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 2012  giugno 14 Giovedì calendario

CONTRAPPASSO PD: GLI TOCCA DIFENDERE IL CAV DA UN PROCESSO


L’aula della Camera dei deputati dovrà essere chiamata a scegliere fra qualche giorno fra Silvio Berlusconi e l’editore de L’Unità, Renato Soru. I due se le sono date di santa ragione durante la campagna elettorale per il rinnovo della Regione Sardegna nel 2009. Vinse il Cavaliere, Soru perse il posto e lo conquistò Ugo Cappellacci. Ma non finì lì. La campagna elettorale fu piuttosto grintosa, non proprio cosa da gentlemen. Berlusconi non frenò la lingua, e uscirono frasi che Soru deve essersi legato al dito. Fatto sta che partirono una raffica di querele per diffamazione e di cause civili di risarcimento danno nei confronti dell’allora presidente del Consiglio. Nei vari tribunali sardi in cui sono in discussione dall’epoca i legali del Cavaliere hanno frapposto l’immunità parlamentare a norma dell’articolo 68 della Costituzione, sostenendo che Berlusconi non poteva essere processato per le sue opinioni espresse come parlamentare nel pieno della competizione politica. Una dopo l’altra quindi le cause sono state dirottate alla Camera dei deputati, per chiedere prima alla giunta per le autorizzazioni e poi all’assemblea se la ragione sta dalla parte di Berlusconi o di Soru. Fino a pochi mesi fa l’esito di una contesa di questo tipo sarebbe stata scontata: il centrodestra avrebbe assolto Berlusconi, avendo la maggioranza dell’aula e tutti gli altri avrebbero recitato il copione degli scandalizzati ben sapendo che non avrebbe avuto conseguenza. Numeri e condizione politica però in questi mesi sono profondamente cambiati. Pd e Pdl vanno a braccetto nella stessa maggioranza «tecnica» che sostiene il governo di Mario Monti, e il caso Berlusconi-Soru rischia di trasformarsi in un incidente di maggioranza in grado di provocare ferite gravi. L’imbarazzo è naturalmente di Pierluigi Bersani: il Pdl da solo non ha i voti per difendere Berlusconi, ma il Pd non può pugnalare alle spalle in tempi oltretutto assai vicini alla campagna elettorale l’editore de L’Unità, che resta sempre quotidiano di riferimento del partito. Lo scontro si è già compiuto in giunta davanti alla prima causa, che Soru ha fatto a Berlusconi per due comizi sardi del 2009 in cui lo aveva accusato di conflitto di interessi, per avere dato un appalto con la Regione Sardegna a quella stessa «Saatchi & Saatchi» che avrebbe poi subappaltato metà del contratto da 60 milioni a una azienda del gruppo Soru-Tiscali. All’epoca del comizio Soru era stato indagato per questa vicenda, da cui due anni dopo sarebbe uscito con una assoluzione piena. Su chi dei due avesse ragione la giunta si è appunto spaccata, e Berlusconi è stato salvato per il rotto della cuffia: 10 voti a favore delle sue tesi, 9 a favore di Soru. Ma quel confronto deve ora finire in aula, che potrebbe anche ribaltare la decisione. Rischiando soprattutto di trasformarsi nel tormentone dell’estate. Lo scontro Soru-Berlusconi sui comizi sardi ha infatti solo una prima puntata nel caso «Saatchi & Saatchi». Mentre il duello rusticano stava approdando in aula lo scorso 4 giugno è arrivato alla Camera dal tribunale di Cagliari il secondo round fra i due. Questa volta la causa è monetaria, e il giudice della sezione civile in composizione monocratica M. Isabella Delitala, ha chiesto alla Camera di esprimersi sull’applicabilità dell’immunità parlamentare alle dichiarazioni espresse da Berlusconi su Soru «in occasione di un comizio elettorale per l’elezione del governatore della Regione Sardegna tenutosi in Tempio Pausania il 24.1.2009, di una intervista rilasciata alla trasmissione televisiva Studio Aperto il 3.2.2009 e di due comizi tenutisi ad Olbia il 14.1.2009 e a Cagliari il 7.4.2008». Nella richiesta non si allegano gli estratti dei comizi, ma nell’intervista tv Berlusconi non aveva certo regalato carezze. Definì Soru un «incantatore di serpenti», e passi. Ma poi aggiungeva: «È una persona che ha fallito in tutto ciò che ha fatto. Ha fallito come politico, ha fallito come governatore e ha fallito anche come imprenditore ». Non bastava? Ecco il carico da 90 di Berlusconi che ha fatto scattare la causa di Soru: «Come imprenditore ha messo su un’azienda che è riuscita ad inanellare 11 anni di perdite continuative, per un totale di 3 miliardi e 300 milioni», e via considerazioni sul crollo in borsa del titolo Tiscali e delle conseguenze subite dai risparmiatori. Querelle che ora spaccherà prima la giunta e poi a luglio giungerà in in’aula che già avrà sentenziato sul primo duello rusticano.