VARIE 14/6/2012, 14 giugno 2012
APPUNTI PER GAZZETTA. COLPO DI STATO IN EGITTO
IL CAIRO - Il capo della Corte costituzionale egiziana, Farouq Sultan, ha dichiarato ufficialmente che il giudizio della Corte costituzionale sulla legge elettorale "suggerisce lo scioglimento di tutto il Parlamento egiziano". La decisione è arrivata dopo una valutazione sulla costituzionalità della legge elettorale con la quale si è votato in Egitto alle ultime elezioni parlamentari. In un primo momento l’alto organo aveva definito non valida solo l’elezione di un terzo dei membri dell’assemblea, precisando che l’annullamento riguardava i deputati eletti col sistema maggioritario a causa dell’incostituzionalità della legge elettorale.
"La decisione di annullare l’elezione di un terzo del Parlamento porta all’annullamento di tutti i seggi", ha affermato il vice presidente della Corte suprema egiziana, Maher Sami, citato dal sito egiziano ’al-Youm al-Sabaa’. "La sentenza porterà allo scioglimento del Parlamento", ha ribadito. Intanto, funzionari militari fanno sapere che con la decisione della Corte ’’il potere torna in mano’’ al Consiglio delle forze armate (Scaf). ’’Noi non lo vogliamo - hanno aggiunto le fonti - ma il tribunale ha deciso così". Lo Scaf assume di fatto funzioni legislative e avrà il compito di stabilire la legge elettorale per le nuove elezioni. Una grande folla si è radunata prima fuori la sede della Corte, poi in piazza Tahrir per protestare contro la decisione dei giudici.
Valide precedenti decisioni Parlamento.
La sentenza è definitiva e non necessita di ulteriori procedure o ratifiche prima di entrare in vigore. Tutte le precedenti decisioni prese dal Parlamento egiziano resteranno valide. Sultan ha spiegato che il Consiglio della Shura, la camera alta del Parlamento, non sarà sciolta anche se eletta con lo stesso sistema legislativo dell’Assemblea del Popolo.
Elegibilità di Shafiq. La Corte doveva decidere anche sull’eleggibilità di Ahmed Shafiq, l’ultimo premier dell’ex raìs Hosni Mubarak, che al primo turno delle elezioni presidenziali ha conquistato l’accesso al ballottaggio con Mohamed Morsi, previsto sabato e domenica. La decisione della Corte ha stabilito che Shafiq poteva candidarsi alle presidenziali, dichiarando l’incostituzionalità della legge che vietava agli uomini del deposto regime di candidarsi.
Il Consiglio militare. Dopo essersi riunito in una sessione d’urgenza per esaminare la situazione, il Consiglio dei militari ha deliberato intanto che il secondo turno delle presidenziali si terrà come previsto il 16 e 17 giugno prossimi.
Dubbi su nuova Costituzione. La sentenza arriva infatti alla vigilia del ballottaggio di sabato e domenica nel quale si sarebbero dovuti sfidare l’ex primo ministro Ahmed Shafiq e il candidato dei Fratelli Musulmani Mohammed Mursi. La sentenza della Corte giunge anche sulla scia della creazione della nuova Assemblea Costituente eletta dal Parlamento e incaricata di scrivere la nuova Costituzione egiziana. Anche il destino di questo processo resta ora incerto alla luce della sentenza odierna.
Le manifestazioni. Centinaia di manifestanti si sono riversati in piazza Tahrir per protestare contro l’annullamento dei risultati elettorali. Molti inneggiavano "Allah u akhbar" (Dio è grande), grido che contraddistingue i sostenitori dei movimenti islamici.
