Alessandro Carlini, Libero 8/6/2012, 8 giugno 2012
SENZA GHEDDAFI TORNANO LE PIAGHE BIBLICHE
Una piaga biblica sta per abbattersi sui già poco fertili campi dell’Africa occidentale,dove causerà sicuramente forti carestie, e forse anche sull’Europa. Si tratta delle terribili locuste del deserto, in arrivo dalla Libia meridionale. E a scatenare gli sciami di questi insetti è stata,secondo la Fao, agenzia dell’Onu per l’agricoltura, la deposizione(e morte) di Muammar Gheddafi. Nessuna maledizione del Colonnello ma semplicemente l’incompetenza del nuovo regime libico, che non è in grado di controllare un Paese ancora in preda al caos. Gli ex ribelli di Bengasi non solo hanno portato – grazie all’aiuto indispensabile dei bombardamenti Nato – bande armate di pericolosi miliziani e gruppi di qaedi stima anche un’ondata di devastanti cavallette. Come ha spiegato il britannico Financial Times, la Food and Agricultural Organisation (Fao) non ha dubbi nell’indicare la causa di questa piaga imminente.«Dobbiamo essere onesti»,ha detto Keith Cressman, esperto di locuste per l’agenzia dell’Onu, «la caduta di Gheddafi ha fortemente inciso su questa situazione. Ha completamente sconvolto la capacità dei libici di controllare e rispondere al fenomeno come di solito facevano».Con tutti i difetti che il regime del Colonnello poteva avere, in fatto di programmi anti-locuste era infatti all’avanguardia. Dopo la caduta di Gheddafi, è rimasta in piedi la struttura amministrativa ma i preziosi veicoli con cui venivano sparsi i potenti pesticidi sono scomparsi.Forse requisiti da qualche gruppo di ribelli, che ha collocato cannoni e mitragliatrici al posto dell’equipaggiamento per disinfestare i campi.«Prima della rivoluzione, la Libia era in grado anche di spedire grandi convogli di squadre anti-locuste negli altri Paesi africani», ha aggiunto Cressman. Ma questo non è più possibile e così nuove grandi responsabilità ricadono su chi ha pensato di liberarsi di Gheddafi. Senza infatti un’adeguata prevenzione,le cavallette nell’ultimo anno sisono riprodotte in grande numero e così sono pronte a muoversi in cerca di cibo. A questo si deve aggiungere lo stato di insicurezza che regna a Tripoli e nel resto del Paese, che non permette ai tecnici della Fao di intervenire con tempestività. I due Paesi più a rischio sono Nigere Mali, che a giugno saranno invasi da sciami di locuste del deserto.Nel Mali la situazione è resa ancora più difficile dalla situazione di conflitto interno, che vede contrapposto il governo ai gruppi qaedisti. Ma le locuste africane si possono spingere molto più a nord, come hanno fatto nel 2003-2005, quando si è verificata la più grande invasione degli ultimi 15 anni: la perdi-ta per i raccolti è stata stimata in 2,5 miliardi di dollari. E uno fra i Paesi più a rischio è la Grecia, già segnata dalla crisi economica interna. Proprio in questi giorni le cavallette hanno invaso la regione di Pella, al confine Nordcon la Macedonia (che i greci chiamano Fyrom). Immensi sciami sono piombati sui terreni agricoli, divorando grandi estensioni di colture da cui dipende il sostentamento dei residenti locali. Il funzionario regionale responsabile dei controlli di qualità sulle colture, Giorgos Gaitanis, parlando con il quotidiano Kathimerini, ha detto chela situazione è ancora gestibile.«Non è ancora un problema enorme e stiamo cercando di tenerlo sotto controllo», ha affermato.Il timore è che proprio in Libia si creino le condizioni per una nuova ondata come quella del 2003-2005, che possa devastare anche l’agricoltura greca.