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 2012  giugno 10 Domenica calendario

LA NONNA RUBA I TIC TAC ALLA CASSA. E I POLIZIOTTI PAGANO IL CONTO — E

chissà se s’erano già visti, incrociati, sfidati. Angela e Valerio. La pensionata cliente e il direttore del supermercato. Protagonisti d’una notizia breve da mattinale di polizia — furto dagli scaffali di una confezione di caramelle tic tac, 78 centesimi di euro, supermercato Pam di via Archimede — che diventa capitolo di uno strano, strambo romanzo criminale. Mica c’è stata soltanto la signora Angela, in questo fine settimana milanese. Nella Basilica di Sant’Eustorgio un tizio si è intrufolato per prendere le monetine delle elemosine, salvo appisolarsi sul divano della sacrestia. E in piazzale Corvetto? Ieri una banda ha razziato un’oreficeria. Erano in cinque, armati di mazzette da muratori, tutti poi in fuga con le proprie gambe. Cioè, tre di corsa e due in bici.
Anche la signora Angela, col rispetto dei e per i suoi 76 anni, scappava e continua a scappare. Rintracciata a casa sua, una palazzina in via Galvano Fiamma dalla facciata grigia, sta trincerata. Voce flebile, da letto d’ospedale, da bimbo in castigo più che da adulto cinico, da predone insanguinato di rabbia. Del resto, caramelle tic tac, 78 centesimi di euro al supermercato... Certo, il supermercato. E il direttore implacabile. Valerio, 38 anni. Virtuoso o feroce? Le regole possono subire uno sconto per compassione, per tarda età, per ragion di Stato? Erano le 9.53 di venerdì. Al 113 giungeva la telefonata del direttore, avvisava d’un furto appena avvenuto. La pattuglia accorreva. Per la precisione, una «volante» della polizia Città Studi. Dunque sul posto, nel suo insieme un angolo bello di Milano — anche silenziose vie a senso unico, anche villette basse che sembrano di villeggiatura —, venivano gli agenti. L’anziana è andata per di là, incalzava il direttore, carico d’adrenalina. Camminava, l’anziana. Breve giro prima di rientrare a casa. Via Fiamma incrocia via Archimede. I poliziotti l’hanno raggiunta, fermata. Nelle tasche, i tic tac. Non sazio il direttore ha raccontato che la signora l’aveva perfino «percosso». Picchiarla? Gli agenti, con un’occhiata, l’han fatto vergognare. L’aveva sparata grossa, caro Valerio, non è vero? Ha ritirato la storia delle botte. Non la promessa di denuncia. Voleva proprio denunciarla. Quant’è? Ci dica quanto diavolo è, l’hanno invitato i poliziotti. Settantotto centesimi. Sono tornati al supermercato. Gli agenti hanno pagato. Qualcuno, fra i clienti, ha applaudito. Troppo facile: la vecchina perseguitata, l’adulto impietoso, gli agenti dal cuor gentile. Due mesi fa, nel Pam, verso l’orario di chiusura, era piombata una coppia di rapinatori. Maschere da carnevale indosso, pistole in mano. «I soldi». In cassa 1.500 euro. Una rapina, l’ennesima.
Nell’incontro coi cronisti a fine anno, il questore Alessandro Marangoni aveva osservato che un conto è inseguire i mafiosi — e lo sa bene, è stato questore a Palermo — e altra vicenda è trovarsi in mezzo alla rabbia di chi ha fame. O non ha uno sghello. O resta senza lavoro. La signora Angela così si è difesa: «Non avevo denaro e avevo voglia di caramelle». Luciano Riccardo Mauri, l’incauto malvivente che venerdì notte era entrato nella splendida, centrale Basilica di Sant’Eustorgio a caccia di offerte dei fedeli, aveva al fianco un socio, uomo di fiducia, spalla e complice, invalido e con problemi psichici. Li hanno trovati stesi sul divano. Nell’affollato, periferico piazzale Corvetto, uno dei banditi dell’oreficeria, quello che si è presentato per primo, per aprire il varco, aveva vestiti da donna. Voleva fingersi una cliente qualunque e non far insospettire. Peccato che il travestimento facesse ridere, si vedeva lontano un miglio che era una roba raffazzonata, da dilettanti.
Al supermercato Pam difendono il direttore, fiutano aria d’assedio. Il medesimo direttore ha rifiutato di parlare col Corriere. S’ignora se la signora Angela abbia divorato le caramelline o le abbia invece conservate in fondo al cassetto, sotto un tovagliolo, nascoste, protette, buone da distillare giorno per giorno. Sono strani, questi tempi. Un ultimo tentativo al telefono. «Signora, i suoi tic tac...». Tic, tac, tic, tac, scandisce lei, e mette giù.
Andrea Galli