Le reazioni. "Ci aspettavamo che la Corte suprema giudicasse incostituzionale la legge sull’isolamento dalla politica degli esponenti dell’ex regime", ha detto Mohammed Qatari, capo della campagna elettorale per Ahmed Shafiq, commentando la sentenza della Corte che riconosce la legittimità della candidatura dell’ex premier alle presidenziali in Egitto. "La sentenza è giusta ed era prevedibile che la Corte prendesse questa decisione - afferma - il suo operato è lontano da influenze politiche ed è ancora una delle istituzioni che in Egitto operano in modo trasparente". Diversa invece è l’opinione di Mahmoud Afifi, esponente del gruppo ’6 aprile’: "Eravamo certi che la Corte avrebbe respinto la richiesta di impugnare la legge sull’esclusione dalla politica dei vecchi gerarchi. Dichiarare la legge incostituzionale è un fatto nuovo per la legislazione egiziana". Il gruppo che ha partecipato alla rivoluzione di piazza Tahrir fa sapere comunque di "continuare a sostenere il candidato dei Fratelli Musulmani, Mohamed Mursi, alle prossime elezioni presidenziali, "attuando nel ballottaggio il principio di isolamento dei vecchi politici come Shafiq, respinto oggi dalla Corte". Le sentenze della corte costituzionale egiziana sono ’’un colpo di stato totale che annulla 16 mesi di storia della patria’’, ha commentato Mohamed Beltagui del comitato esecutivo del partito dei Fratelli Musulmani, Giustizia e Liberta.
Ex candidato islamico moderato: "È golpe". ’’Mantenere il candidato militare, rovesciare il Parlamento eletto e dare alla polizia militare la facoltà di arrestare i civili è un colpo di Stato completo’’. Lo scrive su Twitter il candidato islamico moderato sconfitto alle presidenziali egiziane Abdel Moneim Abul Fotouh. ’’Chi pensa che i giovani faranno passare questo è un illuso’’.
ElBaradei: "Si rischia dittatura". "Eleggere un nuovo presidente senza una costituzione e senza un parlamento vuol dire consegnargli un potere enorme, che neanche la più buia delle dittature ha mai conosciuto". È il commento di Mohamed ElBaradei, ex presidente dell’Agenzia internazionale per l’Energia atomica (Aiea) e punto di riferimwento di una parte dell’opposizione egiziana, alle sentenze di oggi della Corte Costituzionale sulle elezioni presidenziali e su quelle politiche. Su Twitter ElBaradei rivolge un appello alla giunta militare, chiedendole di "rinviare le presidenziali" per il tempo necessario a capire le "ripercussioni" delle sentenze.
Assemblea costituente, si dimettono 3 liberali. Tre dei massimi esponenti liberali egiziani hanno annunciato le loro dimissioni dall’Assemblea costituente giudicando l’organismo formatosi martedì "non diverso" da quello precedente, di aprile. I tre dimissionari sono Abdel Galil Mostafa, coordinatore generale dell’Associazione nazione per il cambiamento, l’esperto di legge costituzionale Gabr Nassar e il cristiano Samir Marcus.
Fmi pronto ad aiutare Egitto. Il Fondo monetario internazionale (Fmi) è pronto ad aiutare l’Egitto nella transizione. Lo afferma il direttore delle relazioni esterne del Fmi, Gerry Rice.
(14 giugno 2012)
RESTA VALIDA LA LEGGE CHE ISTITUISCE LA COMMISSIONE DEI CENTO INCARICATA DI RISCRIVERE LA COSTITUZIONE (Stabile su www.rep).
CORRIERE.IT
Carlotta De Leo
Appena eletta e già sciolta. L’Assemblea del popolo - la Camera bassa del Parlamento egiziano - ha avuto una vita davvero breve, sei mesi appena. La Corte Costituzionale ha definito la legge elettorale che ha regolato il recente voto politico e ha portato alla vittoria i Fratelli Musulmani. A due giorni dalle presidenziali, le prime del post Mubarack, la situazione politica in Egitto è nel caos. I fratelli Musulmani si sentono doppiamente penalizzati da un’istituzione che appartiene al vecchio regime. L’Alta Corte ha anche confermato la candidatura alle presidenziali di Ahmed Shafiq, già premier durante la presidenza Mubarak. Shafiq è al ballottaggio insieme con Mohamed Morsi, candidato del partito islamista.
