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 2012  giugno 14 Giovedì calendario

“GLI UOMINI SI SONO SPENTI MEGLIO LO SFOGO DELLE DONNE” ADRIANA ASTI APRE SPOLETO CON DUE ATTI UNICI DI COCTEAU


ROMA
«Gli uomini? Non mi hanno mai lasciato, dunque non so cosa si provi. Forse sono stata fortunata, o forse è che sono sempre di buon umore, senza motivo. Mia madre si stupiva: “ma cos’ha questa bambina così allegra?” e Natalia Ginzburg ha scritto
Ti ho sposato con allegria
per me... Comunque in teatro la verità non c’entra. Non devi avere esperienza di quello che reciti....».
Struccata, in accappatoio, Adriana Asti sarà così in scena per interpretare il dolore, la solitudine, la paura di due donne. L’attrice di Visconti, Strehler, Ronconi, Bunuel e Bertolucci, è la protagonista dei due atti unici di Jean Cocteau,
La voce umana
e
Il bell’indifferente,
due sfoghi folgoranti di donne abbandonate che invocano l’amante, uno dall’altro capo del filo del telefono, l’altro scostante, dietro un giornale mentre lei chiede amore. I due lavori aprono il 30 al Caio Melisso il Festival di Spoleto 55 e, ancora una volta, dopo Bob Wilson per
Giorni felici,
la Asti ha scelto non un regista qualunque: ora è Benoit
Jacquot, francese, autore di
Les Adieux à la Reine
che al festival di Berlino si è guadagnato plausi e ammirazione. Minuta, caschetto mogano di capelli e sguardo da placido agnellino di sempre, lontana dai suoi 79 anni, Adriana Asti è per timidezza, disincanto o scelta, di una laconicità
disarmante. «Recito Cocteau perché mi piace la sua scrittura».
E poi racconta un tema universale, la relazione uomo-donna?
«Certo. Vero è che i due testi sono degli anni ’30 e ’40, quando per le donne l’abbandono era un disastro. Oggi sanno come reagire».
Lo sanno meno gli uomini a vedere le violenze maschili sulle donne.
«La violenza c’è sempre stata ma le donne tacevano».
Condivide la battaglia di oggi delle donne per farne un tema pubblico?
«Ma certo. Le donne oggi hanno
le parole per dire tutto ed è giusto che lo facciano».
E gli uomini?
«Si sono spenti. O forse lo sono sempre stati ma adesso hanno compagne intelligenti, sagge, capaci di guardare lontano».
Femminista?
«Mai stata, anche perché a teatro
non c’è differenza tra i sessi. In questo noi attori siamo privilegiati ».
A proposito di privilegi: a Spoleto lei è la moglie del direttore del festival, Giorgio Ferrara.
«Nessuno me l’ha mai fatto pesare. Io faccio il mio lavoro e non disturbo».
Cosa fa quando non recita?
«Pratico l’ozio. Specie a Parigi dove anche se non fai niente hai la sensazione di partecipare a qualcosa di grande».
Sente il peso degli anni?
«No, ho sempre l’impressione che deve succedere qualcosa e non penso mai al passato»
Eppure ha scritto un libro,
Se souvenir et oublier,
che uscirà anche in Italia, dove ripercorre la sua vita.
«Mi è venuto così, ma è pieno di cose che ho lasciato fuori. Il mio passato mi ripugna. Io sono un’ammiratrice del futuro».