Ishmael, ItaliaOggi 12/6/2012, 12 giugno 2012
L’unica industria che è fiorente nella Grecia è il welfare– Salvano la Spagna da un destino peggiore della morte con un prestito di 100 miliardi di euro
L’unica industria che è fiorente nella Grecia è il welfare– Salvano la Spagna da un destino peggiore della morte con un prestito di 100 miliardi di euro. E la Grecia? Non si poteva prestare qualche spicciolo anche ai greci? Gli spagnoli, certo, possono fornire garanzie che i greci, purtroppo, neppure si sognano: un rispettabile tessuto economico, un’industria vacanziera di cui i greci certo non dispongono e che (per la verità) non ci sogniamo nemmeno noi, il flamenco, la corrida, los anarquistas, Salvador Dalí, Luis Buñuel, Francisco Goya, Don Chisciotte e Garcia Lorca. In Grecia non c’è nulla, tranne una lingua in comune con Omero e i fondamenti della civiltà classica, di cui siamo gl’indegnissimi eredi. Ma sono meriti che risalgono all’antichità, in parte all’età del bronzo, i più recenti a qualche secolo prima di Cristo. Negli ultimi duemila anni, mentre il mondo andava avanti e indietro, poi di nuovo avanti, oggi un colpo d’acceleratore, domani una frenata particolarmente brusca e improvvisa, la terra di Socrate e d’Aristofane ha espresso giusto il «sirtakì», Konstantinos Kavafis e l’ouzo, cose tutte molto apprezzabili, specie la poesia di Kavafis, ma difficilmente le banche tedesche, i mercati finanziari e le agenzie di rating potrebbero considerare due passi di danza, un aperitivo o le poesie anticonformiste d’un giornalista gay nato ad Alessandria d’Egitto una seria e affidabile garanzia in caso di prestiti miliardari. Rimane il fatto, però, che la Spagna oggi viene graziata, benché non abbia accettato di farsi commissariare come nei mesi scorsi le istituzioni europee hanno preteso da chiunque non fosse tedesco o francese, mentre alla Grecia, in balia di neonazisti e di neocomunisti, è stato dato il colpo di grazia: rigore, lavoratori a spasso e parole di disprezzo da parte degli onnipotenti della finanza europea. Non è un bel precedente, ma è quel che può succedere, e succede, alle nazioni di scarso appeal, come ce ne sono tante in Europa. Anche gli spagnoli, come i greci, hanno tagliato drasticamente la spesa pubblica, ma gli spagnoli (a differenza dei greci, la cui sola industria nazionale è il welfare) sono sopravvissuti ai tagli (come sopravvivremmo noi, se solo accettassimo di pagarne il prezzo, un prezzo modico se confrontato ai costi dello status quo). Mentre gli spagnoli (per un momento, anni fa) hanno sfiorato l’eccellenza economica, e si sono comunque emancipati dal sottosviluppo ricevuto in eredità dal lungo crepuscolo franchista, i greci sono fermi al palo da decenni. Avevano bisogno d’un prestito, e d’un po’ di comprensione, come ne ha bisogno chiunque, rimasto con le tasche vuote, non riesca a sfamare la famiglia. Ai tedeschi nessuno rinfaccia più Auschwitz o Bergen-Belsen. Ma le autorità europee non hanno perdonato qualche miserabile conto truccato alle autorità greche.