Caterina Perniconi, il Fatto Quotidiano 7/6/2012, 7 giugno 2012
TOH, ANCHE MENTANA VUOLE FONDARE UN PARTITO
Se non facessi un altro mestiere, mi piacerebbe fondare un movimento per il lavoro ai giovani, da portare alle elezioni”. L’altro mestiere di Enrico Mentana è dirigere il TgLa7. Ma la politica l’ha sempre appassionato. Niente scalate, però. Il “sogno” (almeno per ora) del giornalista non è essere il “papa nero” del Pd. Piuttosto fondare un partito tutto suo, popolato di giovani. Lo ha scritto ieri lui stesso su Facebook. Poche ore dopo era al fianco del rottamatore per eccellenza, Matteo Renzi, per presentare il suo libro “Stil novo”. E il nuovo stile Mentana pare averlo scelto: largo ai giovani che “il nostro paese sembra una casa di riposo”. Ma i politici in pectore ormai non si contano più. Da Luca Cordero di Montezemolo a Maurizio Landini, tutti sono attesi e tutti smentiscono. Al rito non sfugge nemmeno Mentana: “Non si pensi che voglio candidarmi a qualcosa – rettifica il direttore – non voglio candidarmi a nulla scrivo ‘se non facessi un altro mestiere’, e per fortuna un altro mestiere lo faccio”. Poi ironizza: “Domani esce su Panorama un mio articolo dove scrivo che ho sognato a lungo di partecipare a una maratona olimpionica, non vorrei che anche quella sembrasse una candidatura”.
EPPURE IL PROGRAMMA è già pronto: “Il movimento per il lavoro ai giovani – scrive Mentana su Facebook – poggerebbe su una base semplice: ribaltare tutto il nostro impianto sociale e normativo, politico e sindacale, che tutela fino in fondo chi è già inserito nel mondo del lavoro, delle professioni e della pubblica amministrazione, dai diritti sul lavoro, ai mutui, ai sussidi di disoccupazione, alle pensioni, tutto a scapito delle nuove generazioni”. Per questo motivo “nella concorde insensibilità verso i giovani, di cui sono corresponsabili i governi, gli imprenditori e i sindacati, non si è solo perpetrata un’ingiustizia, ma si è anche essiccata la pianta del ricambio sociale e culturale di questo paese, che, con tutto il rispetto, sembra sempre più una immensa casa di riposo. Senza smantellare lo stato sociale si possono spostare i pesi di incentivi e ammortizzatori, di defiscalizzazioni e finanziamenti verso i nuovi lavoratori. Quando avevo 25 anni potevo scegliere che mestiere fare, e con me tutti i miei coetanei. Provo oggi rimorso per l’ingiustizia che stiamo compiendo verso i ventenni di oggi. E sarebbe bello e giusto battersi per invertire la tendenza, con forza”. Renzi è d’accordo, il ticket sembra già pronto.