Costanza Rizzacasa d’Orsogna, Panorama n. 26 20/6/2012, 20 giugno 2012
UBRIACHI DI SOLDI
E il falò delle vanità all’epoca di Twitter, American Psycho (dove il protagonista dà in escandescenze solo quando non gli trovano un posto al ristorante di grido) con l’iPhone al posto della motosega. Mentre nei supermarket c’è chi fa la gimcana per mettere qualcosa in tavola, tra i superricchi è guerra di scontrini esagerati, che puntualmente finiscono su Facebook. Non c’entrano i blitz antievasione: qui si gioca a chi ce l’ha più gonfio (il portafoglio), e la cafonata è doppia. Prima leggono il menù ordinando la voce più costosa (mantra di «nouveaux riches» e «figli di»), poi si pavoneggiano sul web. A Monte-Carlo, dove Flavio Briatore ha appena inaugurato un Billionaire con ospiti da Alberto & Charlene fino alle pupe Mary Carbone e Rosy Dilettuso, «sbocciare» costosissimi champagne (cioè aprire le bottiglie, magari solo per innaffiare gli astanti) è sport diffuso, metalinguaggio della società dell’apparire nel principato dal Fairmont Hotel ai club Jimmy’z e Zelo’s. L’ultima tamarrata proprio nei giorni del gran premio di Formula 1: Tamara Ecclestone ha fatto stappare per sé e altri cinque amici 20 bottiglie di Cristal, poi il gruppo se n’è andato senza berne neanche un po’. Un virale di Facebook riporta una ricevuta del Nikki Beach di St. Tropez. Aragosta, Dom Pérignon e caviale Beluga per 16 persone: totale, oltre 107 mila euro, di cui 50 mila per un Mathusalem di champagne rosé (una bottiglia da 6 litri che ha lo stesso prezzo anche dal milanese Peck, dove confermano che le vendite degli champagne più cari sono in linea con lo scorso anno). «È un falso» giurano quasi indispettiti dal noto ritrovo di route de L’Epi. Per poi aggiungere con tanto di grottesca risatina: «In realtà al Nikki si spende anche di più. Con la crisi solo i poveri diventano più poveri». E se su Youtube impazzano i video delle docce di champagne della prezzemolina Paris Hilton, dall’Hotel Martinez di Cannes alla Vip room di St. Tropez (dove le magnum atterrano direttamente in pista con un verricello), rito prediletto della Costa Azzurra è la «champagne war», o «champagnata», must di aspiranti pezzi grossi come strategia di marketing per fare parlar di sé una stagione intera, ma anche spasso più sfrenato di playboy ed ereditiere. Così al privé del Gotha di Cannes, durante il Festival del cinema, sono andate sprecate in una sera 200 bottiglie di lussuose bollicine. Ci si è trovata in mezzo Fiammetta Cicogna, trasferita sulla Croisette fino a settembre con il fidanzato Tommy Chiabra. «Un tavolo è partito ordinando 90 bottiglie di Dom Pérignon Rosé» racconta. «L’altro ha risposto con 100 bottiglie di Cristal. Per il gran finale una Mathusalem. Poco lontano Paris e Nicky Hilton davano il via a una "X.Biata" (X.B è la versione in lattina del cocktail Sex on the beach)». Cifre da sfamarci un intero paese. E va da sé che non tutte le bottiglie vengono pagate. Spesso è lo stesso club a mettere i tavoli in competizione, riciclando champagne ai clienti vip per alimentare il proprio mito. Ma la tamarreide, si sa, è un virus planetario. Ipercliccato è uno scontrino da 108 mila dollari del Cavalli Club Dubai, dove confermano che conti superiori ai 100 mila per bevute di un paio d’ore non sono affatto rari. E che dire del One 4 One di Londra, dove qualche mese fa tale Don Johnson, non l’attore ma il re del blackjack di Atlantic City, di euro se n’è scolati addirittura 164 mila? Fortuna che l’acqua tonica era offerta dal locale. A volte, poi, la spacconata è un salto mortale con avvitamento. Come i sei russi che al Billionaire di Porto Cervo, ordinate 92 bottiglie di Cristal da 900 euro cadauna più una magnum della stessa marca, si sono dileguati senza saldare il conto. Quant’era? Ottantaseimila euro. Altre volte poi è solo autopromozione e lo scontrino un falso tale da attirare al locale una denuncia. Com’è accaduto al ristorante newyorkese Nello’s, che dopo la visita di Roman Abramovich insieme con la compagna incinta ha mostrato un conto da 48 mila dollari, portando i commensali a sei per rendere più verosimile la cifra. Ma l’abbinamento minestrone e Cristal ha insospettito i buongustai e il patron del Chelsea ha chiamato gli avvocati.
Autentica, invece, la ricevuta astronomica, emessa al Playground dell’hotel Hilton di Liverpool. Dove un cliente ha festeggiato il compleanno spendendo in drink 203 mila sterline (oltre 252 mila euro). Di cui più della metà per una bottiglia da 30 litri di Armand de Brignac Midas dal costo di 125 mila dollari, che solo per sorreggerla e riempire ogni bicchiere ha bisogno di due camerieri. La stessa bottiglia, ma a «soli» 100 mila dollari, è stata protagonista anche della festa dei Boston Bruins, la squadra di hockey di Boston, che ha festeggiato la conquista della Stanley cup 2011 allo Shrine di Mashantucket (Connecticut, Usa). Una bevuta da 155.679 dollari (quasi 125 mila euro). L’importante è partecipare.