Paolo Ottolina, Corriere della Sera 12/06/2012, 12 giugno 2012
APPLE RILANCIA I COMPUTER. LA SFIDA DI MACBOOK AI TABLET —
Apple abbraccia Facebook e intanto mostra i muscoli svelando un nuovo portatile che probabilmente lascerà un segno nella storia dell’informatica. Sono queste due delle novità più significative della Wwdc 2012 (World Wide Developers Conference), l’annuale conferenza degli sviluppatori Apple andata in scena al Moscone Center di San Francisco. Su questo palco lo scorso anno era salito, per l’ultima volta, Steve Jobs. Ora è toccato al suo erede Tim Cook officiare le quasi 2 ore di cerimonia. Una messa laica e tecnologica in cui l’azienda di Cupertino, forte di oltre un decennio di successi apparentemente senza fine, non ha voluto dare però nessun segnale sui due prodotti più attesi dell’anno: il prossimo iPhone (il cosiddetto iPhone 5) e la fantomatica tv di cui si parla da tempo. Ma i 110 minuti di presentazione sono stati densissimi di novità.
Quella destinata ad accendere di più le voglie degli appassionati è senz’altro il MacBook Pro di nuova generazione. La linea di pc portatili di Apple si rinnova alzando, di parecchio, l’asticella tecnologica. E mostrando come devono essere i computer dei prossimi anni se vogliono resistere all’ondata emergente dei tablet. Potenti ma allo stesso tempo belli e sottili per ridurre l’ingombro. E con uno schermo ad altissima risoluzione, per valorizzare al meglio le applicazioni multimediali (fotoritocco, montaggio video, modellazione tridimensionale, ma anche giochi e videochat). Il nuovo MacBook Pro arriva infatti con quello che il marketing Apple ha battezzato Retina Display: una denominazione che sottolinea come, usando l’oggetto a una distanza ottimale, l’occhio non sia in grado di percepire i pixel, i puntini dello schermo. Dopo iPhone e iPad, il Retina arriva sui computer di Cupertino portando la risoluzione dello schermo a 2880 x 1800 pixel, per un totale di oltre 5 milioni di «puntini» su una diagonale di 15.4 pollici. Una tv Full Hd, per dare un metro di paragone, ha una risoluzione di 1920 x 1080 pixel, per un totale di poco superiore ai 2 milioni di punti. Oltre allo schermo, Apple ha concentrato sul suo portatile tutto il meglio della tecnologia, a partire da dischi allo stato solido (come le chiavette Usb), molto più veloci dei normali hard disk meccanici, per arrivare agli 8 GB di memoria Ram. Sparisce però il disco ottico: niente più lettore Dvd né masterizzatore. Tutto passa dalla Rete e, nell’ottica «inclusiva» di Apple, da iCloud, i servizi basati sulla «nuvola» che si ampliano con Mountain Lion, la nuova versione del sistema operativo Os X in arrivo a luglio (19,99 dollari). Lo stato dell’arte dei pc portatili, insomma. A un prezzo salato: si parte da 2.299 euro e si arriva molto molto più su, a sfiorare i 4 mila.
Nel mondo iPhone e iPad è stato Scott Forstall, da sempre l’uomo delle presentazioni del sistema iOs, a introdurre le novità software per i 365 milioni di terminali venduti finora da Apple. A partire dall’integrazione profonda di Facebook, che segue quella con Twitter lanciata l’anno scorso con iOs 5. Condividere contenuti sul network di Zuckerberg sarà più facile e immediato. L’altra grossa novità si chiama Maps: l’annunciato divorzio con Google Maps è arrivato. E al suo posto c’è un’applicazione sviluppata in proprio da Apple, con mappe 3D e navigazione vocale assistita da Siri, l’assistente virtuale che cresce e impara, finalmente, a capire anche l’italiano. Le novità di iOs 6, oltre 200 secondo Apple, racchiudono una serie di funzioni per rendere più «smart» l’iPhone. Come la funzione «non disturbare» che in certi orari blocca le telefonate, ma lasciando filtrare quelle di alcuni numeri o le chiamate reiterate più volte, che si suppone abbiano una certa urgenza.
«I prodotti che creiamo insieme alle vostre app possono davvero cambiare il mondo» ha detto con enfasi Tim Cook in chiusura rivolgendosi alla platea degli oltre 5 mila sviluppatori. Il pubblico ha risposto con un applauso convinto. Mica per caso: Apple, con 30 miliardi di app scaricate finora, ha girato 5 miliardi di dollari agli sviluppatori. Più del Pil di una cinquantina di Stati.
Paolo Ottolina