Margherita Hack, l’Unità, 12.6.12, 12 giugno 2012
I RICORDI CHE HANNO SEGNATO I 90 ANNI DI MARGHERITA E LA SUA ATTENZIONE SEMPRE VIVA RIVOLTA AI GIOVANI
1. FASCISMO Cosa fosse l’ho capito solo nel ’38 con la promulgazione delle Leggi Razziali. All’epoca andavo al liceo e avevo una professoressa di scienze che si chiamava Enrica Calabresi. La vidi sparire da un giorno all’altro, era stata cacciata dalla scuola perché ebrea. […] La professoressa Calabresi, ottima ricercatrice, venne arrestata nel 1943 e si suicidò dopo 20 giorni di carcere.
2. I BOMBARDAMENTI Ricordo le grandi ristrettezze in cui vivevamo, si ascoltava Radio Londra per sapere davvero come stavano andando le cose e si tenevano sempre le finestre ben chiuse.
3. COSTUME E SOCIETÀ Ho assistito a grandi cambiamenti di costume nel corso della mia vita. Quand’ero giovane c’era una grande differenza tra le classi sociali e si vedeva. Basti pensare che le signore borghesi, anche piccolo borghesi, non uscivano mai senza cappello. Senza cappello andavano le operaie e le donne di servizio. […] Ricordo quando nel passato era il marito a scegliere la residenza e la moglie lo doveva seguire. Esisteva il delitto d’onore e la donna veniva punita diversamente dall’uomo e con maggiore severità in caso di adulterio.
4. PROGRESSO Oggi si comunica in tempo reale con Internet, si parla e ci si vede in tempo reale. Le distanze sono state quasi eliminate. […] Quello che ho visto è stato un secolo estremamente vivace, con cambiamenti più grandi di quelli avvenuti nei 2.000 anni precedenti.
5. POLITICA Certo, negli ultimi anni abbiamo assistito alla finanza allegra, alla mancanza di rispetto per le leggi e per lo stato, ma io credo che ce la caveremo ancora una volta.
6. GIOVENTÙ Ai giovani vorrei dare un consiglio: scegliere la professione che interessa di più. Quando dovrete decidere cosa studiare, non pensate solo a cosa vi permette di trovare lavoro, ma a quello che vi piace veramente. Poi fatelo seriamente. Alle ragazze, in particolare, consiglio di avere più fiducia in se stesse e pretendere che i loro diritti vengano rispettati. E, da ex sportiva, voglio dare un ultimo consiglio a tutti: affrontate la vita come s’affronta una gara. Con la voglia di vincere.