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 2012  giugno 12 Martedì calendario

APPUNTI PER GAZZETTA. ULTIME SULLA CRISI


CORRIERE.IT ORE 22.19
È iniziato alle 20:30 il vertice che il premier Mario Monti ha convocato a Palazzo Chigi con i segretari dei principali partiti politici: Angelino Alfano (Pdl), Pierluigi Bersani (Pd) e Pier Ferdinando Casini (Udc). All’ordine del giorno la crisi europea, l’andamento dei mercati e misure per lo sviluppo. Prima dell’incontro il premier aveva sentito telefonicamente il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, rientrato a Roma dalla visita di Stato in Polonia.
LA MOZIONE UNITARIA - Fonti parlamentari spiegano che l’intenzione di questo vertice sarebbe quella di presentare in aula, probabilmente già domani quando Monti riferirà alla Camera, una mozione unitaria per chiedere all’Europa misure concrete contro la crisi e per fronteggiare la situazione d’emergenza. Durante il dibattito potrebbero intervenire in aula i leader della maggioranza.
GIORNATA DIFFICILE - Questa riunione d’emergenza arriva al termine di una giornata densa di avvenimenti. Prima di tutto il vertice con il presidente della Confederazione Elvetica e ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf volto a trovare un’intesa sull’evasione fiscale, durante il quale il premier si è trovato a dover rispondere in modo formale a una gaffe clamorosa proveniente dall’Austria. Il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter in una intervista aveva evocato i rischi di una richiesta di aiuti anche da parte dell’Italia, dopo quella appena preannunciata dalla Spagna. «Dati gli elevati rendimenti che l’Italia deve già pagare per rifinanziarsi sui mercati - aveva detto - potrebbe richiedere aiuti sui pagamenti». In seguito aveva smentito, assicurando che non ci sono segnali in tal senso, ma ha comunque dovuto subire una stizzita reprimenda da parte di Monti: «Considero del tutto inappropriato che il ministro delle Finanze di uno stato membro (dell’Unione europea, ndr) commenti in questo modo la situazione di un altro stato membro». In seguito, in un’intervista all’emittente radiofonica nazionale tedesca Ard, il premier ha ribadito: «L’Italia anche in futuro non avrà bisogno di aiuti dal fondo europeo salva-stati». Contemporaneamente la Finanza non è stata di certo d’aiuto per alleggerire la tensione. Piazza Affari ha chiuso nuovamente in rosso e, soprattutto, maglia nera tra le piazze europee, perdento lo -0,7% a fronte dei deboli rialzi delle altre.
NAPOLITANO - Intanto il presidente Napolitano, prima di rientrare dalla visita in Polonia, aveva nuovamente richiamato all’ordine le forze politiche e sindacati: «Mi auguro la coerenza e la determinazione necessaria perché in Italia vadano avanti le riforme strutturali e le politiche di risanamento intraprese dal governo Monti». Inoltre, guardando al resto d’Europa, aveva chiesto che il prossimo Consiglio Europeo, convocato da Herman Van Rompuy per il 28 e 29 giugno, «sia un vertice di svolta» nel quale possa essere finalmente definito «un impegno solidale per la difesa dell’euro e di sostegno ai Paesi che hanno maggiori problemi e un maggior peso di debito sovrano». Il presidente aveva anche preso posizione sulla crisi della moneta unica sottolineando: «Non si può ridurre la responsabilità europea a una coppia di Paesi, seppur molto legati ed influenti, come Francia e Germania», sottolineando inoltre come ora «alle consultazioni tradizionali tra Francia e Germania, venga associata anche l’Italia per il cui governo e per il suo primo ministro c’è rispetto e considerazione».
SPENDING REVIEW - Contemporaneamente al vertice tra il premier e l’ABC - si è tenuta anche la riunione del comitato interministeriale sulla spending review. Erano presenti il commissario straordinario Enrico Bondi, il viceministro all’Economia Vittorio Grilli, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, il ministro per i Rapporti con il parlamento Piero Giarda e quello per la Funzione pubblica Filippo Patroni Griffi.
Maria Strada

