Paolo Manzo, La Stampa 11/6/2012, 11 giugno 2012
Un tempo erano le uniche scarpe che i poveri delle favelas potevano permettersi. Oggi sono un «must-have» da sfoggiare nelle spiagge più chic del mondo
Un tempo erano le uniche scarpe che i poveri delle favelas potevano permettersi. Oggi sono un «must-have» da sfoggiare nelle spiagge più chic del mondo. In mezzo c’è mezzo secolo: ebbene sì, le Havaianas compiono 50 anni, che racchiudono tutte le trasformazioni sociali, economiche e culturali che il Brasile ha vissuto e continua a vivere. «Era un prodotto destinato alle persone più povere - spiega Mario Utschil, presidente di Alpargatas, la società che le produce-. Poi l’azienda ha deciso di riposizionare il marchio per venderlo in tutto il mondo e a tutte le fasce di mercato». L’avventura comincia nel 1962. Le prime Havaianas fanno il verso alle Zori, le tipiche infradito giapponesi di stoffa nera con la suola fatta con la canna della pianta di riso: avevano la soletta bianca e l’infradito blu. Ma negli Anni 70 un errore tecnico trasforma una scarpa povera in una forma di pensiero. Un lotto viene prodotto per sbaglio in verde. L’errore dà avvio a una produzione multicolore, l’inizio del successo. Tanto che negli Anni 80 il governo brasiliano arriverà a catalogarle come «beni di necessità». I colori si moltiplicano, le esportazioni anche, vengono creati modelli speciali per celebrare la Coppa del Mondo e nel 2003 la consegna dei premi Oscar. Nel 2004 il gioielliere Stern realizza addirittura un modello arricchito di diamanti. «Abbiamo iniziato con la creazione di un prodotto solido - continua Utsch - poi abbiamo aggiunto elementi emozionali, la passione per i colori, per il brand, per lo spirito brasiliano». E il successo ha subito bussato alla porta. Nel solo 2011 Alpargatas ha realizzato 1,4 miliardi di dollari di ricavi e nel 2015 punta a raddoppiare il risultato, vendendo ancora di più sul mercato estero. Tra i Paesi nei quali l’azienda vuole crescere anche India, Cina e Pakistan, che già usano le flip-flop ma non quelle del marchio brasiliano. Riuscirà il marketing a compiere il miracolo anche qui? Gli esperti di moda brasiliani pensano proprio di sì. Le Havaianas sono un simbolo del modo di vivere allegro e rilassato di città come Rio de Janeiro, in cui si entra e si esce dall’acqua in ogni momento. E la conferma la si trova proprio in spiaggia. Da Copacabana a Ipanema è la scarpa più indossata. «Io non posso vivere senza di loro», spiega Janaina, 25 anni, che ha scelto il fucsia. «Sono comodissime e costano poco», le fa da contrappunto l’inglese Rosy in vacanza nel Paese del Samba. Il costo delle Havaianas ha sicuramente inciso sul loro successo. Le più semplici partono da 7 euro, le più lussuose possono sfiorare i 130. «Abbiamo capito - aggiunge il presidente Utsch - che l’Havaiana è un modo di vivere. Dalla spiaggia alla sera, con i modelli super chic». Basta fare un salto in una delle boutique più famose del gruppo, quella di San Paolo. Dalla vetrina sulla lussuosa via Oscar Freire, con vicini come Louis Vuitton e Giorgio Armani, dove decine di turisti ogni giorno non mancano di scattare la tipica foto dietro al marchio riprodotto a caratteri cubitali e coloratissimi, fino all’atmosfera che si respira entrando nel negozio, con i commessi trasformati in ciabattini. Prima si sceglie il modello, ce ne sono perfino alcuni realizzati in collaborazione con Missoni. Poi la decorazione per personalizzarlo, decorazione che viene realizzata al momento e su misura. Dal design e dal colore brasiliano, insomma, alla conquista del pianeta. «Sbarcheremo ovunque - conclude Utsch- ma le nostre Havaianas saranno sempre e solo prodotte in Brasile». Perché il sole e il cuore dei brasiliani è forse il vero segreto di questo successo.