E.L., la Repubblica 8/6/2012, 8 giugno 2012
TV, FREQUENZE NEGATE A EUROPA7 LO STATO RISARCIRÀ CON 10 MILIONI
MILANO— Ci sono voluti dodici anni. Alla fine però Europa 7 ha vinto (ai punti) la sua battaglia legale contro le autorità italiane per la mancata assegnazione delle frequenze tv. La Corte europea dei diritti umani ha condannato Roma a risarcire con 10 milioni di euro (più 100mila di spese legali) l’emittente di Francesco Di Stefano. La sentenza di Strasburgo chiude un braccio di ferro iniziato nel 1999 quando Europa 7 aveva ottenuto la licenza per trasmettere sull’80% del territorio nazionale con tre frequenze televisive.
Nella giungla dell’etere italiano, dominata dal duopolio e regolata dal conflitto d’interessi tra il politico Silvio Berlusconi e i suoi network, la strada per Di Stefano è stata da subito in salita. La sua azienda «poteva ragionevolmente aspettarsi di trasmettere entro massimo due anni — certifica il dispositivo della Corte — . Ma non ha potuto farlo perché le autorità hanno interferito con i suoi legittimi diritti con la continua introduzione di leggi che hanno via via esteso il periodo in cui le televisioni che già trasmettevano potevano mantenere la titolarità di più frequenze». Risultato: Di Stefano — che aveva chiesto un indennizzo di 2 miliardi di euro — ha potuto iniziare a lavo-
rare solo nel 2009 e su una sola frequenza. «E’ una sentenza molto dura nei confronti del-l’Italia, che farà giurisprudenza, ma è mancato il coraggio di
dare una sanzione importante al nostro Paese», ha detto il numero uno del gruppo «insoddisfatto » per l’entità della sanzione che non lo ripaga dei 90 milioni di spese affrontate e dei mancati introiti nei 10 anni in cui l’emittente è rimasta spenta.
«La condanna che arriva dalla Corte europea dei diritti umani sul caso Europa 7 è solo la conferma dei danni prodotti da Berlusconi e dal suo governo», ha commentato il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, mentre per Vincenzo Vita, del Pd, la sentenza è la fotografia «del dramma italiano dei media: dalla concentrazione delle frequenze private nelle mani di Mediaset, al conflitto di interessi, agli errori più gravi della legge Gasparri ma anche alle incertezze del centrosinistra». Riflessioni politiche a parte, i 10 milioni incassati da Centro Europa 7 sono una piccola boccata d’ossigeno per l’emittente che come tutti nel mondo dei media paga un pedaggio salatissimo alla crisi della pubblicità. Di Stefano nei mesi scorsi, non a caso, avrebbe già iniziato un sondaggio informale tra i big dell’etere per valutare l’ipotesi di alleanze o di vendite del suo
network.
(e.l.)