REPUBBLICA.IT
ROMA - La crisi si aggrava di in ora in ora e il premier decide di ricorrere a un vertice straordinario. Il presidente del Consiglio ha convocato a palazzo Chigi i segretari di maggioranza Angelino Alfano, Pierluigi Bersani e Pierferdinando Casini per aggiornarli sulla situazione economica. Il vertice è appena iniziato e, secondo quanto si apprende, fra i temi in discussione sono certamente la situazione economica e le misure anti-crisi, la questione del lavoro (in particolare quella degli esodati) e la vicenda Rai.
Le cene tra i leader della maggioranza e il presidente del Consiglio sembravano essere state archiviate, ma evidentemente l’emergenza ha imposto un’inversione di rotta. Una decisione presa mentre è sempre più evidente l’attacco della speculazione al nostro Paese (lo spread oggi ha toccato quota 490). E mentre da alcuni partner europei arrivano dichiarazioni allarmanti come quella del ministro delle finanze di Vienna, Vetter, sugli aiuti da dare anche all’Italia oltre che alla Spagna. Si parlerà probabilmente anche delle novità sul decreto Sviluppo - fortemente voluto dal ministro Passera - sia pur con risorse molto limitate.
L’incontro non era in agenda e la chiamata alle segreterie di Pdl, Pd e Udc è arrivata nel pomeriggio di oggi. Il presidente del Consiglio avrebbe chiesto di vedere Alfano, Bersani e Casini per fare il punto sulla crisi e sulle ultime vicende di oggi che destano preoccupazione. Dovrebbe essere un incontro non lunghissimo, il tempo di un’informativa da parte del premier che, peraltro, domani mattina riferirà alla Camera proprio sui temi della crisi economica e sul rapporto con i partner europei.
Secondo fonti parlamentari, tuttavia, non si esclude che nel vertice si possano toccare altri punti. Nodi politici, come quello della Rai, dopo il ’blitz’ sulle nomine che non è piaciuto molto al Pdl, e ancora il disegno di legge sulla corruzione fino alla responsabilità civile dei magistrati. Il vertice di Palazzo Chigi, in questo senso, potrebbe servire a serrare i ranghi di una ’strana maggioranza’ dilaniata da mille contrasti, in un momento particolarmente delicato per la tenuta economica del Paese.
(12 giugno 2012)

REPUBBLICA.IT - NAPOLITANO
ARSAVIA - "Non possiamo restringere la responsabilità della politica europea a una coppia di Paesi molto legati e influenti, e non dobbiamo compiacerci perché alle consultazioni tradizionali tra Francia e Germania oggi si unisce il rinnovato rispetto e la considerazione per il governo italiano e il suo primo ministro perché quando parliamo di protagonisti della politica europea non possiamo non pensare alla Polonia", un Paese che "in tempi di crisi globale ha retto e continuato a crescere, chiuderà il 2012 con un più 2,5%. Un Paese che ha superato in passato momenti molto difficili e che ha dato grandi prove anche di apertura verso l’esterno". Con queste parole il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, in visita a Varsavia, ha ribadito durante un incontro con esponenti dell’imprenditoria italiana e polacca, che la necessità di un’Europa collegiale e che le decisioni non possono essere prese soltanto da Berlino e Parigi.
"Vanno energicamente perseguite in questa fase - ha proseguito il capo dello Stato - politiche di consolidamento fiscale e di stabilità finanziaria". Le quali però, ha subito aggiunto, devono camminare insieme "a politiche di rilancio della crescita". Questi devono essere quindi gli obiettivi del Consiglio Europeo di fine giugno, durante il quale serviranno "sforzi congiunti perché sia un vertice di svolta" nel quale si definisca "un impegno solidale per la difesa dell’euro e di sostegno ai Paesi che hanno
maggiori problemi e un maggior peso di debito sovrano", ha aggiunto Napolitano.
L’Italia "questo sforzo lo sta compiendo - ha detto ancora il presidente della Repubblica - Non possiamo che augurarci che le forze politiche e sociali abbiano la coerenza e la determinazione perché vadano avanti le riforme strutturali ed il risanamento quali avviate dal governo Monti".
Riassumendo il senso di questi due giorni di visita in Polonia, il capo dello Stato ha parlato di una "partnership strategica che sta emergendo tra Italia e Polonia", di cui è "parte sostanziale lo sviluppo dei rapporti economici e commerciali" con un ruolo centrale per i "protagonisti della politica energetica italiana".
(12 giugno 2012)

REPUBBLICA.IT - LIVINI
Un’altra giornata di ordinaria follia sul fronte della crisi europea, con un accavallarsi di dicharazioni che fanno il gioco degli speculatori. Non rimane che attendere il Consiglio del 28 giugno, sperando in una catarsi collettiva dei governanti dell’Unione per ottenere risultati concreti: se non eurobond, almeno project bond e coesione bancaria. L’analisi di Ettore Livini, della redazione Economia e Finanza di Milano
REUTERS SU GRECIA: BLOCCARE BANCOMAT E TRASFERIMENTI CAPITALI ALL’ESTERO.

