Andrea Brenta, ItaliaOggi 14/6/2012, 14 giugno 2012
Slim punta sui telefoni europei L’Europa non è finora riuscita a creare un mercato continentale L’uomo più ricco del mondo, il messicano Carlos Slim, parte alla conquista dell’Europa
Slim punta sui telefoni europei L’Europa non è finora riuscita a creare un mercato continentale L’uomo più ricco del mondo, il messicano Carlos Slim, parte alla conquista dell’Europa. Il tycoon, che con il suo gruppo America Movil si è costruito un impero nelle telecomunicazioni nel continente americano, ha colpito con successo il primo obiettivo europeo: si tratta dell’olandese Kpn, uno dei cinque grandi operatori storici europei, che ha all’attivo 31 mila dipendenti e 40 milioni di abbonati. Martedì infatti America Movil ha comunicato di aver portato la sua partecipazione in Kpn dal 5,01 al 7,3%. E non intende fermarsi lì. L’8 maggio scorso la società ha fatto un’offerta per salire al 27,7% dell’operatore olandese. Slim ha proposto un prezzo di 8 euro per azione, che valorizza Kpn a 2,6 miliardi di euro. L’offerta dovrebbe scadere il 29 giugno. Per ora Kpn giudica l’offerta sottostimata «in maniera sostanziale» e «le intenzioni recondite di America Movil poco chiare». In effetti, è lecito chiedersi, cosa viene a fare questo miliardario in un’Europa dai mercati maturi e dalla crescita in stallo? Il movimento è generalmente opposto: gli operatori europei partono infatti a cercare la crescita nei mercati emergenti in forte sviluppo. Dal canto suo, Slim, la cui fortuna è stimata da Forbes in 69 miliardi di dollari, cerca di approfittare della crisi profonda dell’industria delle telecomunicazioni in Europa per trovare buone opportunità di acquisto. Del resto, osserva Yves Gassot, direttore generale del Digiworld Institute, «l’Europa è in una situazione molto inquietante, che si traduce in un fortissimo calo dei valori in borsa dei grandi operatori», mentre questi ultimi sono diventati «delle prede facili e poco costose». Non soltanto il mercato è in recessione, ma è anche molto frammentato. L’Europa, infatti, non è riuscita a creare quel mercato unico delle telecomunicazioni che sperava. Anziché avere sette o otto operatori paneuropei che le avrebbero permesso di rivaleggiare con i tre o quattro giganti cinesi o americani, il Vecchio continente si divide fra ben 140 operatori. E fra le società storiche non vi è stata alcuna fusione, se si eccettua quella fra la svedese Telia e la finlandese Sonera. «Se l’Europa», aggiunge Gassot, «non saprà rapidamente mettere in opera, da sola, una riorganizzazione della propria industria delle telecomunicazioni, questo inevitabile consolidamento potrebbe realizzarsi dall’esterno, sotto la pressione di attori stranieri». In realtà gli europei cominciano a muoversi: France télécom e Deutsche telekom hanno unito le forze in Gran Bretagna per creare una società comune. In Germania, O2, filiale di Telefonica ed E+, filiale di Kpn, pensano a un avvicinamento. In questa logica, osserva un analista finanziario, «detenere il 28% di Kpn permetterebbe a Carlos Slim (che già nel 2007 aveva tentato, senza fortuna, di entrare nel capitale di Telecom Italia, ndr) di pesare sul board di Telefonica, sua grande rivale in Sud America, e di ottenere delle contropartite per il suo appoggio a una fusione fra O2 ed E+». L’uomo più ricco del mondo, secondo il numero uno di un grande operatore, si interesserà presto ad altri paesi europei. Intanto il 72enne Slim è entrato nel capitale di Telekom Austria con il 4,1% e sarebbe in trattative per aumentare la sua quota.