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 2012  giugno 14 Giovedì calendario

LA FRANCIA TAGLIA LO STIPENDIO AI VERTICI DELLE SOCIETÀ PUBBLICHE

In Francia i presidenti delle società a maggioranza pubblica non potranno guadagnare più di 450mila euro. A partire da quest’anno. Il ministro dell’Economia, Pierre Moscovici ha presentato ieri i dettagli del decreto che verrà varato entro la fine di luglio e che recepisce uno tra i più emblematici dei 60 punti del programma presidenziale di François Hollande: differenza massima di uno a venti tra gli stipendi più bassi e quelli più alti. La vera novità del provvedimento è che il calcolo non verrà effettuato azienda per azienda bensì sulla media di tutte le imprese pubbliche, in modo da armonizzare le retribuzioni ed evitare che ci siano differenze.
Per ottenere il risultato finale è stata quindi calcolata la media del 10% delle retribuzioni più basse di ognuna delle quindici società di cui lo Stato è principale azionista (tra cui Edf, Areva, Sncf, La Poste, Aéroports de Paris, Ratp, France Télévisions) e poi la media di tutte e quindici. La cifra ottenuta è di 22.500 euro lordi all’anno, per cui il capo azienda non potrà appunto riceverne più di 450mila complessivamente (parte fissa e variabile).
La regola vale solo per gli amministratori, nominati cioè dal Cda, e non per i dipendenti visto che la legislazione sul lavoro impedisce ovviamente modifiche a contratti di lavoro in essere. Il paradosso è quindi che molti dirigenti – ma anche figure tecniche di punta, basti pensare ai trader di elettricità di Edf – guadagneranno più dei loro presidenti-amministratori delegati (va ricordato che in Francia, contrariamente all’Italia, le due figure coincidono). Il decurtamento dovrebbe colpire una ventina di persone.
A soffrire di più della misura decisa dal Governo è senz’altro il numero uno di Edf Henri Proglio, il cui mandato scade a fine 2014 e che ha già fatto sapere che si adeguerà. Il suo compenso 2011 è stato infatti di circa 1,6 milioni. Ma a fare uno sforzo importante saranno anche personaggi come Luc Oursel di Areva (679mila euro), Jean-Paul Bailly della Posta (636mila) e Pierre Graff degli Aéroport de Paris (617mila). Il patron delle Ferrovie Guillaume Pépy, che di euro ne ha presi solo 250mila, potrebbe invece avere addirittura un consistente aumento.
Quanto alle società in cui lo Stato ha una significativa partecipazione di minoranza (Gdf Suez, Renault, France Télécom, Air France-Klm, per limitarsi alle più conosciute) i consiglieri dell’azionista pubblico avranno il compito di esercitare una pressione in questo senso sui Cda e quindi sui comitati di remunerazione. Anche se ci sono casi come quello di France Télécom dove il presidente (Stéphane Richard, l’ex capo di gabinetto dell’allora ministro Christine Lagarde) ha già fatto sapere che si allineerà alle scelte del Governo.
In autunno verrà infine presentato in Parlamento un progetto di legge che fisserà regole più stringenti su alcuni elementi accessori delle remunerazioni di presidenti e top manager come i bonus, le stock-option, le superliquidazioni.