Gianluigi Ricuperati, la Repubblica 10/6/2012, 10 giugno 2012
CATALOGO RAGIONATO DELLA MERCE DA DISCOUNT, SOGNANDO BARTHES
C’era chi sognava di scrivere il nuovo
Morte nel pomeriggio.
Chi il nuovo
Persuasione.
C’era anche chi sognava di scrivere il nuovo
Frammenti di un discorso amoroso,
di Roland Barthes, e addirittura trarne un film (a proposito: perché non è ancora stato fatto?); la verità è che molti narratori contemporanei, invece, finiscono per dare la propria versione di un altro classico del grande critico francese,
Miti d’oggi:
le forme sono tante e diverse, ma se ci pensate bene quella modalità di indagine e racconto degli oggetti, dei fenomeni sociali, dei rituali essenziali e marginali della nostra vita,
è realmente penetrata nel nostro modo di descriverci.
L’esempio più recente, in Italia, è il delizioso
Discount or Die
(Nottetempo), a cura di Valeria Brignani. Si tratta di un libro parzialmente illustrato – e avrebbe potuto esserlo di più e meglio, forse – che funziona come
baedeker
per il mondo delle sottomarche, dei supermercati d’occasione, dell’universo povero-ma-brutto dei
discount,
che alla fine poi così povero e così brutto non è.
In alcune città i Lidl sono posizionati non casualmente davanti a negozi per scommettitori: si tratta di ambienti in cui le due attività, spendere poco e rischiare molto, nobilissime entrambe, hanno in comune una triste aura di
sciatteria. Il libro, in verità, non è sciatto né triste: reagisce, compilando elenchi e tassonomie che dividono l’esperienza per categorie merceologiche, e soprattutto applicando la forza della critica a prodotti che sembrano tutti impegnati a gareggiare in una furiosa selezione per la serie C della spesa quotidiana. Ognuno viene analizzato e giudicato, e accompagnato da un’immagine: ci sono aranciate troppo zuccherate,
chewingum
dal gusto troppo corto, birre insapori.
Ma ci sono anche i prodotti marchiati con il logo del supermercato, che in diversi casi sembrano di pari o superiore qualità rispetto ai loro correlativi più blasonati. Piselli, ravioli, detersivi, biscotti: la maggior parte di
questi fratelli figli unici trova la propria ragione d’essere – e di costare così poco – nella totale assenza di comunicazione, pubblicità e marketing. Sono proiettili abbandonati per eccesso di strategia, nella battaglia del consumo.
Il libro – che è stato realizzato a partire da un blog omonimo, ed è un progetto collettivo, ben curato dalla Brignani – soffre dei pregi e dei difetti che caratterizzano la sua provenienza: la modesta allegria delle recensioni in rete, la qualità altalenante di un mondo in cui è stata messa in pratica un po’ sovieticamente la nota suggestione sulla morte dell’autore, coniata, guarda caso, da Roland Barthes.