Lucrezia Dell’Arti, Io donna, 8 giugno 2012
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NATALIA
GINZBURG–
Descrizione «Una donna non bella e non elegante, vestita di un golfino bluette e di una gonna bluette, l’aria un po’ goffa di certe zie cui si ha sempre un favore da chiedere e di cui non si conosce l’età. Quaranta? Cinquanta? I suoi capelli son neri, con qualche filo di grigio ma raro. Il suo corpo è sodo, diritto. Le sue gambe son solide, da camminatrice. Di rughe ne ha ma più che rughe son pieghe che probabilmente esistevano anche quando era giovane. Colpisce, nella sua perpetua tristezza e nel suo non dimenticato timore, l’aspetto sano: robusto. È certamente una donna che dorme bene, digerisce bene, porta valigie pesanti senza ansimare, non è mai stata ammalata, ha sempre partorito con facilità e per questo è sopravvissuta agli stenti e ai dolori» (Oriana Fallaci).
Anagrafe Natalia Levi (1916-1991), sposata poi a Leone Ginzburg, da cui ebbe tre figli, e che venne ammazzato di botte dai tedeschi (sesto braccio di Regina Coeli, 5 febbraio 1944). Lei ne tenne il cognome, a memoria, anche quando si risposò con Gabriele Baldini.
Croce Aveva scritto una poesia, la mandò a Benedetto Croce. Croce le rispose: sei troppo giovane, per la vera poesia bisogna essere adulti.
Croce In terza liceo fu bocciata in latino, greco e matematica. Scrisse allora il suo primo racconto, Un’assenza. Un fratello le disse: «Dammi questo racconto, c’è di là Benedetto Croce e glielo faccio leggere». Questo presunto Benedetto Croce era invece Leone Ginzburg.
Impiastro «Io ero un impiastro per varie ragioni. Non sapevo vestirmi da sola, né allacciarmi le scarpe; non sapevo rifarmi il letto né accendere il gas; non sapevo lavorare a maglia... ero inoltre assai disordinata e lasciavo la mia roba in giro».
Socialismo Mussolini aveva da poco preso il potere. «Mi fu spiegato cos’era il socialismo, cioè mi fu detto che era uguaglianza di diritti per tutti. Mi parve una cosa che fosse indispensabile fare subito. Trovai strano che ciò non fosse ancora stato attuato. Ricordo con precisione l’ora e la stanza in cui mi venne offerta questa frase, che mi sembrò lampante e indispensabile».
Nozze «L’ho sposata. Scrive dei bei racconti» (Leone Ginzburg a Giulio Einaudi).
Ebrei «Però è molto brutto. Si sa, gli ebrei sono tutti brutti» (Giuseppe Levi, padre di Natalia, su Leone Ginzburg).
Mano Scriveva a mano, nelle prime ore del mattino, quando tutto taceva, seduta sul divano.
Uomini «Desideravo terribilmente scrivere come un uomo, avevo orrore che si capisse che ero una donna dalle cose che scrivevo».
Gatti Alla morte di Elsa Morante, di cui era stata grande amica, ereditò i suoi gatti siamesi.
Avarizia «Non si dovrebbe mai metter da parte soldi, sentimenti, pensieri: perché dopo non si usano più».
Istruzioni per un gioco «Il baco del calo del malo, da sillabare come una nenia sostituendo alle tre A, prima tre E, poi tre I, poi tre O, cadendo sempre più giù nel nonsenso, finché si torna a galla, col senso completo, con le tre U».