Il mondo dei ghiacci. Un’informazione ancora più sofisticata riguarderà il mondo dei ghiacciai, che possono ridurre gli spessori e scorrere più rapidamente per l’aumento della temperatura sottostante. Naturalmente nelle condizioni delle emergenze determinate da disastri naturali, in tempi brevi, sarà possibile valutare le conseguenze e facilitare gli interventi. La sicurezza civile, infine, sarà accresciuta nel controllo delle migrazioni sulla terra e per mare.
Tutti questi compiti verranno soddisfatti da Sentinelle di diverso tipo costruite da Thales Alenia Space e Astrium, dotate di radar, sistemi ottici e un’ampia varietà di altri sensori. La loro gestione sarà inizialmente curata da Esa e Eumetsat, ma si pensa a un’agenzia autonoma, come per esempio la stessa Eumetsat per l’informazione meteorologica.
Sentinel-1 è quasi completato e se ne prevede il lancio nella seconda metà dell’anno venturo. I dati saranno raccolti da vari centri europei e per l’Italia è installata la prima stazione al centro di Matera della Telespazio che con la consociata e-Geos elaborerà i dati inviati poi all’Esrin di Frascati. «Ci stiamo preparando per i servizi delle emergenze, della sicurezza marittima, fornendo indicazioni in 30 minuti, e nella produzione di mappe ambientali di varia natura» racconta Federica Mastracci, responsabile delle applicazioni in e-Geos. «La quantità di informazioni che riceveremo sarà enorme ma gli archivi raccolti consentiranno di affrontare i problemi ambientali come mai era avvenuto finora. Da un simile grande serbatoio di conoscenza potranno nascere servizi preziosi, scaturiti pure da nuovi algoritmi matematici capaci di estrarre informazioni finalizzate alle necessità. Tutto dipenderà dai bisogni che si prospettano, dalla creatività e dall’intraprendenza di chi affronta questo innovativo mondo del lavoro». A integrare e arricchire ulteriormente le attività delle Sentinelle ci saranno altri satelliti ambientali dell’Agenzia spaziale italiana Asi (CosmoSkymed), dell’Esa stessa e della Nasa.
In attesa dei fondi. La prima famiglia dei Sentinel è già finanziata con 3,4 miliardi di euro versati dall’Esa e dalla Commissione europea. «Per garantire il loro utilizzo nei prossimi sette anni occorreranno altri 5,8 miliardi di euro», spiega Joseph Aschbacher, a capo del progetto Gmes. «Se non saranno assicurati i fondi si rischia di non lanciare l’anno prossimo il primo satellite perché non avremmo le risorse per gestirlo». La Commissione europea chiede che siano gli Stati a garantire con fondi propri le altre risorse necessarie, e questo ha causato una crisi da affrontare e risolvere come è stato evidenziato alla Conferenza di Copenaghen “Gmes, in action” organizzata dalla stessa Commissione e dall’Esa. Secondo le valutazioni di Bruxelles, i benefici generati fino al 2030 dall’impiego delle Sentinelle favorirebbero un aumento del Prodotto interno lordo europeo dello 0,2 per cento, corrispondente a circa 6,9 miliardi di euro l’anno, e creerebbero nuovi posti di lavoro. Ciò significherebbe che per ogni euro speso per Gmes ci sarebbe un ritorno di 10 euro. «Le infrastrutture spaziali sono indispensabili per la nostra economia, l’ambiente e la sicurezza», ha sottolineato José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea. Purché si realizzino, naturalmente.
Giovanni Caprara