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 2012  giugno 08 Venerdì calendario

“RUBY FACEVA SESSO CON B.”

Ho visto il presidente fare sesso con Ruby”. Michelle Conceicao affida all’Espresso la verità sulle feste di Silvio Berlusconi ad Arcore. Dopo quasi due anni di titubanze, verbali di interrogatorio far-citi di “non so” e “non ricordo”, la testimone chiave di tutta la vicenda Ruby ha deciso di raccontare “tutta la verità ai magistrati”.
È RIENTRATA dal Brasile appena una settimana fa e si presenterà in aula al processo il 21 giugno. In un’intervista concessa a Paolo Biondani del settimanale diretto da Bruno Manfellotto, l’ex modella racconta le “cene eleganti” ad Arcore. In particolare l’epilogo di una: quella notte del 25 aprile 2010, Berlusconi aveva 73 anni e Karima El Mahroug appena 17. Quella sera Michelle c’era. “Ho visto tutto. Il Cavaliere ha avuto almeno un rapporto sessuale con la marocchina quando lei era minorenne. E lo ha pagato cinquemila euro. Lei gli piaceva proprio perché era giovanissima”, confida la brasiliana. Che racconta di aver ricevuto pressioni. “Mi ha chiamato il presidente Silvio Berlusconi. Ero stata chiamata a testimoniare in tribunale per venerdì 25 maggio, ma io non lo sapevo ancora. Lui sì. Mi ha fatto un discorso. Mi ha ripetuto una frase che usa spesso: quando il mare è in tempesta, non si butta nessuno giù dalla nave”, racconta all’Espresso. “Berlusconi non vuole che io dica la verità. Mi ha detto chiaramente di ‘fare la brava’ in tribunale”.
Ma, dice Michelle, l’ex premier, non le ha promesso soldi in cambio del silenzio, “al telefono no”. Però “ha aggiunto che non si dimentica mai di nessuno. Non ha parlato di soldi. Ma io ho capito che dovevo solo aspettare”. Eppure Michelle ha deciso di parlare “perché ho paura che mi succeda qualcosa”.
L’impegno a dire “tutta la verità in aula” lo conferma anche al Fatto Quotidiano. E di verità Michelle ne ha molte. È la testimone
chiave del processo: la notte del 27 maggio
2010, Ruby viene fermata a Milano e portata in questura e la marocchina avvisa subito Michelle. È lei che accorre per prima in soccorso dell’allora convivente ed è lei che chiamerà dal suo telefonino la consigliera regionale, “reginetta delle olgettine”, Nicole Minetti e più volte Silvio Berlusconi, quella sera impegnato a Parigi. Ed è a Michelle che quella notte Ruby viene affidata. Il ruolo dell’ex modella brasiliana non si conclude così. Sarà lei ad avere l’incarico di “tenere buona Ruby perché era una scatenata”, racconta.
MICHELLE conosce tutti i capitoli della vicenda. Ha partecipato alle “cene eleganti” di Arcore. E al Fatto Quotidiano lo scorso settembre ha raccontato di aver assistito agli spettacoli nella sala con il palo da lap-dance e di aver visto Berlusconi benedire con un crocifisso Nicole Minetti vestita da suora: “Benediceva e toccava, certo”, ribadisce ora. “Lo appoggiava prima sulla testa, poi tra le gambe e infine sui seni di Nicole vestita da suora”. Il racconto, pubblicato coprendo con l’anonimato Michelle, è stato poi confermato in aula durante il processo da altre ragazze che partecipavano alle serate, per ultima Marysthell Polanco. Michelle è ritenuta dagli inquirenti una testimone affidabile e fondamentale per le indagini. Ha frequentato Arcore, andava a cena con Berlusconi al ristorante da Giannino e faceva parte di quella cerchia ristretta di persone che, assieme a Nicole Minetti, gestiva l’organizzazione delle notti a ritmo di Bunga bunga. Alle quali ha partecipato anche mascherandosi per gli spettacoli. “Ma poi mi fermavo a quello, non facevo altro”.
Di lei Berlusconi e Minetti si fidavano. “Mi hanno persino dato Ruby da tenere a casa”. E durante la convivenza Michelle ha potuto conoscere bene la marocchina. “Ma poi la cacciai di casa”. Perché “scoprii sulla mia macchina fotografica delle foto di Ruby nuda sdraiata sulla scrivania del presidente (Berlusconi, ndr), la scrivania da cui faceva tutte le interviste, quella con dietro le cornici con le immagini di tutta la sua famiglia: e Ruby era sdraiata lì sopra, nuda come mamma l’aveva fatta e con le gambe larghe. Io le ho detto che era pazza, lei disse che le servivano per ricattare il presidente e rideva”. Per questo, dice al Fatto, decise di cacciarla da casa sua. Un’altra delle verità che Michelle si impegna a raccontare al processo. “Tutta la verità, giuro”.