Vito de Ceglia, Affari & Finanza, La Repubblica, 11/6/2012, 11 giugno 2012
IL FASCINO DEI GIOCHI E IL BOOM DEI TABLET ECCO PERCHÉ IL SETTORE RADDOPPIA GLI AFFARI
Milano La svolta è avvenuta nel 2011, e quest’anno ci sarà la sua definitiva consacrazione. Stiamo parlando del fenomeno delle Mobile Apps, esploso con la repentina diffusione di smartphone, iPhone e tablet. Un business quasi raddoppiato lo scorso anno, che già oggi in Italia vale complessivamente 78 milioni di euro (contro i 30 miliardi del fatturato mondia-le): la stragrande maggioranza (circa l’85%) è Pay e un ruolo crescente è svolto dai ricavi da in-app billing. Il mercato è oggi dominato da Apple e Android. Per scattare una fotografia delle Applicazioni di maggior successo, l’Osservatorio Ict della School of Management del Politecnico di Milano ha realizzato un report, dal titolo “Mobile Internet and Apps”, che sarà presentato oggi a Milano (Bovisa). L’analisi si è focalizzata sulle 50 App Store e Google Play più conosciute, mettendo in evidenza alcuni aspetti: i Giochi rappresentano ad oggi la prima categoria sia su Apple sia su Google, con un peso superiore al 50%. Al secondo posto, su entrambi gli Store, si trova la categoria Utility. Mentre in terza posizione su App Store vi è l’Infotainment e su Google Play la categoria Navigazione. Per quanto riguarda la tipologia di aziende, si osserva una predominanza delle software house sia su Apple sia su Android; il peso delle imprese italiane è limitato, tra il 10 e il 20% a seconda dei periodi su Apple e ancor meno (sempre inferiore al 10%) su Google Play; il tasso medio di rotazione giornaliero
delle App su App Store è quasi il doppio di quello rilevato su Android (11% vs 6%); circa il modello di ricavo, su entrambi gli Store sono cresciute le Applicazioni con in-app billing (arrivata a pesare su App Store il 49% a maggio rispetto al 17% di 12 mesi prima). In particolare, nel mese di maggio, l’analisi ha condotto una survey che ha coinvolto quasi 200 sviluppatori italiani di Applicazioni. Poco meno della metà dei casi sviluppa sia in ambito B2c sia B2b, quasi un quarto solo B2b e quasi un terzo solo B2c. Interessante evidenziare che oltre un quarto dei rispondenti è rappresentato da sviluppatori indipendenti (singole persone fisiche). Non solo: esiste un’elevata offerta non valorizzata, che non consente ai relativi sviluppatori nemmeno di ripagare i costi di sviluppo. Infatti, circa la metà dei rispondenti alla survey dichiara di aver guadagnato meno di 1.000 euro complessivamente nell’ultimo anno dalle proprie Applicazioni B2c a fronte di un 7% che ne ha guadagnati più di 50.000; più di un quarto invece, si colloca tra i 1.000 e i 10.000 euro annui e, infine, il 14% tra 10.000 e 50.000 euro. Si tratta di una conferma, fa notare l’analisi, di quanto emerge da ricerche internazionali che evidenziano come gli Application Store abbiano ormai superato il milione e mezzo di Applicazioni, ma di queste solo una minima parte ottiene risultati soddisfacenti. L’analisi evidenzia poi che in quasi la metà dei casi una parte rilevante dei ricavi proviene dall’estero: dimostrando che gli Application Store, se adeguatamente sfruttati, aprono interessanti opportunità sul mercato globale. Curioso è capire anche il comportamento del consumatore nei confronti delle Mobile Apps. Lo studio, realizzato in collaborazione con Doxa, ha coinvolto 910 utilizzatori di App. Dai risultati ottenuti emerge che il 31% dei rispondenti ha meno di 5 App, il 34% tra 6 e 20 e il 35% oltre 21. Tali valori nel caso di utenti iPhone cambiano rispettivamente nel modo seguente: 13%, 29%, 58%. Oltre un quarto delle Applicazioni scaricate viene utilizzata solo una o al più due volte. Le categorie di Applicazioni più utilizzate sono: Social e condivisione, App per mobi-lità/ viaggio, Utility e — a seguire — Giochi, Intrattenimento e News. I motivi che spingono ad acquistare Applicazioni sono: la convenienza nel pricing, la mancanza di alternative gratuite e l’interesse per quel contenuto. La propensione al pagamento di un’App è diversa tra utenti iPhone e il resto del mercato: ad esempio, il 54% degli utenti Android dichiara di scaricare solo App gratis contro il 27% di utenti Apple. L’analisi apre infine una finestra sulle Start-up operanti nel mercato delle Mobile Applications, focalizzandosi su quelle maggiormente al centro dell’attenzione degli investitori (Venture Capitalist, in particolare). Ne sono state identificate circa 400 finanziate negli ultimi 18 mesi a livello mondiale; di queste ne sono state analizzate quasi 200 nel mondo e una quindicina in Italia. Entrando nel merito delle start-up Mobile finanziate nel nostro Paese, la fotografia è la seguente: 10 hanno ricevuto un finanziamento da un Venture Capitalist, 5 da un Incubatore e una da un finanziatore industriale; 5 Start-up hanno ricevuto un finanziamento compreso tra 1 e 3 milioni di euro, 3 tra 500.000 euro e 1 milione, 2 tra 300.000 e 500.000 euro, 2 più di 3 milioni. Nell’80% dei casi la Start-up è stata fondata da un imprenditore con profilo manageriale (business) e solo nel 20% dei casi da un profilo tecnico (sviluppatore); in 7 casi su 16 l’imprenditore ha tra i 30 e i 40 anni, in 5 casi ha più di 40 anni e in 4 casi ha meno di 30 anni; la metà delle Start-up sono nate in Lombardia (le altre in Emilia Romagna, Lazio, Campania, Toscana); 7 operano con un modello B2b (principalmente sviluppo di App e fornitura di soluzioni per gli sviluppatori) e 9 con un modello B2c (prevalentemente Applicazioni di Entertainment, Promozione prodotti e Social & Local).