REPUBBLICA.IT - FORMULA UNO
MILANO - La disoccupazione non cala. Nell’area Ocse resta stabile e, peggio, aumenta in Italia dove ad aprile è arrivata al 10,2% contro il 10,1% di marzo. A dimostrazione che la crisi sull’economia reale si sta aggravando e non accenna a mollare la presa.
Il dato delle economie sviluppate riunite all’interno dell’Organizzazione parigina rimane invariato al 7,9% come a marzo, ma è ancora 2,3 punti percentuali sopra il livello di quattro anni fa, prima dello scoppio della crisi. Come emerge dalle statistiche diffuse dall’Ocse che riunisce i 34 paesi più industrializzati, le differenze sono molto ampie all’interno dell’area.
L’Eurozona segna una disoccupazione stabile rispetto a marzo all’11%, 3,7 punti in più rispetto al minimo del 7,3% segnato nel marzo 2008. Ma continua a preccupare l’Italia il cui trend si è ormai allineato a quello di Spagna, Portogallo e Irlanda i tre Paesi, insieme alla Grecia, dove l’Unione europea è già intervenuta con aiuti finanziari. La disoccupazione in Italia fa quindi segnare un incremento dal 10,1% al 10,2% lo stesso registrato dal Portogallo (disoccupazione al 15,2%, +0,1 punti) e appena meno di quello in Spagna dove si registra il picco Ocse dei disoccupati (24,3%, +0,2) e Irlanda (14,2%, +0,2), non sono disponibili, invece, i dati della Grecia. Il tasso minimo è in Corea del Sud (3,4%, invariato), lieve incremento anche negli Stati Uniti dove il passaggio dall’8,1% di marzo all’8,2% di aprile interrompe la discesa iniziata nell’agosto 2011.
La disoccupazione giovanile (15-24 anni) dell’area è pari al 16,1%, invariata rispetto a marzo, ma è quasi 10 punti in più rispetto a quella degli adulti (oltre 25 anni). In aprile nell’area Ocse c’erano 47,3 milioni di senza lavoro, 14,6 milioni in più rispetto all’aprile 2008. I giovani disoccupati sono 12 milioni.
(12 giugno 2012)

REUTERS - LA BORSA
MILANO, 12 giugno (Reuters) - E’ Milano la peggiore tra le borse europee, zavorrata dalle banche infarcite di titoli di stato, a loro volta bersagliati dalle vendite, e non basta il parziale recupero finale, in scia all’Europa e agli Usa, a salvarla dal segno meno dopo il -2,8% di ieri.

Un trader parla di "sell-off generalizzato", un altro sottolinea la debolezza della situazione italiana messa in luce soprattutto dallo spread sul debito Italia/Germania, che nel pomeriggio è arrivato a superare i 490 punti. "Sono livelli e movimenti che non vedevamo da tempo", osserva.

Nel fine settimana la Spagna ha ottenuto l’ok dall’Europa a un prestito fino a 100 miliardi di euro per mettere in sicurezza il suo sistema bancario, ma il mercato già ieri ha risposto con plateale scetticismo. Oggi i rendimenti sui titoli di stato spagnoli sono saliti ancora e Fitch ha declassato 18 istituti di credito iberici, innervosendo ulteriormente gli investitori, spiega un dealer. Ma è l’Italia, nota, il bersaglio di oggi.

L’indice FTSE Mib ha chiuso in calo dello 0,7%, contro un paniere europeo FTSEurofirst 300 in rialzo dello 0,7). Anche Madrid ha fatto meglio (+0,09%), mentre Wall Street è tornata positiva dopo qualche incertezza.

* Sono ancora una volta le banche le più vendute, con INTESA SP, MEDIOLANUM, UNICREDIT, POP MILANO E MPS in calo tra il 3,7% e il 5,9%, mentre l’indice europeo di settore segna un lieve rialzo.

* Netto calo anche per MEDIASET e per gli editoriali tutti, con MONDADORI fanalino di coda (-8%) senza motivi specifici, secondo un analista, se non le oscure prospettive per il mercato pubblicitario.

* Positivo con l’Europa il comparto energetico (+0,6% ENI ), acquisti su DIASORIN, TENARIS.

* Bene TELECOM che beneficia degli acquisti piovuti sul settore europeo grazie - dicono i trader - a una generale rotazione nei portafogli.