«GOLPE MILITARE»- La situazione è quindi molto delicata: non a caso il Consiglio militare egiziano ha convocato una riunione d’urgenza. I Fratelli Musulmani, infatti, sono subito scesi in piazza per protestare contro le decisioni dell’Alta Corte. In piazza Tahrir (simbolo del movimento che ha ribaltato il regime di Mubarak) sono già centinaia i manifestanti. Molti inneggiavano «Allah u akhbar» (Dio è grande), grido che contraddistingue i sostenitori dei movimenti islamici. «Le sentenze sono colpo di stato totale che annulla 16 mesi di storia della patria» accusa Mohamed Beltagui del comitato esecutivo del partito dei Fratelli Musulmani. Beltagui aggiunge: «È l’Egitto che Shafiq e quelli lo sostengono vogliono». Il candidato alla presidenza dei Fratelli musulmani, Mohamed Morsi, non si è ancora fatto sentire. Molti attivisti tramite i social network lo stanno sollecitando a rinunciare alla candidatura.
REAZIONI - «Eleggere un presidente senza una Costituzione e un Parlamento significa eleggere un capo dello stato i cui poteri sono peggiori di quelli dei regimi più dittatoriali» commenta su Twitter Mohamed El Baradei, che ha abbandonato a gennaio la corsa alla presidenza egiziana. «Mantenere il candidato militare, rovesciare il Parlamento eletto e dare alla polizia militare la facoltà di arrestare i civili è un colpo di Stato completo» aggiunge, sempre sul social network il candidato islamico moderato sconfitto al primo turno delle presidenziali egiziane Abdel Moneim Abul Fotouh. «Chi pensa che i giovani faranno passare questo è un illuso».
SCIOGLIMENTO - «La legge elettorale è contraria alla Costituzione - spiega il presidente della Corte Costituzionale, Farouk Soltan - e quindi è necessario sciogliere l’intera Assemblea. Spetta ora all’esecutivo indire le nuove elezioni». La Corte ha definito incostituzionale l’elezione di un terzo dei seggi del Parlamento, ovvero quelli uninominali attribuiti con il maggioritario. Ma questo rende nulla l’intera elezione. In una conferenza stampa, il vice presidente della Corte Costituzionale, Maher Sami ha chiarito che il verdetto dei giudici comporta lo scioglimento di tutta l’Assemblea del popolo, la camera bassa del Parlamento, equivalente alla Camera dei deputati. L’Assemblea del popolo, ha spiegato, da questo momento non esiste più data l’incostituzionalità degli articoli della legge sui quali sono state fatte le elezioni. Sami ha sottolineato che tutte le leggi approvate finora rimarranno valide. Alla domanda se questo valga anche per l’assemblea costituente, eletta dai parlamentari due giorni fa, il vice presidente della Corte ha ribadito che tutte le leggi fin qui adottate restano valide.
SHAFIQ ALLE PRESIDENZIALI - La Corte Costituzionale egiziana ha anche validato la candidatura alle presidenziali di Ahmed Shafiq, già premier durante la presidenza di Hosni Mubarak. Il massimo organo giudiziario egiziano ha definito incostituzionale la legge che bandisce dalla vita politica gli esponenti del vecchio regime, dando di fatto il via libera alla candidatura di Shafiq. «La Corte Costituzionale ha stabilito che l’isolamento politico è incostituzionale», ha riferito l’agenzia egiziana Mena. Shafiq era stato inizialmente escluso dalla corsa presidenziale, salvo essere riammesso all’ultimo momento. L’ex premier sfiderà il candidato dei Fratelli Musulmani, Mohamed Morsi, nel ballottaggio presidenziale che si terrà sabato e domenica prossima.
L’Anp dichiara di volere la riconciliazione con i fratelli separati di Gaza, ma il gruppo dirigente di Hamas, se le elezioni presidenziali egiziane fossero vinte dal candidato della Fratellanza musulmana, sarebbe probabilmente attratto da un rapporto speciale con l’Egitto. (Sergio Romano)