Jaime D’Alessandro, Affari & Finanza, La Repubblica, 11/6/2012, 11 giugno 2012
VIDEOGAMES, ULTIMA CHIAMATA ECCO LE NOVITÀ PER USCIRE DALLA CRISI
Los Angeles Nobuhiro Kasahara, presidente della Namco Bandai America, si lascia andare alla spavalderia: «Crisi? Non scherziamo, l’industria dei videogame è più in forma che mai», dice nel convention center di Los Angeles, sede dell’E3. «Cambiano gli strumenti: dalle console agli smartphone e ai tablet. Ma i giochi non moriranno mai». All’Electronic Entertainment Show, la fiera più importante per il mondo di Super Mario e Lara Croft, erano in tanti a recitare il mantra di Kasahara-san. Scacciare la pura di un futuro incerto, con le vendite dei videogame tradizionali in calo ovunque, è sembrata l’unica cosa da fare. Perché fuori dalla fiera gli app store di Apple e di Google rischiano di spazzar via le console e i profitti che hanno generato per tanto tempo. Quel giro d’affari da 32 miliardi di euro che è cresciuto costantemente fino a due anni fa. Ma Tablet e smartphone diventando sempre più potenti a capaci di visualizzare giochi in alta definizione, mentre il pubblico si sta abituando ad una politica dei prezzi molto differente: una manciata di euro per i titoli più raffinati, pochi centesimi per tutti gli altri. I grandi colossi dell’intrattenimento digitale, Sony, Microsoft e Nintendo in primis, stanno reagendo a questi cambiamenti per la prima volta con strategie quasi opposte. Ed è questa la vera novità dell’E3 2012, al di là dei tanti sequel di quei videogame campioni di incassi come Halo, Call of Duty, Fifa
e God of War. Microsoft ad esempio tenta di fare dell’Xbox una galassia di servizi che andrà ben oltre la semplice console, Sony si limita ai titoli ad alto budget e ad alcune interessanti sperimentazioni nel campo della realtà aumen-tata, Nintendo spera di tornare grande con la Wii U, ponte fra tablet e macchine per videogame. «Passare dai prodotti fisici ai servizi è la direzione inevitabile che tutto il settore dovrà prendere», spiega Phil Harrison, da tre settimane a capo degli studi di sviluppo di Microsoft in Europa. E’ stato il braccio destro di Ken Kutaragi, il “padre” della Sony Playstation, ma nel 2008 ha lasciato l’azienda per contrasti con Howard Stringer. E ora è a Redmond. «Vogliamo integrare Xbox con Windows 8 e renderla servizio universale per l’intrattenimento, dalla musica ai giochi, dai film ai programmi televisivi», continua Harrison. Percorso che comincia con SmartGlass, applicazione che attraverso l’Xbox permette lo scambio fra console, tablet e cellulari (anche Apple e Android). Si potrà ad esempio navigare sul web usando il televisore come display principale e lo smartphone come pad per muovere il cursore con le dita e scrivere gli indirizzi dei siti. Oppure si potrà intervenire in un videogame attraverso l’iPad, o ancora riprendere la visione di un film sullo smartphone che si stava guardando a casa. E’ il primo passo verso un ecosistema non più legato ad un unico apparecchio. Sony, con i suoi guai finanziari e il buco di 5,7 miliardi di dollari, può fare poco. Men che mai mostrare una nuova Play-Station, che ora non ha la forza di produrre. Si è limitata ai videogame, ma alcuni di questi sono senza dubbio i più belli visti all’E3. Primo fra tutti Beyond: Two Souls, opera di quel David Cage che sembra essere l’unico vero grande regista interattivo. Uno che su console è capace di mettere in scena sentimenti profondi e che usa attori in carne ossa per costruire trame e storie degne di un film. In questo caso Ellen Page (candidata all’Oscar per Juno e protagonista con Leonardo Di Caprio di Inception), digitalizzata con un nuovo sistema da 65 telecamere. Poi ci sono i Wonderbook, serie di libri scritti in collaborazione con J.R. Rowling, la stessa di Harry Potter, che prendono vita se posti davanti la webcam collegata alla Ps3. Una realtà aumentata d’autore che vedremo entro Natale.