Dagospia 14/6/2012 (Radio 24), 14 giugno 2012
Da "Radio24" logo agenzia delle entratelogo agenzia delle entrate "Solo in un’altra zona della banca, c’era lo stesso livello di segretezza, quella per i finanziamenti agli armamenti"
Da "Radio24" logo agenzia delle entratelogo agenzia delle entrate "Solo in un’altra zona della banca, c’era lo stesso livello di segretezza, quella per i finanziamenti agli armamenti". Parla ad "A ciascuno Il Suo" di Radio 24 una Gola Profonda dell’operazione Brontos, lo scandalo finanziario che ha portato in Italia al rinvio a giudizio per l’ ex numero uno di Unicredit - Alessandro Profumo, ora presidente del Monte dei Paschi di Siena - e di altri 19 manager, con l’accusa di aver messo in piedi una maxifrode fiscale da 245 milioni. alessandro-profumoalessandro-profumo Un banchiere- "che ha seguito personalmente" la vicenda e che chiede di restare anonimo, racconta i retroscena dell’indagine, partita dalla Gran Bretagna intorno alla Barclays. "Operazioni simili o identiche a Brontos l’ hanno concluse con vari intermediari stranieri il 90% delle banche italiane. Basta guardare gli istituti, che hanno transato con l’ Agenzia delle Entrate, una volta uscita fuori la vicenda Brontos", suggerisce il banchiere, che racconta come operazioni di questo tipo "cambiassero a seconda della legislazione vigente, in Italia o negli altri Paesi in cui venivano fatte: erano fatte con lire turche, su dividendi lussemburghesi o di Gibilterra". UNICREDITUNICREDIT All’interno degli istituti, "non più di 3 o 4 persone per banca conoscevano l’operazione. E per entrare in quell’area era necessario un doppio pass. Su questo, era meglio non fare troppe domande. Le legal opinion rilasciate erano tutte sul filo del rasoio, ma la riservatezza e il fatto che alcune parti non fossero mai note - dichiara a Radio 24 questo banchiere - lasciavano presupporre che non fossero totalmente coperte" sul fronte legale.