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 2012  giugno 12 Martedì calendario

IL DIVIETO AI DIPENDENTI: NON SPARLATE SUI SOCIAL NETWORK. E SCOPPIA LA RIVOLTA SU TWITTER — I

dipendenti della Rai sono invitati a non twittare male dell’azienda. Ovvero a non commentare, dichiarare e criticare la politica e le strategie di Viale Mazzini su Twitter e Facebook, ma anche su blog e siti internet.
L’ordine del direttore generale Lorenza Lei, che ha scatenato la protesta contro questa sorta di bavaglio online, è stato diramato con una tradizionalissima comunicazione interna, protocollo 0059, intitolata «Dichiarazioni agli organi di informazione» e lunga assai più dei 140 caratteri di Twitter.
Vi si legge che «negli ultimi tempi si è verificato un numero sempre crescente di casi in cui sono state rilasciate con diverse modalità, da parte di dipendenti e collaboratori, dichiarazioni improprie». Perciò — è il succo della questione — le norme che già valgono per i consueti mezzi di comunicazione «alla luce dell’evoluzione tecnologica e produttiva» vanno applicate anche ai social network e affini «fruibili da una pluralità di utenti». Insomma, non è vietato usarli. Ma non per parlare di Rai, cosa per cui, come sempre, è necessaria l’autorizzazione dei piani alti. L’invito perentorio termina con un «non saranno tollerati comportamenti in contrasto».
La missiva del dg si è subito attirata critiche e ironie. Specialmente sulla Rete. «L’ultimo editto di viale Mazzini», twitta Beppe Giulietti di Articolo 21. «Sul web la Rai è all’anno zero», aggiunge Carlo Verna, segretario del sindacato Usigrai. «Si afferma l’ovvio, è logico che il dipendente sia tenuto ad obblighi di lealtà nei confronti dell’azienda». Un altro fisso su Twitter (come Gianluigi Paragone, Antonio Di Bella, Antonella Clerici e Lorella Cuccarini), Nino Rizzo Nervo, ex consigliere, dice: «Vietare i tweet e i post su FB a chi lavora nella comunicazione è indice di ignoranza». Il direttore intrattenimento Rai, Giancarlo Leone, scherza: «Tv.Shhhh! andreavianel ci sei? Ci vede nessuno?». E l’interlocutore, il giornalista di Agorà, Andrea Vianello risponde: «#nonriescoaparlare».
Si indigna il senatore dell’Idv Pancho Pardi: «Non si era mai assistito a un bavaglio in Rete imposto con una circolare! Mi auguro che la Lei smentisca al più presto e che sui social network, l’ultimo scampolo di libertà rimasto al momento, la sua minaccia sortisca l’effetto contrario».
In realtà pare che a chiedere un po’ più di disciplina per dipendenti e collaboratori Rai sia stato il consiglio di amministrazione più che la Lei, che avrebbe semplicemente accolto la segnalazione.
Richiamando all’ordine i sottoposti troppo ciarlieri. «La recente circolare interna» ha spiegato poi un comunicato aziendale «ribadisce norme di comportamento in vigore da anni, contestualizzandole ai moderni mezzi di comunicazione, e segue l’interpretazione data dal cda della Rai».
Giovanna Cavalli