GIAN ANTONIO ORIGHI, La Stampa 15/6/2012, 15 giugno 2012
Madrid, volano i tassi e la fiesta è finita - Spread e rendimento dei Bonos a 10 anni alle stelle sui Bund teutonici (544 punti base e 6,91% rispettivamente)
Madrid, volano i tassi e la fiesta è finita - Spread e rendimento dei Bonos a 10 anni alle stelle sui Bund teutonici (544 punti base e 6,91% rispettivamente). Moody’s che declassa i titoli di Stato appena un gradino sopra la fatidica definizione di junk bond (da A3 a Baa3), per di più con prospettive negative. Il New York Times che vede inevitabile un nuovo salvataggio dopo quello europeo da 100 miliardi di euro di sabato scorso. Eppure, niente panico. Una prova? Ieri pomeriggio Alvaro Nadal, potentissimo consigliere economico del premier popolare (centrodestra) Mariano Rajoy, appariva rilassato durante una colazione all’ambasciata italiana mentre i lanci delle agenzie parevano bollettini di guerra. «Tranquillità. Le tensioni sono dovute alla Grecia. Ed il governo sta adottando tutte le misure necessarie per far fronte a questa situazione e conta con l’appoggio di tutti i soci della zona euro. Questo è il messaggio fondamentale», diceva il ministro dell’Economia, de Guindos, dopo essersi riunito con il capo dell’Esecutivo, la vice-premier Santamaria, il ministro Montoro. Una “tranquilidad” giocata anche in gergo calcistico. «La Borsa scarta il bonus vincendo per + 1,22%», commentava scherzoso il sito economico Invertia alla chiusura del fixing di Madrid. Certo, la patria della movida non è più quella che era. I tori, il simbolo del Paese, vanno sempre più spesso al mattatoio che nelle arene (le corride sono diminuite del 47% da quando è scoppiata la crisi nel 2008). Grandi magazzini come il finora gettonatissimo El Corte Inglés hanno abbassato i prezzi degli alimentari del 20% per aumentare le sempre più scarse vendite mentre gli spagnoli hanno ridotto le spese per il tempo libero del 65% ed il 48% compra cibi meno cari. Discoteche e bar sono semivuoti. Ed un libro culinario che ripescando le ricette del dopoguerra insegna a fare una tortilla senza uova, Cocina de recursos, é stato vendutissimo a Natale. Però il clima che si respira per la Spagna non è paragonabile a quello greco. La gente non assalta i bancomat, non ci sono manifestazioni di massa contro il governo, anche se gli Indignados hanno convocato per sabato prossimo, a Madrid, una protesta per un «salvataggio cittadino ed uno sfratto dei banchieri». Anche la situazione politica è stranamente calma. Il leader socialista Rubalcaba, ex vice-premier di Zapatero, offre unità sebbene critichi la gestione della madre di tutti gli sboom edilizi, Bankia, che con 24 miliardi di asset tossici è stato la spoletta che ha fatto scoppiare il salvataggio. In realtà, gli spagnoli sanno che stanno pagando, e pagheranno, una crescita drogata durata 10 anni. Come diceva giustamente la Merkel ieri, un decennio di gestione irresponsabile del boom immobiliare. E tutti i partiti sono responsabili. Perché le casse di risparmio, le responsabili del crac spagnolo, erano governate da tutti i partiti e dai sindacati. E persino il Banco de España, il regolatore, ha fatto orecchie da mercante quando il Pil volava al 4% (meno -1,7% le previsioni del 2012) e Zapatero annunciava gioioso che non solo aveva superato il Pil italiano, ma che presto avrebbe sorpassato quello francese. El País lo denunciava nell’autunno scorso, e le fonti anonime riconoscevano che sapevano benissimo della bolla immobiliare, ma nessuno, a cominciare da Aznar, la sgonfiò per ragioni elettorali. Cosí, il debito pubblico è passato dal 36% al 79% (al 90% con il salvataggio, il 10% del Pil). Le casse di risparmio davano il 100% delle ipoteche persino agli immigrati, senza uno straccio di garanzia reale che non fosse la proprietà dell’abitazione. Ed un insegnante di ballo confessava lunedì scorso che faceva da revisore nella Cam di Valencia senza sapere un acca di economia. Secondo anticipazioni, il salvataggio che chiederà Madrid alla Ue sará pari a 70 miliardi. Ma il premier non dispera, anche se il deficit aumenterà. El Mundo assicura che il salvataggio che si ostina a chiamare «linea di credito» sarà rimborsabile in 15 anni. Quasi sicuramente arriveranno altri tagli, a cominciare dall’aumento dell’Iva. Ma la Spagna sa già che la fiesta è finita. "544"