* Acquisti su LOTTOMATICA, dopo che un sottosegretario all’Economia ha escluso nuovi prelievi sui giochi per le zone terremotate, secondo quanto riporta Agipro news. Continua...

corriere.it
È iniziato alle 20:30 il vertice che il premier Mario Monti ha convocato a Palazzo Chigi con i segretari dei principali partiti politici: Angelino Alfano (Pdl), Pierluigi Bersani (Pd) e Pier Ferdinando Casini (Udc). All’ordine del giorno la crisi europea, l’andamento dei mercati e misure per lo sviluppo.

GIORNATA DIFFICILE - Questa riunione d’emergenza arriva al termine di una giornata densa di avvenimenti. Prima di tutto il vertice con il presidente della Confederazione Elvetica e ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf volto a trovare un’intesa sull’evasione fiscale, durante il quale il premier si è trovato a dover rispondere in modo formale a una gaffe clamorosa proveniente dall’Austria. Il ministro delle Finanze austriaco Maria Fekter in una intervista aveva evocato i rischi di una richiesta di aiuti anche da parte dell’Italia, dopo quella appena preannunciata dalla Spagna. «Dati gli elevati rendimenti che l’Italia deve già pagare per rifinanziarsi sui mercati - aveva detto - potrebbe richiedere aiuti sui pagamenti». In seguito aveva smentito, assicurando che non ci sono segnali in tal senso, ma ha comunque dovuto subire una stizzita reprimenda da parte di Monti: «Considero del tutto inappropriato che il ministro delle Finanze di uno stato membro (dell’Unione europea, ndr) commenti in questo modo la situazione di un altro stato membro».

I MERCATI NON AIUTANO - Contemporaneamente la Finanza non è stata di certo d’aiuto per alleggerire la tensione. Piazza Affari ha chiuso nuovamente in rosso e, soprattutto, maglia nera tra le piazze europee, perdento lo -0,7% a fronte dei deboli rialzi delle altre: Francoforte +0,33%, idem per Londra (+0,76%) Parigi (+0,14%) e Madrid (+0,09%). Fa eccezione solo Atene, che ha ceduto l’1,43%. Lo spread ha rischiato seriamente di sfondare quota 500 punti base, scendendo fino a quota 490 per poi assestarsi a un 470 di certo non rassicurante. Sui Btp decennali i tassi sono saliti fino al 6,30%, e le quotazioni delle banche sono profondamente negative: Mps (-5,88%), Mediolanum (-4,99%), Bpm (-4,82%) e Unicredit (-3,95%).

LA BCE - Queste pressioni sui mercati e sugli istituti di credito hanno portato a un nuovo monito da parte della Banca centrale europea, che ha avvertito che il maggiore rischio a carico della stabilità finanziaria dell’area euro è quello di «un potenziale aggravamento della crisi sui debiti pubblici dei paesi». L’altra grande fonte di rischio è nelle banche, ha aggiunto la Bce, sia sulla loro redditività che su un eccessivo smobilizzo di attività.

LA NOTA POSITIVA - «È improbabile - aveva specificato martedì mattina l’agenzia di rating Fitch - che l’Italia abbia bisogno di un salvataggio perchè il Paese è in una situazione migliore rispetto alla Spagn». Parola del direttore generale Ed Parker, in un’intervista a Bloomberg: «L’Italia ha un deficit di bilancio molto basso, così pure un deficit delle partite correnti e non ha problemi di banche». Se queste affermazioni avrebbero dovuto diradare le nuvole sopra Milano, l’effetto non è stato quello desiderato.

(Ansa/Di Gennaro)(Ansa/Di Gennaro)
NAPOLITANO - Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, prima di rientrare dalla visita in Polonia, nel frattempo ha nuovamente richiamato all’ordine le forze politiche e sindacati: «Mi auguro la coerenza e la determinazione necessaria perché in Italia vadano avanti le riforme strutturali e le politiche di risanamento intraprese dal governo Monti». Inoltre, guardando al resto d’Europa, ha chiesto che il prossimo Consiglio Europeo, convocato da Herman Van Rompuy per il 28 e 29 giugno, «sia un vertice di svolta» nel quale possa essere finalmente definito «un impegno solidale per la difesa dell’euro e di sostegno ai Paesi che hanno maggiori problemi e un maggior peso di debito sovrano». Il presidente ha anche preso posizione sulla crisi della moneta unica sottolineando: «Non si può ridurre la responsabilità europea a una coppia di Paesi, seppur molto legati ed influenti, come Francia e Germania». Quindi ha sottolineato come adesso, «alle consultazioni tradizionali tra Francia e Germania, venga associata anche l’Italia per il cui governo e per il suo primo ministro c’è rispetto e considerazione».

