Emanuela Audisio, la Repubblica 11/06/2012, 11 giugno 2012
INCONTRARSI AI GIOCHI
I Giochi fanno incontrare. Il resto lo fa la scintilla: a lei piacque il suo stile, a lui la sua simpatia. Love Games. Il mondo tornava a fare sport, la gioventù a conoscersi. La guerra aveva lasciato ferite e cicatrici. Ottavio e Rosita si incontrano per caso. Anzi si sfiorano. «Lui vinse la sua batteria nei 400 ostacoli, io con le mie amiche ero seduta proprio sopra il tunnel dove passavano gli atleti, era bello, con gambe lunghissime. M’impressionò, anche perché all’arrivo sputava in maniera esagerata». Ottavio Missoni ha 27 anni, corre veloce il giro di pista, è reduce da quattro anni di prigionia in Egitto, catturato ad El Alamein. «Ero alto, magro da far spavento, la guerra ci aveva rubato due Olimpiadi, ma in quel momento l’unica cosa che importava era esistere ancora. Quando ho ripreso a correre, da ottobre a marzo andavo in letargo, non c’era preparazione invernale, né diete, né pesi. Al villaggio c’era un’atmosfera piacevole, ma l’ufficio informazioni olimpico parlava solo inglese, in piena austerity ogni Paese aveva portato scorte di cibo. Noi avevamo pasta e arance, gli argentini la carne, ottimo motivo per fare amicizia». Ottavio in finale arriva sesto, ultimo, nella gara vinta dall’americano Cochran. «Mio padre mi rimproverò, ma io ero stanco, poco preparato, avevo fatto 11 gare. E la prigionia non era stata una vacanza. Però lì capii cosa sarebbe stata la mia vita: affrontare con uno stile fluido e leggero tutto quello che incontravo». Rosita Jelmini non ha ancora 17 anni. «Ero a Londra dalle suore, a Hampstead, perché il liceo linguistico svizzero dove studiavo prevedeva uno stage all’estero. E le suore ci portarono allo stadio. La domenica dopo ci fu una gita di famiglia a Brighton e sulla strada un appuntamento a Piccadilly Circus. E chi c’era ad aspettarci? Missoni e Tosi, il corazziere romano, argento nel disco dietro a Consolini. «Ottavio, in pantaloni di flanella, era elegantissimo nella sua divisa olimpica. Però aveva dieci anni più di me, accidenti mi era sembrato molto giovane, ero preoccupata». Tornata a Milano, festeggia il suo compleanno e chiede alla sua amica, se può invitare quel giovanotto alto e magro. Missoni si presenta, e firma il quaderno degli invitati anche con dei disegni. Rosita ricorda: «Ce l’ho ancora quello schizzo. Ottavio si fece alto con la tuba, immaginò il nostro matrimonio, figli e nipoti, mise date, l’ultima è del 2048. Poi ci siamo rivisti con la complicità del Ticino, e sposati nel ‘53, la nostra avventura e complicità dura da 59 anni».
L’amore a Cinque Cerchi non conosce ostacoli. A Seul ‘88 si sono incontrati la lunghista inglese (poi in maglia azzurra) Fiona May e l’astista italiano Gianni Iapichino, che dopo 18 anni insieme e due figlie, si sono separati. A Città del Messico nel ‘68 si sposano la ginnasta Vera Caslavska e il mezzofondista Joseph Odlozil, che gareggiano per la Cecoslovacchia, ma la luna di miele sarà a Capri. Lei, quattro ori e due argenti, sostenitrice di Dubcek, lotta da sola contro le atlete dell’Urss che ha invaso il suo paese. Nel ‘56 a Melbourne in piena guerra fredda la cecoslovacca Olga Fikotova, oro nel disco, s’innamora del lanciatore di martello americano Harold Connolly, anche lui campione olimpico. Si sposeranno nel ‘57, avranno un figlio, divorzieranno nel ‘73. Nel 2004 ad Atene l’americano Matt Emmons vince l’oro nella carabina a terra, ma lo perde nella carabina tre posizioni (gara in cui era in testa) tirando l’ultimo colpo sul bersaglio sbagliato, tradito dall’emozione. Le immagini in tv della sua disperazione lo fanno conoscere a tutti. Quel giorno Emmons perde il secondo oro, ma trova l’amore. Mentre cerca di consolarsi bevendo birra al punto ristoro del poligono viene avvicinato dalla ceca Katerina Kurkova, che gli mette una mano sulla spalla. «E da quel giorno non feci che pensare a lei, altro che le Olimpiadi». Si sono sposati da lei a Pilsen e sono andati a vivere da lui a Colorado Springs. Lei non ha fatto come suo marito, non ha sbagliato un colpo e ha vinto a Pechino 2008. I Giochi dell’amore non sbagliano mai podio.