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 2012  giugno 09 Sabato calendario

LA RAGAZZA CHE HA CACCIATO I MAGISTRATI DAL SUO LETTO


La rabbia e l’orgoglio dell’Olgettina. Ieri, nei corridoi del Palazzo di Giustizia di Milano, Ioana Visan si confondeva fra gli avvocati, con il corpo sottile infilato in un completo nero e i lunghi capelli raccolti, camicetta bianca e scarpe basse. Il suo metro e sessantaquattro circa si defilava fra la folla: non per nulla la chiamano «Annina». Ma quando si è seduta davanti ai giudici della quarta sezione penale del Tribunale presieduta da Giulia Turri in lei non c’era traccia di fragilità. Appariva persino più sicura di quando si fa fotografare fasciata da abitini rosso fuoco che la fanno sembrare la versione arcoriana di Eva Longoria. In buon italiano ha esposto la sua versione dei fatti sul caso Ruby e ha tracciato una linea di confine: le toghe non devono entrare nel mio letto. Una inaspettata e dignitosa rivendicazione, un piccolo manifesto per queste ragazze che da anni vengono elevate a simbolo del puttaneggiamento e della svendita del corpo, quando non le dipingono come cretine, vittime collaterali del consumismo televisivo. Al pm Antonio Sangermano che insisteva a domandarle se avesse fatto sesso con Berlusconi, Annina ha risposto, decisa: «Ho venticinque anni, e i miei rapporti intimi sono affar mio». La presidentessa del Tribunale le ribadiva: «Deve rispondere», e Annina non si smuoveva: «Sono quattro anni che ho rapporti con Berlusconi, una relazione fatta sui sentimenti. Di soldi non ne ho mai presi. Sono rimasta a dormire a casa sua magari tre giorni di fila, mai miei rapporti sessuali riguardano la mia intimità». Adesso scriveranno che mente, che protegge il suo foraggiatore. Ma nelle sue parole c’era una piacevole dose di libertà. Una forma necessaria di autodifesa davanti a interrogatori che sembrano una gara a scovare titoli buoni per i giornali del mattino seguente. Le domande puntavano sempre lì: era presente, alle cene di Arcore, Nicole Minetti? Si è spogliata o no? Annina, garbata, rispondeva: «Qualche esibizione l’ha fatta anche lei». E il pm: «Racconti queste esibizioni». Annina spiega che dopo l’aperitivo e la cena si scendeva in una sala organizzata come una discoteca, «c’era la musica alta, chi voleva faceva uno spettacolo». Ancora non basta: «Ce lo deve descrivere, lo spettacolo». Servono particolari, nuove prurigini, altre confessioni piccanti. La Visan ci va cauta: «Le ragazze ballavano, muovendosi in modo femminile». Di più, serve di più: «Che cosa faceva la Minetti?». Risposta: «Si toglieva la camicetta... ». Domanda: «Anche il reggiseno e le mutande?». Risposta: «No, le mutande no». Ripete che la casa gliela paga Berlusconi, che l’ha aiutata con dei regali o delle buste fornite dal ragionier Spinelli. Ma il punto nevralgico è sempre quello: è andata o non è andata a letto con Silvio? Un secondo prima di farla alzare, la presidentessa del Tribunale l’avverte per l’ultima volta: «Vuole rivedere il suo rifiuto di rispondere alla domanda precedente sui rapporti sessuali?». Non vuole. Se Annina è a tenuta stagna, Raissa Skorkina non regge e scoppia a piangere, tanto che la seduta viene sospesa per qualche minuto. Raissa col volto tondo, le forme robuste e l’accento forte di biondona russa racconta di essere andata a qualche serata, sempre con la sua macchina («Ho una Golf, l’ho comprata da sola, è un macchina belissima. Poi Silvio mi ha regalato la Mini. Io detto che non mi serve, ma se me la regala perché devo rifiutare?»). Le chiedono se ha mai visto, durante le cene, ragazze che «si toccavano». Le chiedono se è andata a letto con Berlusconi. E a quel punto sbotta: «Non si permetta... Non sono carne da macellare, non mi sono mai piegata a un uomo». Piange, guarda le donne in toga: «Portate rispetto, non sono mai abbassata in nessun modo». Dal fondo dell’aula, un giornalista soffoca una risatina. E a Raissa tornano in mente le prime pagine dei giornali, i pezzi in cui veniva trattata come una mignotta. Esplode: «Ridete? Voi giornalisti siete dei vigliacchi». Ora non temete, voyeuristi all’ascolto, c’è materiale anche per voi. Barbara Faggioli, chioma imbrunita e jeans come una seconda pelle, svela qualche «parola in codice» emersa nelle intercettazioni. Dice che lei e la Minetti chiamavano Silvio «Betty» e parlavano di «scarpe» per riferirsi ai soldi. Valentina Costanzo dà poca soddisfazione e viene liquidata in fretta. La senese Elisa Toti regala emozioni. Anche lei, come le altre, nega di aver avuto rapporti sessuali col Cavaliere (specie a pagamento). Ammette di abitare in una casa pagata da Silvio, dice di avere un contratto con Mediaset e di aver accettato volentieri dei regali. Però quel che serve sono i dettagli delle serate. C’erano «toccamenti »? Che cosa si faceva? Erano presenti Fede e Lele Mora? La Toti dice che qualche «esibizione » l’ha fatta anche lei. Quale? Specificare, specificare. Servono i dettagli. Beh, lei indossava la maglia del Milan e gli scarpini, ballava con un pallone da calcio in mano. «Ha mai visto ragazze che si spogliavano?», le chiedono. Elisa indugia un po’: «Al massimo qualcuna che restava in costume o in intimo. Ma non volgare...». Come non volgare? Spiegare, spiegare. «C’erano balletti con travestimenti? Berlusconi, partecipava?». Figurati che scoop, se avesse detto che il Cav si metteva a ballare con le fanciulle. La Toti si limita a rivelare che «la Polanco si vestiva da Obama, altre erano da Jessica Rabbit». Silvio, dal canto suo, «stava seduto, guardava» e così facevano gli altri ospiti, tipo «Lele Mora, Sgarbi, Fede, Rossella...». Si dovrebbe parlare di Ruby, magari concentrandosi sull’irrisolvibile interrogativo: ha mai avuto rapporti sessuali con l’ex premier? Se li ha avuti, era minorenne? Il padre di Karima Rubacuori, Mohammed el Marough, non è utile a sciogliere il quesito. Entra in aula claudicante, non capisce l’italiano, gli serve un’interprete, ma anche così fatica a comprendere le domande. Continua a dire che sua figlia scappava e la riconducevano a casa i Carabinieri. Lui non sapeva dove andasse e che facesse. Lei gli ha passato soldi solo un paio di volte, roba da 500-1000 euro. Le Olgettine tutte confermano che la figliola dimostrava 20 o 25 anni, in alcuni casi lei stessa diceva di averne 24. Di sicuro non sembrava una bimba. L’impressione, tuttavia, è che si tratti di questioni marginali, quasi soverchiate da domande come quella che il pm pone alla Toti: «Ha mai osservato attività omosessuali? ». Che c’entra? Chi lo sa, però permette di leggere una bella intercettazione raccolta grazie a Skype, in cui la Toti parla con l’amica Adriana di alcuni sms che avrebbe spedito al Cav. Una delle due chiede all’altra: «Gli hai detto che me la devi leccare tutta, davanti e dietro?». Ecco le verità fondamentali che emergono dalle testimonianze. Le parole di Annina, allora, suonano liberatorie: state fuori dal mio letto.