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 2012  giugno 14 Giovedì calendario

GLI ULTIMI EURO DI GRECIA

Atene
Quando si apre l’ascensore, al terzo piano di un anonimo palazzo vicino a piazza Omonia, dove oggi terrà il suo ultimo discorso per convincere gli elettori ancora indecisi (circa il 15%), Alexis Tsipras è molto meno accigliato del solito. Anzi, mentre le voci degli impiegati, e dei giovani militanti del suo partito, Synaspimos, ora semplicemente Syriza (sinistra radicale), si abbassano, sembra più calmo del solito. Si scusa più volte, con un timido sorriso, dopo aver detto che le prossime interviste le darà solo dopo le elezioni perché quello che voleva far sapere lo aveva appena scritto sul Financial Times, e non voleva aggiungere altro. Del resto il FT è la “bibbia” economica internazionale e allo stesso tempo il pulpito più alto per provare a farsi sentire sia dai mercati che dal Dio dell’Austerity. E come un missionario eretico, Tsipras gli ha fatto sapere che: “Syriza è impegnato a mantenere la Grecia nell’eurozona. Ma se non si cambierà strada, l’austerità ci costringerà a uscire dall’euro”. Ha quindi ribadito di voler “sostituire il fallito vecchio memorandum d’intesa (firmato in marzo con Ue e Fmi) con un piano nazionale per la ricostruzione e la crescita”. Ha sottolineato che questo è necessario sia per evitare una crisi umanitaria in Grecia sia per salvare la moneta comune. “Quanto accaduto in Spagna conferma che la crisi è di tutta l’Europa e il modo in cui è stata finora gestita è stato del tutto inefficace”. Promette inoltre di voler stabilizzare la spesa pubblica attorno al 44% del Pil nell’arco di 4 anni e di voler procedere alla ricapitalizzazione trasparente degli istituti bancari.
MENTRE i rumors (da 10 giorni è illegale pubblicare i sondaggi) danno Syriza testa a testa con il partito conservatore Nea Democrazia di Antonis Samaras – rispettivamente 31 e 30% – che aveva vinto di un soffio le elezioni del 6 maggio, i media sono coalizzati contro Tsipras, descritto come un ingegnere meccanico utopista e demagogo. Ancora nessuno ha scritto che è anche un padre irresponsabile: sta per avere il secondo figlio dalla sua convivente.
Le due reti tv private più importanti, Mega (vicina ai socialisti del Pasok) e Antenna temono di perdere l’utilizzo delle frequenze tv, assegnate temporaneamente e, soprattutto, gratuitamente 10 anni fa. “Se Syriza vincerà indiremo un’asta pubblica per assegnare definitivamente e a pagamento le frequenze. Ciò porterà nelle casse dello Stato 500 milioni di euro”, dice al Fatto Vassili Moulopoulos, responsabile della comunicazione di Syriza. In attesa del voto, domenica, il quotidiano Kathimerini descrive lo stato della Grecia sostenendo che le banche hanno registrato un aumento dei ritiri dei depositi, a causa della paura di un’uscita dall’euro, in caso di vittoria di Syriza: il flusso quotidiano avrebbe raggiunto i 500-800 milioni al giorno, fra ritiro di contanti, bonifici verso l’estero e disinvestimenti. E poi che lo Stato ha solo 2 miliardi di euro nelle proprie casse, denaro che potrà garantire il pagamento degli stipendi e delle pensioni dei dipendenti pubblici soltanto sino al 20 luglio.