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 2012  giugno 14 Giovedì calendario

Due Fatti Quotidiani al giorno tolgono poi i lettori di torno– Siamo sicuri che ci sia spazio, in edicola, per due Fatti quotidiani, quanti ne stanno nascendo da una scissione dell’originale? Tempo qualche giorno, e ci saranno un primo Fatto, targato Marco Travaglio e Antonio Padellaro, e un secondo Fatto onorato dalla firma di Luca Telese, quest’ultimo nostalgico del caro vecchio comunismo d’una volta, il primo dei bei tempi di Mani pulite, entrambi nostalgici dei giorni beati dell’ultimo governo politico, quando c’era ancora lui, caro lei

Due Fatti Quotidiani al giorno tolgono poi i lettori di torno– Siamo sicuri che ci sia spazio, in edicola, per due Fatti quotidiani, quanti ne stanno nascendo da una scissione dell’originale? Tempo qualche giorno, e ci saranno un primo Fatto, targato Marco Travaglio e Antonio Padellaro, e un secondo Fatto onorato dalla firma di Luca Telese, quest’ultimo nostalgico del caro vecchio comunismo d’una volta, il primo dei bei tempi di Mani pulite, entrambi nostalgici dei giorni beati dell’ultimo governo politico, quando c’era ancora lui, caro lei. Un fatto al giorno ancora si può fare (se con «fatto» s’intende anche una fantasia, come per esempio una velina della procura, o il pentimento di qualche assassino psicotico con acclusa denuncia dei peggiori mafiosi di terzo livello, o anche soltanto una smargiassata di Tonino Di Pietro, oppure una ricetta medica involontariamente comica di Beppe Grillo). Sì, un fatto al giorno, vero o inventato, ancora si trova, con fatica ma si trova. Ma due fatti? Due veline? Due smargiassate di Tonino Di Pietro? Due ricette mediche antitumorali rilasciate dal Dottor Grillo? Questo sembra già più difficile: persino i magistrati più velinari, come pure i campioni più spericolati dell’antipolitica, non riescono a produrre più d’un fatto al giorno, per quanta fantasia ci mettano. Non si potrebbe, allora, fare in modo che i due Fatti contrapposti e tra loro nemici ricamino intorno alla stessa smargiassata, alla stessa ricetta, alla stessa velina delle procure? Travaglio (che è antipatico a Telese) potrebbe commentare lo stesso fatto commentato da Telese (che è antipatico a lui). Vince chi scrive il commento più velenoso, gratuito e inverecondo. Sarà un po’ come sfidarsi a chi fa pipì più lontano. E i lettori? Grazie a questo accorgimento (un fatto solo e due commenti, a destra «addavenì la magistratura», a sinistra «addavenì la Ghepeù») ogni lettore devoto all’antipolitica manettara potrebbe acquistare in edicola entrambe le testate. Ciascuno di loro potrebbe leggere — beandosene — la stessa notizia (per chiamarla tale) due volte e poi ripeterla — sdoppiandosi — al bar, in ufficio, alla bocciofila. Si può sempre contare, infatti, sulla bocca spalancata, in un «ah» d’eterna meraviglia, di qualche decina di migliaia di lettori di scarsa cultura che intonano tutt’insieme il mantra «in galera, in galera» e che si bevono, sbronzi e felici, tutto il bevibile. Se di qualcosa editorialmente parlando, c’era bisogno in Italia, ebbene, era esattamente di questo: di due gazzette gemelle, dunque peggio che identiche, ciascuna nemica mortale dell’altra come l’Armando e il suo gemello nella canzone di Enzo Jannacci.