Danilo Mainardi, Corriere della Sera 11/6/2012, 11 giugno 2012
Può sorprenderci, ma solo noi umani siamo provvisti di capacità morali. Il resto è «un mondo senza etica»
Può sorprenderci, ma solo noi umani siamo provvisti di capacità morali. Il resto è «un mondo senza etica». Gli altri viventi agiscono secondo logiche più naturali, legate a regole dettate dai propri geni e funzionali alla sopravvivenza. E questa in fondo è un’altra, diversa, morale: quella che in natura privilegia la specie e non i singoli individui. Quindi, colpevolizzare gli animali perché privi di etica — basta pensare ai processi che ebbero come protagonisti gatti, maiali, gufi e tanti altri «assassini innocenti» nel Medioevo — non ha alcun senso. Di fatto alle altre specie mancano gli strumenti per produrre i giudizi e non hanno le regole che nella nostra morale fissano scale di valori. È pertanto un esercizio inutile, anzi sbagliato, interpretare il mondo della natura con la ristretta ottica umana, che poi sarebbe l’antico vizio di antropomorfizzare gli animali. Perché l’inconsapevole altruismo animale possa trasformarsi in facoltà etiche è necessaria una piena coscienza di sé, una ben maggiore dose di consapevolezza. Così non dobbiamo stupirci di scoprire nei pinguini comportamenti che solo in un sistema etico sono condannati, mentre per loro rientrano nella trafila delle possibilità di comportamento. Ma credo sia giunto il momento di fare qualche esempio. Dirò così che lo stupro è presente in natura non solo nei pinguini, ma anche nelle anitre e nei leoni marini; l’infanticidio è frequente e non sempre accompagnato da cannibalismo, ed ha luogo anche in erbivori, come cavalli e zebre, scimmie entelli, capibara e ippopotami; il fratricidio lo troviamo in molte specie di aquile e nelle sule; la prostituzione in alcune specie di uccelli. E la cosa interessante è che portandoci addietro idee che vengono da lontano, addirittura dai bestiari medioevali, ci meravigliamo ancora che «brave persone» come sono i pinguini facciano cose secondo noi riprovevoli. Insomma, gli zoologi non hanno la lavagna su cui marcare in una lista i buoni e nell’altra i cattivi. Sennò che dire di quegli animali dalla dubbia fama che sono gli sciacalli che invece risultano praticare moltissimo l’altruismo, o dei pipistrelli vampiri, che quando si sono fatti una bella abbuffata di sangue sono ben contenti di regalarne un po’ (da bocca a bocca) a loro amici affamati? Ma c’è di più, analisi dimostrano che una riprovevole abitudine come indubbiamente è, secondo la morale corrente, l’infanticidio, può avere esattamente lo stesso effetto, in un’ottica evolutiva, dell’altruismo. Vanno presi per quello che sono, gli animali, e ricordiamoci che, se qualche volta fanno ciò che di riprovevole regolarmente facciamo noi, loro almeno non sanno di farlo. Non hanno colpe, loro.