Enrico Marro, Corriere della Sera 15/6/2012, 15 giugno 2012
Anche ieri mattina Susanna Camusso ha ingaggiato il suo quasi quotidiano duello con Elsa Fornero. A chi le chiedeva cosa pensasse della mozione di sfiducia verso il ministro del Lavoro, la leader della Cgil ha risposto con una scrollata di spalle: «Decida il Parlamento»
Anche ieri mattina Susanna Camusso ha ingaggiato il suo quasi quotidiano duello con Elsa Fornero. A chi le chiedeva cosa pensasse della mozione di sfiducia verso il ministro del Lavoro, la leader della Cgil ha risposto con una scrollata di spalle: «Decida il Parlamento». Aggiungendo però che bisognerebbe «ricominciare tutto da capo», perché non si possono fare le riforme «in provetta». Come ribadire: il dialogo con Fornero è chiuso. Per tutta risposta il ministro il dialogo lo ha aperto, qualche ora dopo, a sorpresa, con Maurizio Landini, leader della Fiom, i duri della Cgil che danno filo da torcere alla stessa Camusso. È successo che ieri i metalmeccanici Fiom avevano in programma una manifestazione a Roma. Al passaggio davanti al sede del ministero del Lavoro, il corteo si è fermato per dei comizi volanti, dove Landini, tra l’altro, ha detto che il ministro avrebbe fatto bene a parlare con i lavoratori. Fornero non ci ha pensato due volte e ha invitato Landini a un incontro di lì a poco al ministero. Il segretario è andato all’appuntamento con 7 lavoratori di imprese in crisi, dalla Fincantieri alla Finmeccanica a una piccola azienda di Frosinone. Con lui anche Giovanni Barozzino uno dei tre operai che erano stati licenziati dalla Fiat di Melfi. Un’ora e mezzo di confronto attorno a un tavolo, dalla riforma delle pensioni agli esodati, dall’articolo 18 alla cassa integrazione in deroga che viene pagata in ritardo (qui il ministro ha promesso di intervenire). Alla fine, come era prevedibile, ognuno è rimasto sulle sue posizioni.