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 2012  giugno 14 Giovedì calendario

QUELLA NAVE CARICA DI ARMI SPEDITA DALL’OLIGARCA RUSSO —

Le spie nei porti siriani di Tartous e Latakya stanno con gli occhi aperti. In mare, forse, c’è qualche sottomarino occidentale che con il suo periscopio fotografa ciò che entra nei due approdi. Tutti sono in attesa delle prossime navi che potrebbero portare elicotteri d’attacco, munizioni e parti di ricambio al regime siriano. Un mercantile russo, la «Professor Katsman», lo avrebbe fatto in modo furtivo tra il 26 e il 27 maggio. Ha spento il transponder al largo di Cipro, quindi ha attraccato a Tartous. Dove, secondo alcune fonti, ha scaricato materiale bellico uscito dai magazzini della famosa «Rosobonexport», la compagnia che si occupa dell’export di armi russe. Gli armatori della «Katsman» prima hanno negato, poi se la sono cavata così: non sappiamo cosa ci fosse nelle casse, ma erano state approvate dalla Dogana di San Pietroburgo, porto di partenza del cargo.
Le evoluzioni marittime della nave — è transitata anche per Ravenna — hanno ovviamente attirato l’attenzione di servizi segreti e media. Anche perché la «Katsman» appartiene, attraverso una serie di società, a Vladimir Lisin, 56 anni, il secondo uomo più ricco di Russia. Tiratore provetto, uomo di successo nel campo dell’acciaio, ha stupito tutti offrendo un milione di dollari di premio a ogni atleta russo che vincerà una medaglia d’oro alle Olimpiadi. E lui sarà lì a vedere i campioni. È di casa in Gran Bretagna, dove possiede residenze e un parco dove si diletta a sparare. Piccole distrazioni per un uomo che bada agli affari. E quelli legati alle navi non sono male, specie se il cliente è la «Rosobonexport». Che, stando alle rivelazioni americane, ha un gran bisogno di mercantili. Washington sostiene che sarebbe in vista una nuova consegna di armi in favore di Assad. Questa volta si parla di elicotteri d’attacco, indispensabili al regime per contrastare i ribelli e ridurre le perdite. Nelle ultime settimane, infatti, è cresciuto il numero di blindati distrutti dagli insorti.
Il possibile arrivo dei velivoli è stato condannato da Hillary Clinton e dalla Francia. «Il governo russo — ha detto il segretario di Stato americano — deve tagliare completamente i suoi legami militari con Damasco e sospendere definitivamente la fornitura di armi».
A tono, la replica del Cremlino: voi mandate armi agli insorti. E in effetti, Turchia, Qatar, Libia, Arabia Saudita hanno intensificato il sostegno militare all’opposizione. Garantendo il flusso di fucili, pallottole e sistemi anti tank. Non sono soltanto i russi a dirlo. Due articoli, uno sul New York Times e il secondo su The Independent, hanno fornito particolari su quello che non è certo un segreto. C’è una «macchina» ben oliata senza la quale gli insorti potrebbero fare poco. Decisivo il ruolo dei turchi, cauti fino a tre settimane fa, e dei qatarioti, molto impegnati sin dal giorno 1. Con gli Usa a fare da sponda.
Gli scambi polemici di queste ore avranno un seguito, probabile, di nuove rivelazioni. In particolare si attendono fughe di notizie sugli spostamenti di mercantili sospetti diretti in Siria. Uno è stato avvistato sotto le coste meridionali della Turchia. È quello con gli elicotteri russi a bordo? Non c’è alcuna certezza. Chi traffica può usare navi civetta che attirino l’attenzione ma che in realtà trasportano merci legittime mentre quelle «nere» aspettano il momento opportuno per infilarsi in Siria. Si parla di «incroci» a Cipro, da sempre snodo nel Levante, e della Grecia. In entrambi i Paesi i russi sono molto attivi. Con i loro imprenditori e i loro agenti. Nelle acque dove è nata Venere passano mille traffici.
Guido Olimpio