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 2012  giugno 08 Venerdì calendario

SE ANCHE LE DONNE NON SUPERANO I CLICHE’

Solo le donne possono salvare questa Italia, noi maschietti abbiamo dimostrato di non saperci fare. Per questo ho seguito con attenzione la XXIV Edizione del Premio Marisa Bellisario da titolo «Donne: l’Italia che vogliamo», scritta da Marco Luci e Lella Golfo, condotta da Massimiliano Ossini, diretta da Claudia Mencarelli, (Raidue, mercoledì, ore 23,05). Ammetto che l’umore non era dei migliori, dopo tutto l’ambaradan per l’elezione dei membri dell’Autorità Garante delle Comunicazioni e di quella della Privacy.
Mario Monti è stato clamorosamente sconfitto dalle logiche bottegaie dei partiti, umiliato dalla penosa sceneggiata dei curricula. Per questo, quando sul palco del Teatro delle Vittorie di Roma ho visto mezzo Governo festeggiarsi e premiarsi nel nome della cebana Bellisario mi sono detto: qui nulla cambia, nemmeno con le donne.
Lo sconforto poi ha preso il sopravvento con l’apparizione del direttore generale della Rai, dottoressa Lorenza Lei, forse non versata alle apparizioni in pubblico, ma certo in seria difficoltà a dire quattro parole in croce sulla Rai «come produttrice di cultura». Tutta la serata nel segno della meritocrazia — lo ha ripetuto più volte l’organizzatrice Lella Golfo — e poi nessuno che chieda il curriculum a Lorenza Lei, nessuno che provi un po’ di imbarazzo di fronti ai sorrisi zuccherosi di Antonio Catricalà (unico maschietto ad aver vinto Mela d’Oro, il premio della tradizionalissima serata), ex Authority e attuale sottosegretario, successore al soglio di Gianni Letta.
No, perché qui, in Italia, vanno tutti avanti per merito e non capisci se Augusta Iannini, Lady Vespa, capo dell’ufficio legislativo della Giustizia, sia andata all’authority perché il ministro Severino voleva rinnovare gli uffici o per occupare una quota riservata al partito di Silvio Berlusconi.
Le quote rosa sono importanti, ma che conquista se le donne ci liberassero da queste logiche sotterranee e perverse!
Aldo Grasso