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 2012  giugno 12 Martedì calendario

Intervista PIERDAVIDE CARONE 1. Parlami del programma, tu canti la sigla e introduci ogni puntata con una clip… Il mondo dell’infanzia mi ha sempre intrigato

Intervista PIERDAVIDE CARONE 1. Parlami del programma, tu canti la sigla e introduci ogni puntata con una clip… Il mondo dell’infanzia mi ha sempre intrigato. Ho fatto anche Volo a Rio, che era una cosa diversa, ma ho mantenuto un filo conduttore. In genere, faccio delle cose un po’ più adulte dell’età che ho, ma bisogna essere trasversali nell’arte e nel tipo di target che si vuole andare a colpire. Io stesso sento l’esigenza di reinventarmi. Questa di Peter Pan è una cosa nuova, mi improvviserò attore, giocherò, è giusto prendersi sul serio, ma a volte è giusto anche non farlo. 2. Che rapporto hai con Peter Pan? È il bambino che non voleva crescere mai… Peter Pan è una metafora. In quanto personaggio che non vuole crescere mai ha un’inconsapevolezza che però non è omertà, ma paura. Il suo non voler crescere mai non è vigliaccheria, è paura. Poi io come età (24 anni il 30 giugno, ndr), mi trovo proprio in una nuova fase in cui sto diventando adulto, in cui inizio a vedere le cose in un’altra prospettiva. Io ho avuto delle fortune che mi discostano un po’ dalla realtà e dalle cose che succedono, però le vivo di riflesso, attraverso i miei amici ecc. So che non è la stessa cosa, ma mi sento vicino a quelle persone che non sono state fortunate come me. Ne risento per gli altri. A volte ti vien voglia davvero di fare come Peter Pan. 3. E le clip invece? Lì in pratica interpreto me stesso. Ho girato delle scene in cui c’è un’ambientazione piratesca, mi sono divertito anche su Facebook a postare delle foto per fare un po’ capire. Con un pretesto introdurrò i personaggi e le varie tematiche legate alla puntata in maniera divertente. Mi sono anche divertito a farlo perché era la prima volta che mi cimentavo davvero come attore. Prima l’avevo solo fatto solo nel contesto di Amici, ma lì è un era qualcosa di estemporaneo. 4. Qual è il tuo cartone animato preferito? I Simpson. Noi abbiamo un senso del cartone animato un po’ distorto, invece questo è un cartone pionieristico, c’è da apprendere da loro. E poi Dragonball, mi ha accompagnato nella fase della crescita. 5. E la tua sigla preferita? Quelle degli anni Sessanta e Settanta, come Heidi per esempio. Sono sigle che non sono state ancora eguagliate. 6. Visto che la tua carriera deve buona parte ad Amici, oltre al tuo talento, che rapporto hai con la tv? La tv la uso soprattutto per guardare i film, sono un cinefilo. La tv ha delle serie lacune, non ci sono delle mezze misure. O servono a qualcuno più in alto per tenere buono il popolo oppure fanno programmi di cultura in maniera pedante. La tv influenza molto, è lo strumento di comunicazione per eccellenza. 7. Com’è stato ritornano nello studio che ti ha lanciato dopo tutto questo tempo, da già famoso? Io ad Amici ho fatto un percorso diverso dagli altri, ognuno ha fatto il suo. E questo è divertente, c’è una trasversalità di generi che poi secondo me è stata la forza del programma, c’è un’assenza di continuità che è piaciuta al pubblico. 8. Sei un cantautore. Cosa consigli ai ragazzi che vogliono intraprendere questa strada? Di cominciare a farlo perché lo vogliono fare, a prescindere dall’obiettivo. Questo non significa che non bisogna avere obiettivi nella vita, ma che bisogna seguire prima di tutto una vocazione, un’esigenza. Io scrivo perché ne sento l’esigenza. Poi un brano può essere un grande successo oppure no, questo è normale. Non basta andare in tv, la tv è un tramite. Non basta fare due lezioni di canto prima del provino. Io suono da quando avevo 12/13 anni, ho fatto il conservatorio anche se non mi sono mai diplomato, ma ho fatto delle esperienze che mi sono servite, che mi hanno dato consapevolezza. Amici è stato un dopo. Il momento arriva se sai aspettarlo. Bisogna godersi anche i momenti in cui le dimensioni sono più piccole. 9. Dicono che tu sia il nuovo Rino Gaetano… C’è un cantautore, o cantante, a cui ti ispiri? Che ti ha accompagnato in questi anni? Io mi riferisco a tutto il movimento cantautorale italiano, tra cui ovviamente c’è anche Rino Gaetano. È un mondo pieno di contenuti, non è facile. Quando ti prendi la responsabilità di dire delle cose devi stare attento a come le dici.