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 2012  giugno 09 Sabato calendario

MILITARI TRA DROGA, ALCOL E DEBITI IL GENERALE GRAZIANO LANCIA L’ALLARME


Il capo di stato maggiore dell’esercito, il generale Claudio Graziano, con «una vena di amarezza» lancia l’allarme. Negli ultimi tempi c’è un eccesso «di alcuni comportamenti negativi che denotano un inequivocabile ed intollerabile allentamento di quella tensione morale che, deve essere il tratto distintivo di ogni militare».
In una lettera inviata ai comandanti, il capo di stato maggiore dell’esercito fa esplicito riferimento «alla guida di veicoli privati in stato di alterazione psico-fisica per l’abuso di sostanze alcooliche, all’uso di sostanze stupefacenti, alla contrazione di debiti che comportano il pignoramento di una quota degli emolumenti da parte di società finanziarie». Troppo. Così, il generale Graziano ordina ai comandanti, «di adoperarsi affinché tali condotte devianti siano riportate nel giusto alveo, anche attraverso il ripristino di specifiche attività di «azione morale» nei confronti del personale dipendente. Per il capo di stato maggiore dell’esercito questo tipo di condotte non trovano giustificazione alcuna e per questo chiede che «venga ripresa, con ferma determinazione, dai comandanti, l’attività di controllo sui propri dipendenti, affinché vi sia un’irreprensibile osservanza delle norme di tratto, di comportamento, di assetto formale, di cura della persona e dell’uniforme da parte di ciascuno. In tale ambito, non tollererò ulteriormente alcuna mancanza o inflessione». Ribadisce il generale Graziano che «la disciplina, l’integrità morale e lo spirito di Corpo sono gli aspetti che costituiscono i cardini della nostra identità di soldati». A quanti reputano il richiamo all’ordine «un vuoto esercizio speculativo», il capo di stato maggiore dell’esercito ricorda che «tali aspetti rappresentino il vero e unico riferimento in un momento di transizione e innovazione, nonché il mezzo per raggiungere quell’obiettivo di efficienza, massimizzazione delle capacità operative esprimibili con le risorse a disposizione, che l’Autorità politica ha fissato e noi abbiamo pienamente condiviso. Il tutto si traduce in una parola che i militari hanno bene impressa: disciplina.