CORRIERE.IT - NAPOLITANO
MILANO - Un Mario Monti irritato risponde a quella che definisce un’interferenza. Per una volta non interna al nostro Paese: «Siccome considero del tutto inappropriato che il ministro delle Finanze di uno stato membro commenti in questo modo la situazione di un altro stato membro, mi astengo dal commentare le dichiarazioni del suddetto ministro», ha aggiunto rifiutandosi di esprimere qualsiasi parere a proposito delle affermazioni del ministro delle Finanze austriaco, Maria Fekter, che non ha escluso la prospettiva che l’Italia possa aver necessità di chiedere aiuto ai partner europei nei prossimi mesi. Successivamente la Fekter ha cercato di raddrizzare il tiro dicendo «Non abbiamo indicazioni che l’Italia farà una richiesta. Non vedo questo.», ma ormai la frittata era fatta.
L’OTTIMISMO - Al contrario il premier italiano è fiducioso nel futuro: «L’Ue ha dimostrato di saper compiere scelte importanti» e «continueremo a garantire la stabilità della zona Euro con tutti gli strumenti a disposizione». Un auspicio espresso durante l’incontro con il presidente della Confederazione Elvetica e ministro delle Finanze, Eveline Widmer-Schlumpf. «Mi attendo nei prossimi giorni che la discussione sulle modalità per rilanciare la crescita in Europa si sviluppi e approfondisca in vista di decisioni operative» nel prossimo consiglio Ue.
Monti e Eveline Widmer-Schlumpf (Afp)Monti e Eveline Widmer-Schlumpf (Afp)
CAPITALI ITALIANI - Tra Italia e Svizzera c’è «l’obiettivo comune di contrastare l’evasione fiscale» e «sono molto soddisfatto di poter annunciare il buon andamento del gruppo di lavoro bilaterale» sulla «doppia imposizione e sullo scambio di informazioni» dice il presidente del Consiglio Mario Monti al termine dell’incontro con la presidente della Confederazione elvetica Eveline Widmer-Schlumpf. «Il negoziato è complesso, mi è difficile formulare una previsione precisa sulla data di conclusione, la volontá importante è di concludere questo negoziato bene e presto» ha aggiunto il premier. Monti ha annunciato che «ci sarà una nuova riunione a breve e i risultati saranno riferiti direttamente ai presidenti del Consiglio».
EVASIONE - «Ogni Paese è impegnato nella lotta all’evasione fiscale: l’Italia ha raddoppiato il suo impegno in questi ultimi tempi, già con il governo degli ultimi anni e poi con questo governo abbiamo aumentato e approfondito questo impegno, che non è solo un impegno ma anche un’azione molto concreta». E ha poi sottolineato: «L’opinione pubblica italiana a volte è un pò turbata dall’intensità di questo sforzo, ma questo sforzo deve essere rigoroso e scrupoloso, e sempre nel quadro delle regole esistenti. È uno sforzo- ha aggiunto- che deve cambiare una cultura del Paese, e non è solo l’Italia che ha questo problema».
GAFFE - Quella della Fekter è una vera e propria gaffe: in una intervista ha evocato i rischi di una richiesta di aiuti anche da parte dell’Italia, dopo quella appena preannunciata dalla Spagna. «Dati gli elevati rendimenti che l’Italia deve già pagare per rifinanziarsi sui mercati - aveva detto - potrebbe richiedere aiuti sui pagamenti». Ma poi ha dovuto affrettarsi a rimangiarsi tutto sminuendo le probabilità di uno scenario simile. «Non vediamo alcun segnale che l’Italia farà richieste simili. Io non ne vedo» ha affermato. Non è certo la prima volta che l’irruente ministra austriaca incappa in gaffe o incidenti con le sue dichiarazioni, spesso avventate. Uno degli episodi più eclatanti risale alla fine del marzo scorso, quando fece andare su tutte le furie il capo dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, spifferando ai giornalisti le decisioni appena prese nella riunione prima che Juncker stesso le illustrasse alla stampa. A fine serata il Presidente del Consiglio Mario Monti in un’intervista alla Radio Tedesca Pubblica A.R.D.: «L’Italia anche in futuro non avrà bisogno di aiuti dal fondo europeo salva-stati».