ItaliaOggi 12/6/2012, 12 giugno 2012
Il Vaticano striglia le suore Usa. Le religiose americane sono troppo liberali?– È quello che sembra pensare il Vaticano
Il Vaticano striglia le suore Usa. Le religiose americane sono troppo liberali?– È quello che sembra pensare il Vaticano. Nel giro di poche settimane, infatti, la Congregazione per la dottrina della fede ha condannato a due riprese e con grande severità le prese di posizione di alcune congregazioni femminili degli Stati Uniti. A dare fuoco alle polveri sono state divergenze di vedute sulle questioni di morale sessuale, di bioetica o sul posto delle donne nella Chiesa. In un’opera apparsa nel 2006, suor Margaret Farley, docente di etica, sostiene per esempio che «provare del piacere sessuale autoerotico» non pone «alcun problema di moralità», mentre il Vaticano vede nella masturbazione un «atto intrinsecamente e gravemente disordinato». La religiosa si spinge a giustificare anche le relazioni e gli atti omosessuali, che secondo Roma sono «contrari alla legge naturale» e, in contraddizione con la Chiesa, difende il matrimonio fra persone dello stesso sesso e si dichiara favorevole al divorzio. Per tutte queste ragioni il suo libro è stato messo all’indice dalla Congregazione per la dottrina della fede, una decisione approvata dal pontefice e resa nota lo scorso 4 giugno. Non solo. Dopo due anni e mezzo di inchieste, la Congregazione ha reso pubblico lo scorso aprile un rapporto che accusa la Leadership Conference of Women Religious, l’associazione che rappresenta l’80% delle circa 57 mila religiose americane, di non promuovere «l’insegnamento della Chiesa sulle questioni di sessualità e della famiglia». Nel mirino ci sono soprattutto le prese di posizione sull’ordinazione delle donne e sull’omosessualità, il silenzio su aborto ed eutanasia e l’opposizione pubblica ai vescovi americani. Le suore Usa, dopo aver accusato il colpo, sono uscite dal silenzio e in un comunicato uscito il 1° giugno hanno definito le critiche del Vaticano «senza fondamento», frutto di un «processo viziato e privo di trasparenza», mentre le sanzioni annunciate sono state giudicate «sproporzionate».