Andrea Cuomo, il Giornale 12/6/2012, 12 giugno 2012
Governo sul binario morto: ora taglia i treni ai pendolari - Signori, si scende. Il governo Monti potrebbe appiedare i pendolari: dal 2013 i treni locali rischiano infatti di subire pesanti tagli a causa dell’incertezza che grava sui fondi pubblici destinati a pagarli
Governo sul binario morto: ora taglia i treni ai pendolari - Signori, si scende. Il governo Monti potrebbe appiedare i pendolari: dal 2013 i treni locali rischiano infatti di subire pesanti tagli a causa dell’incertezza che grava sui fondi pubblici destinati a pagarli. L’annuncio shock arriva dal capostazione in persona. «Nel 2013 se non ci saranno soldi a bilancio non faremo il servizio regionale», abbassa il passaggio a livello Mauro Moretti, amministratore delegato del gruppo Ferrovie dello Stato, nel corso di un convegno all’università Bocconi di Milano in cui si parlava di authority dei trasporti, di liberalizzazioni e di gare. E pazienza se le Fs rimedieranno una denuncia per interruzione di servizio. «Vedremo come andrà a finire », è la sfida di Moretti. Il fatto è che lo Stato al momento non è un buon pagatore, nemmeno per le Ferrovie. Nel 2012 ha acquistato da Fs servizi per 1,6 miliardi ma al momento c’è copertura solo per 1,2. E sul 2013 gravano nubi ancora più scure. Bambole, non c’è un euro. E allora il banco potrebbe saltare una volta per tutte. «I cosiddetti ricavi per passeggero/ chilometro- fa i conti Moretti - in Italia sono di 10,8 centesimi di euro». Pochissimi rispetto ai 17,2 centesimi del trasporto su gomma. E ancora meno rispetto ai ricavi della stessa tipologia di trasporto in Germania (20 centesimi), Francia (22) e Inghilterra (addirittura da 33 a 42). Confronti spietati, che non tengono però conto del fatto che il trasporto dei pendolari ha una funzione socialeche non può essere misurata solo con il portafogli. Molte linee secondarie sono chiaramente antieconomiche ma fanno muovere ogni giorno centinaia di migliaia di italiani. Forse milioni. E scusate se è poco. Dai treni della speranza potremmo presto arrivare alla speranza dei treni? Naturalmente è tutto da vedere. In mancanza di ulteriori indizi il sospetto è quello di una provocazione. Bella forte ma pur sempre una provocazione. A cui il governo si trova costretto a rispondere con tempismo più da Frecciarossa che da littorina. «Ci stiamo occupando più che abbastanza del trasporto pubblico locale », taglia corto piccato il ministro per lo Sviluppo economico, Corrado Passera. Un gioco delle parti che non consola affatto i passeggeri. I quali, meschini, non possono sperare nemmeno nello zelo dei nuovi competitor , che si tengono ben lontani dalla faccenda, sentendo odore di pessimo affare. «Siamo pronti a partecipare alle gare per i treni regionali se saranno eque - specifica Giuseppe Sciarrone, amministratore delegato della Ntv di Montezemolo e Della Valle- ma se le gare non prevedranno fondi non parteciperemo ». Pagare moneta vedere cammello. Non certo la strategia migliore in questo momento per trattare con il governo. Dal salva-Italia al ferma-Italia il passo è breve. E le voci preoccupate, pur con qualche scivolata populista, non mancano. «Quella tra Moretti e Passera assomiglia a una discussione tra ladri di Pisa. Il primo, fino a ora, non si è occupato del rinnovo dei treni locali. Il secondo fa finta di occuparsi dei treni locali, ma in realtà il suo governo non ha investito nel rinnovo delle infrastrutture e dei convogli. Gli unici a pagare, come al solito, sono i cittadini che continuano a vivere una situazione insopportabile », accusa il responsabile lavoro e welfare dell’Idv, Maurizio Zipponi. «Questo governo riesce ad aumentare le divisioni di classe anche sul trasporto: treni per i ricchi e nulla per i lavoratori che fanno i pendolari. Serve un piano per la mobilità della gente normale»,suggerisca Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione comunista. «L’allarme lanciato dall’ad di Fs sia l’occasione per cambiare le nostre politiche sui trasporti. Non è colpa del destino se le nostre ferrovie regionali, essenziali per la vita quotidiana di milioni di italiani e strategiche per uno sviluppo urbanistico sostenibile, sono oggi tra le peggiori d’Europa», si mostra appena più conciliante Mario Staderini, segretario dei Radicali Italiani. E il Codacons «licenzia» Moretti: «In un Paese normale sarebbe già stato sostituito, senza liquidazione milionaria, ma dato che siamo in Italia ci tocca tenercelo o pagargli pure la buona uscita».