Lucrezia Dell’Arti, Io donna, 8 giugno 2012
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ELSA MORANTE–«Sono nata povera, ma non posso vivere nella sporcizia” (Elsa Morante, moribonda, al Comune di Roma che le offriva un posto letto in una modesta clinica del Portuense)Origini Cresciuta nel quartiere Testaccio, a Roma
ELSA MORANTE–
«Sono nata povera, ma non posso vivere nella sporcizia” (Elsa Morante, moribonda, al Comune di Roma che le offriva un posto letto in una modesta clinica del Portuense)
Origini Cresciuta nel quartiere Testaccio, a Roma. La madre, una maestra elementare, il padre, un istruttore di riformatorio.
Amori "Bisogna sapere che io, per mia sorte, fui sempre di quelli che s’innamorano in modo eccessivo e inguaribile, e dei quali nessuno mai s’innamora. Mia madre era stato il primo, e il più grave, dei miei amori infelici" (da Menzogna e sortilegio).
Matrimonio Nel ’36 l’incontro con Alberto Moravia. Enzo Siciliano: “Lui aveva 29 anni, lei 24. Li presentò, nella birreria Dreher di Roma, il pittore Capogrossi. La Morante viveva compilando tesi di laurea per conto terzi. Fece credere a Moravia di essere scappata di casa e d’aver conosciuto un omosessuale inglese che proprio davanti a lei aveva ucciso il suo amante. Di questo omosessuale - disse - lei era pazzamente innamorata. Moravia ha creduto alla storia dell’omosessuale fino al 1982”.
Divorzio «Dicevo a Moravia che sarebbe stato meglio divorziare da Elsa, e lui rispondeva: "Non vuole, non vuole, cosa vuoi che faccia?" Elsa gli diceva: "Mi hai sposato davanti a Dio e solo lui può sciogliere il nostro vincolo". Era una ripicca. Elsa aveva un caratteraccio e a volte scoppiava, gridando. Alberto invece prendeva a balbettare, a straparlare... aveva paura degli sfoghi di lei. Non bisogna fare un mito della Morante, non era certo una santa» (Edith Bruck).
Ginzburg Quella volta che si arrabbiò con Natalia Ginzburg perché aveva scritto un articolo sul suo romanzo “La Storia”. “Pensava che il mio entusiasmo avesse fatto venir voglia ad altri recensori di dir male del libro”.
Editori La Morante, all’editore americano Knopf, che nella traduzione de “La storia” propose una pic¬cola variante, “History: a Novel”, ordinò: “Bisogna togliere quei due punti, che falsano il titolo (sembra che novel sia un attributo di history; come ”la storia è un romanzo”)”. Con l’editore spa¬gnolo si infuriò quando seppe che in castigliano il suo roman¬zo circolava con il titolo “Algo en la Historia” e per di più ta¬gliuzzato qua e là per motivi di censura franchista.
Frasi «Quando ero bambina vedevo Elsa Morante, mia zia, come una donna sola e infelice e mettevo in relazione la sua infelicità con il mestiere di scrittrice. Un suo amico raccontava che negli ultimi anni Elsa chiedeva a tutti: "Qual è secondo voi la frase d’amore più vera, quella che esprime al massimo il sentimento?". Tutti dicevano grandi cose. Lei rispondeva: "No. La frase d’amore, l’unica, è: hai mangiato?"» (Laura Morante).
Fine «Andammo a trovare Elsa a Villa Margherita, proprio negli ultimi mesi. Lei era distesa con gli occhi chiusi. Moravia si avvicinò, cominciarono a parlare pian piano. Di che parlavano? Di scrittori, di libri. La Morante, con un filo di voce, gli disse una frase che era un testamento: ‘Alberto, tu parli solo di letteratura’» (Lucio Villari).
Fine Tra le sofferenze patite negli ultimi anni di vita da Elsa Morante: la rottura del femore (due volte), una forma idrocefala, un’ulcera gastrica perforata, la peritonite e infine, dopo più di due anni vissuti in clinica, l’infarto che l’ha uccisa, il 25 novembre 1985.
Mali “Ho troppi mali per riuscire a guarire, e nessuno così grave per morire in fretta” (Elsa Morante nel 1984)